Una Forlì tutta cuore batte al fotofonish la Snaidero

28.03.2011 08:30 di  Matteo Marrello   vedi letture
Fonte: www.forlibasket.it
Leemire Goldwire (foto M. Nazzaro)
Leemire Goldwire (foto M. Nazzaro)

La vittoria di Forlì nasce da lontano. Nasce da quando, in settimana, viene comunicato a Lee Goldwire che sua madre giace in un letto di ospedale divorata da un destino che non lascia scampo, ed aggrappata alla vita solo perchè qualche macchina pompa ancora ossigeno nei propri esausti polmoni. Goldwire, che ogni giorno deve fare anche i conti con un figlio che cresce con in mezzo un oceano che li separa, viene travolto dal dolore. Per giorni piange devastato dall'angoscia e dal dubbio se prendere il primo volo per gli States e correre al capezzale della madre oppure rimanere a Forlì a lottare per coloro che lo hanno tolto dall'inferno delle minors americane e lo hanno protetto quando chiunque ne urlava il taglio.

La decisione la sapete. E gli Dei del basket poi scriveranno una sceneggiatura che lega quell'ultima parabola da delirio alla tragedia che ha colpito un ragazzo meraviglioso. Ma la vittoria di Forlì nasce anche quando, sempre in settimana, la Pallacanestro Udine mette sul piatto tutte le proprie enormi difficoltà finanziare. Insomma, all'ordine "da Martedì si smobilita, gente, si salvi chi può", Harrison si promette a Biella, Mathis guarda alla Francia e Dordei ha la fila fuori dalla porta. Il tutto mentre Garelli, coerente e limpido come al solito, mette in chiaro che se si sbaracca, lui preferisce mollare ma a testa alta. Chiaro che poi Udine arrivi a Forlì per dare l'addio ad un campionato straordinario in maniera dignitosa.

Ed è così che nasce una partita strana. Forlì tramortita dalla tranvata di Reggio Emilia, che ha lasciato scorie in una squadra che era arrivata in Emilia sentendosi Miss Mondo ed è tornata sentendosi Rosy Bindi, inizia a marce bassine e con gli occhi spaventati. Udine, senza nemmeno mettere la terza, vola sopra di dieci con Lee che si chiede ancora chi fosse quel palo travestito da Poletti. L'unico che ci capisce qualcosa è Jones, uno che difende su cinque ruoli perchè non ce ne sono sei, e che quando capirà che in LegaDue i marziani come lui se la palleggiano un pò come gli pare, ne farà 30 spesso se non sempre, e Breveheart Ranuzzi, sul cui cuore ci hanno messo i caselli viste le dimensioni. Al tutto aggiungeteci un terzetto arbitrale che sminestra tecnici a destra e a manca (l'importante è che siano contro Udine), ed ecco che Forlì va al riposo del thè ancora viva ma leggermente vegeta.

Si ricominciano le danze e Prandin, con la maschera del solito panchinaro miracolato da Forlì, fa a fette la difesa forlivese, con Harrison che la mette anche di volee. La FulgorLibertas si arrabatta come può, si aggrappa al solito Jones (con canotta col numero scritto a penna, vero inno al professionismo), ha qualcosa da Nardi, due robe da Campani ma niente che possa impensierire un Garelli che sembra prossimo a condurla in porto senza nemmeno sgualcirsi la giacchetta. Sul -10 a 4 minuti dalla fine si sentono muggiti al Palafiera: sono in buoi che son scappati dalla stalla. Allora è finita, no? No. Almeno non nell'imprescrutabile mondo di Goldwire. Che mentre tutti i tremila e rotti gli bestemmiano contro urlando di passare quel caspita di pallone almeno una volta, comincia a spararla da 8 metri in faccia al riminese Rinaldi. Nardi, a cui l'idea di Goldwire non dispiace affatto, lo segue mettendone una anche lui. Jones, nel ruolo di Wolf (quello che risolve i problemi), tanto per partecipare alla festa, inchioda una stoppata memorabile ad altezze Kenny Beck's che toglie definitivamente Udine dalla partita. Il tutto per arrivare pari a 6 secondi dalla fine. Vucinic, lettore di anime, mette la palla in mano a colui che ha fatto i conti col dolore tutta la settimana. Goldwire, palleggia, finta di buttarsi dentro, fa un passo indietro e si alza da tre. Il Palafiera trattiene il fiato. La palla va dentro. Vittoria. E la dedica di Gold è per la madre, mentre il mondo intorno a lui si scioglie nel primo delirio vero di questa stagione maledetta.

Una stagione che adesso, dopo le sconfitte di San Severo e Reggio Emilia, è in mano a Forlì e sembra davvero strano dirlo in questa situazione di classifica. Guardando i calendari, a Forlì potrebbero "bastare" 2 vittorie nelle prossime 4 per andare a San Severo già in vacanza e col penultimo posto in tasca. Certo è che se, invece, il numero delle vittorie salisse esponenzialmente, a partire da Jesi dove planeranno i "soliti" mille forlivesi, si riaprirebbero i discorsi di salvezza sul campo. Perchè quelli "dietro la scrivania" sembrano decisamente molto più facili: in settimana anche Pistoia si è iscritta al Gran Premio "Forse l'anno prossimo non facciamo la LegaDue" che ad oggi conta già 8 squadre. E che il 13 aprile, quando arriverà il pesantissimo controllo Comtec, probabilmente vedrà qualche vincitore.

IL TABELLINO