Serie B - Fabriano: le prime parole in biancoblu per coach Luciano Nunzi

Serie B - Fabriano: le prime parole in biancoblu per coach Luciano Nunzi

Completato il roster, coach Luciano Nunzi si è concesso per qualche domanda sulla sua carriera, sulla squadra e sul perché della scelta di Fabriano.
- Partiamo dalla tua scelta di sposare il progetto Fabriano: cosa ti ha convinto ad accettare questa nuova avventura? Che emozioni stai vivendo in vista dell’inizio della stagione? Hai già avuto modo di percepire il calore dei tifosi?
"Ci sono posti dove, se vieni chiamato, vai. Sono realtà con tradizione e passione, dove se hai la possibilità di allenare, devi coglierla. La chiamata mi ha fatto molto piacere, sia per la rapidità che per l’insistenza: ho percepito una reale volontà da parte del club di iniziare un percorso insieme. Un altro aspetto determinante è stato il confronto con la proprietà, che mi ha trasmesso una visione che va oltre il risultato sportivo: la squadra è considerata un patrimonio della città e va tutelata. Si è parlato chiaramente della volontà di riportare il prima possibile la squadra al PalaGuerrieri, ma senza correre rischi economici, evitando gli errori di chi ha inseguito il risultato a tutti i costi, mettendo a repentaglio la stabilità del club. Ho percepito equilibrio, consapevolezza della situazione ma anche prospettiva e per un allenatore lavorare in prospettiva è fondamentale. L’obiettivo è sedermi almeno una volta su quella panchina, in quel palazzetto che da avversario mi ha trasmesso tanto, e che ora vorrei vivere da padrone di casa. Anche in questo momento, in cui la stagione non è ancora cominciata, ho sentito il calore della piazza. Sono venuto a Fabriano per altri motivi e la gente già mi saluta e mi riconosce. Quando nel corso della carriera ti ritrovi a incrociare certi ambienti, capisci che quello che ti raccontano i giocatori e la società corrisponde alla realtà: qui la squadra è amata, seguita, coccolata. È quello che si cerca nel nostro lavoro: passione vera."

- Guardando alla tua carriera, hai raccolto importanti successi e riconoscimenti, promozioni in molteplici categorie, Palma d’argento al merito sportivo del CONI Lazio e un Master in Relazione e Comunicazione Didattica nella Pallacanestro: come pensi che la tua esperienza possa contribuire alla crescita di questo gruppo?
"Aver raggiunto risultati importanti nella mia carriera, sia nei club che nei settori giovanili delle nazionali, è sicuramente gratificante. Queste esperienze ti formano, ti danno un metodo e una visione. Raggiungere certi obbiettivi tuttavia, non mi frena, anzi, sono da stimolo per provare a raggiungerne altri: l’obbiettivo più importante è sempre il prossimo. Inoltre, i successi non dipendono solo da te, contano molto l’ambiente e le persone che hai intorno. Ci sono luoghi dove riesci a fare bene e altri dove, pur facendo le stesse cose, non ottieni gli stessi risultati. Per questo credo sia fondamentale trovare il contesto giusto, che ti permetta di esprimere il tuo modo di fare pallacanestro. Noi allenatori ci adattiamo, certo, ma senza snaturarci. In questo senso, spero di poter mettere a disposizione della squadra tutto quello che ho vissuto. Quest’anno abbiamo un gruppo molto giovane: saranno loro la chiave per la crescita del collettivo. Abbiamo qualche elemento esperto, ma lo sviluppo passerà soprattutto dalla crescita dei ragazzi, molti dei quali con pochissima – o nessuna – esperienza in Serie B nazionale. Confido nella loro voglia di migliorare, che ho percepito nei colloqui, e anche nella comprensione e nella passione della gente di Fabriano, che saprà sostenerli come solo questa piazza sa fare. Speriamo che tutte le esperienze accumulate possano tradursi in un percorso di crescita veloce e solido."

- Il roster è stato appena completato: come valuti la squadra che è stata costruita? Quali caratteristiche avete ricercato nei giocatori?
"Abbiamo appena concluso il lavoro sulla costruzione della squadra e credo che Simone (Lupacchini n.d.r) abbia fatto un ottimo lavoro. Avevamo un budget preciso, e siamo stati bravi – soprattutto lui – a rispettarlo, costruendo una squadra in linea con la nostra idea. Ci siamo resi conto subito che c’era la necessità di inserire un gruppi di ragazzi, che avessero bisogno di un ambiente ideale per crescere. Abbiamo cercato giocatori motivati, anche tra i senior: gente in cerca di riscatto, con voglia di mettersi in discussione, più che profili super affermati. Volevamo costruire un gruppo che rispecchiasse l’anima di Fabriano: giocatori disposti a lavorare sodo, a metterci il cuore e a vivere questa stagione come un’opportunità per migliorarsi."

- Da poco è stato ufficializzato anche il girone: che idea ti sei fatto delle avversarie e del livello della competizione? Quali saranno, secondo te, le principali insidie?
"I gironi sono già definiti, i calendari ancora no, ma la sensazione è che il livello del campionato si stia alzando ogni anno, soprattutto da quando è partita la riforma. Da un lato ci sono meno squadre in Serie A2, e molti giocatori sono scesi in B; dall’altro, ci sono tanti giovani interessanti che, grazie all’aumento delle squadre, hanno avuto più spazio e sono cresciuti più rapidamente. Il livello medio si è alzato, questo è evidente. Fare pronostici adesso è difficile, ma ci sono squadre che hanno investito tanto e costruito roster molto competitivi. Penso alle realtà laziali, a Livorno, Jesi, Faenza, Caserta: club con rose ambiziose, che punteranno sicuramente ai piani alti. Poi c’è un gruppo numeroso di squadre che si equivalgono: lì il “fattore C” sarà determinante. Come sempre, durante una stagione possono succedere tante cose imprevedibili: infortuni, calendario infrasettimanale complicato, episodi arbitrali. Tutte situazioni che possono cambiare il corso del campionato. Per questo sarà fondamentale avere una struttura – sia tecnica che organizzativa – in grado di assorbire gli imprevisti e restare lucida. Il campionato sarà lungo, duro, e serviranno spalle larghe per affrontarlo."