EuroLeague Women - 25 anni fa Como vinceva la sua seconda Eurolega consecutiva

Fonte: lbf
EuroLeague Women - 25 anni fa Como vinceva la sua seconda Eurolega consecutiva

25 anni fa una squadra italiana sul tetto d'Europa, nella più importante competizione continentale per club. Corre l'anno 1995: a gennaio in Italia salta il primo governo Berlusconi e si apre la breve esperienza del premier Dini, a novembre il premier Yitzhak Rabin verrà assassinato in Israle riaprendo nuove ferite in Medio Oriente, la Sony lancia la prima Playstation, nella Notte degli Oscar USA trionfa "Forrest Gump", Giorgia vince Sanremo con "Come saprei" e il Milan perde 1-0 contro l'Ajax in Finale di Coppa dei Campioni. Chi invece vince l'agognata Coppa, la più importante del Vecchio Continente, è una squadra di basket femminile: il 23 marzo Como solleva la sua seconda Eurolega di fila, l'ultima vinta dal nostro basket, in casa, davanti ai 5mila spettatori del Pianella di Cucciago (Cantù). Un sogno diventato realtà.

Un piacevole replay per la formazione di coach Aldo Corno, che già aveva vinto la Coppa nel marzo '94 al termine di una due giorni perfetta, a Poznań (Polonia): 77-62 sui padroni di casa dell'Olimpia, 79-68 sul Dorna Godella Valencia. Teniamo buone le spagnole perchè ci sono sempre state e torneranno nella nostra storia. Nemesi della squadra di Corno, già nel 1993 avevano sfidato le lombarde in Finale: 58-66 per la formazione di Vukovic, che giocava "in casa", a Liria, circa 30 minuti di auto da Valencia. Una sconfitta cocente per le comasche, che avevano avuto una clamorosa palla per vincere con Bridgette Gordon alla fine dei tempi regolamentari. Il coach dell'epoca, Aldo Corno, racconta così quei match: «A Poznań cancellammo la beffa di un anno prima, disputando una delle nostre migliori partite in assoluto. Al Pianella fu più difficile».

Già, al Pianella. La stagione 1994/1995 di Eurolega si apre con tante ambizioni per le nerostellate, che organizzano le Final Four scegliendo il campo di Cucciago, più ampio del PalaSampietro e in grado dunque di rendere ancora più impressionante la cornice di pubblico, per poter contare su quel "fattore campo" che tanto bene aveva fatto due anni prima alle valenciane. Ma che poteva essere anche un'arma a doppio taglio, come sottolinea Corno: «Giocavamo in casa, sì, ed eravamo favoriti. Ma la pressione davanti a un pubblico incredibile era grande». Como era, appunto, la favorita d'obbligo: completissima, la squadra poteva contare sui pivot Passaro (che purtroppo terminò la stagione anzitempo per rottura del crociato), Paparazzo e la statuaria Mujanović; le ali titolari erano Gordon e Pollini, il reparto esterne contava su Arcangeli, i mastini Fullin e Ballabio e sui punti di Todeschini, giocatrice di rottura dalla panchina (23 punti tra semifinale e finale). Corno, che ne ha viste tante di corazzate nella sua epopea vicentina, descrive in questo modo quella squadra: «A Vicenza avevo una squadra più eclettica, questa però era una formazione espertissima e l'enorme solidità fisica era superiore. Avrebbe potuto giocare in Serie A con i maschi».

Il percorso di Como in quell'Eurolega segue un copione già scritto e arrivano le Final Four. In che contesto lo spiega proprio la capitana Viviana Ballabio, comasca che in quell'evento realizza 15 punti in due gare: «Ricordo il bellissimo entusiasmo e il fermento in città per il grande evento, l'emozione dei tifosi che aveva riempito il Pianella». La scena, all'ingresso in campo, toglie il fiato: «Il pubblico era impressionante, c'era gente pure sulle scale. C'era tanta tensione, eravamo "obbligate a vincere", per confermarci e perchè giocavamo in casa. Il finale è stato liberatorio, l'invasione di campo di tantissima gente un'apoteosi».

La prima partita contro Valenciennes. Corno rende bene il concetto: «La squadra era contratta, vincemmo negli ultimi due minuti, grazie alla nostra esperienza». Le francesi resistono, Como soffre e non poco, Štreimikytė ne mette 25 («Mi colpì la sua classe, - ricorda Ballabio - poi venne a giocare da noi...») ma arriva la vittoria nel finale per la squadra di casa, prima serata di tripudio al Pianella.

Nella finalissima, il Valencia. Ancora loro, sempre loro, sulla strada per la storia. Un segno del destino. E una missione in più per capitan Ballabio: «Le spagnole avevano una play molto forte, Alvaro: Corno mi aveva detto che se la fermavo avremmo vinto, era diventata il mio incubo». Ne mette 13, l'incubo di Ballabio, ma non sono decisivi perchè quella partita Como la domina sul piano psicologico più di quanto dica il 57-64 finale. «La controllammo coi nervi», dice coach Corno aggiungendo anche: «con una Mujanović davvero dominante».

E non è poco. La straniera, il fiore all'occhiello della fortissima corazzata comasca, realizza 23 punti in quella finale: coi 15 di due giorni prima fanno 38 in due partite, le più importanti. Ma non faceva testo. Razija viveva sempre sotto grandi aspettative, sbagliando raramente (in finale Scudetto qualche mese dopo viaggierà a 22.3 punti di media): non a caso, sedeva costantemente al tavolo delle migliori giocatrici d'Europa e la sua carriera si rivelò così folgorante da ottenere il posto nella Hall of Fame FIBA, nel 2017. Il suo lascito tecnico, in Italia, forse è ancora vivo: se siete passati dal PalaRuffini a Torino quest'anno, c'è la possibilità vi siate stropicciati gli occhi con le giocate della nipote, Melisa Brčaninović (figlia di un'altra leggenda del basket slavo, Mara Lakić). Semplicemente tra le più promettenti '99 d'Europa.

Ma torniamo al 1995: un'annata magica. Nello stesso anno per Como arrivano la Coppa Italia, 71-60 in finale con Schio (23 di Mujanovic); la Coppa Intercontinentale in Brasile; e lo Scudetto. Dominio assoluto in Italia, pur con qualche brivido, perdendo la seconda gara stagionale il 12 aprile e rischiando l'eliminazione in semifinale contro la PCR Messina di Gillom e Lawrence: ancora oggi, se entrate al PalaTracuzzi di Messina, forse potete sentire l'eco di quel 67-64, l'impresa epica, la versione sullo stretto della "Notte del Pianella". Ma Como aveva sempre l'ultima parola, in un anno magico. Ballabio conferma: «Fu una stagione memorabile. Per me quella e la successiva sono state le stagioni della maturazione. Dopo ottenemmo l'argento con la Nazionale a Brno e staccamo anche il pass per l'Olimpiade di Atlanta (l'ultima del nostro basket femminile), l'apice per il basket femminile italiano. Sono stati gli anni spensierati della giovinezza, vissuti in maniera gratificante».

Con la ciliegina sulla torta di quella notte al Pianella...altro da dire su quel momento? Ballabio chiosa semplicemente così: «Ho iniziato con la Comense nel 1983 a Muggiò, debuttando con la prima squadra a 16 anni. Vincere quella Coppa è stata la realizzazione di un sogno. Il sogno di una bambina».

Un'epopea magica, da nove scudetti e otto Final Four consecutive, per una società che alla fine del suo percorso ai massimi livelli, nell'estate 2012, ha potuto collezionare in bacheca 15 scudetti, cinque Coppe Italia, sei Supercoppe Italiane, cinque tricolori giovanili oltre alle Coppe di cui si è parlato in questo articolo. Un viaggio nel basket che fu, un'impresa storica e tra le immagini più forti di "Orgoglio Italiano" offerte dalla pallacanestro femminile dell'epoca, in un'annata indimenticabile che tutti ricordano anche per l'indimenticabile argento azzurro di Brno.

La Final Four 1995 (Pianella di Cucciago, Cantù, 21-23 marzo)
Semifinali
CSKA Mosca-Dorna Godella Valencia 50-71

STF Como-USV Olympic Valenciennes 70-66
Como: Fullin 16, Paparazzo, Arcangeli, Gordon 9, Ballabio 8, Pollini 8, Mujanović 15, Todeschini 14, Passaro ne, Girardin ne. All: Corno
Valenciennes: Fontenier, Ledeunf, Clezardin 4, Jouando 5, Cure, Sauret 15, Štreimikytė 25, Kpopoya, Dydek 17.

Finale Terzo Posto
USV Olympic Valenciennes-CSKA Mosca 64-82

La Finale
Dorna Godella Valencia-STF Como 57-64
Valencia: Grande 7, Alvaro 13, Ares 10, Cebrian 5, Sanchez 5, Zassoulskaja 6, Obringer 11, Valero ne, Cerqueira ne, Lopez ne.
Como: Fullin 10, Paparazzo 4, Arcangeli, Gordon 6, Ballabio 7, Pollini 5, Mujanović 23, Todeschini 9, Passaro ne, Gaspari ne. All: Corno.

(Lega Basket Femminile ringrazia "La Provincia di Sondrio" per le interviste ad Aldo Corno e Viviana Ballabio realizzate da Simone Clerici per l'edizione di oggi, 23 marzo 2020, in pag. 41; e "Il Corriere di Como" per l'approfondimento a cura di Massimo Moscardi per l'edizione del 22 marzo 2020, pag. 10. Risultati e tabellini da "Almanacco del Basket Femminile" di Massimiliano Mascolo. Foto dall'archivio della Ginnastica Comense 1872)