Vanoli Cremona, presentato Sasha Grant: «Stiamo costruendo delle buone abitudini che ci porteranno verso i giusti risultati»

Vanoli Basket Cremona ha presentato ufficialmente nella giornata di oggi, venerdì 12 settembre, uno dei nuovi protagonisti in maglia biancoblu per la stagione 2025/2026. È stato infatti annunciato alla stampa Sasha Grant, ala italiana classe 2002 di origini anglo-giamaicane da parte di padre. Il numero 8 della Vanoli è il terzo tra i nuovi volti a roster a presentarsi alla stampa, dopo Davide Casarin e Aljami Durham. La conferenza stampa si è tenuta presso la sede di Cremona di Keropetrol, sponsor che anche quest'anno sarà presente sulle divise ufficiali della Vanoli Basket. L'Amministratore Delegato di Keropetrol Enrico Mainardi ha aperto la conferenza stampa, per poi lasciare spazio all'introduzione del General Manager della Vanoli Andrea Conti e alle domande dei giornalisti.
Enrico Mainardi: «Ringrazio tutta la Vanoli Family e in particolare Aldo Vanoli, che è una persona eccezionale, squisita. Anche quest'anno abbiamo deciso di essere presenti non soltanto al fianco della squadra, ma anche sulla maglia ufficiale, sulla quale sarà apposto il nostro logo. Siamo molto orgogliosi di esserci perché oltre al supporto legato al business e alla partnership, c'è un legame affettivo. Sono tifoso della Vanoli Cremona, non mi perdo mai una partita e auguro alla nuova squadra il meglio per la stagione»
Andrea Conti: «Il criterio sul quale si è basata la costruzione della squadra ha portato verso la scelta di Sasha, che ringraziamo per aver accettato la nostra proposta. È un giocatore che ha già avuto esperienze importanti nonostante i soli 23 anni: ha giocato al Bayern Monaco da giovanissimo, poi nelle ultime stagioni è stato un elemento importante per la Pallacanestro Reggiana, con cui ha disputato la Basketball Champions League. Qui a Cremona potrà trovare diverso spazio e minuti per esprimere ancor meglio le sue qualità, una rampa di lancio per raggiungere un livello più alto»
Come ti sei inserito nel gruppo e cosa senti di poter dare alla Vanoli? «Sta andando tutto molto bene. Ho avuto soltanto un piccolo acciacco che mi ha fermato per qualche giorno, durante la Valtellina Summer League a Livigno. A parte questo, la conoscenza con lo staff e la squadra sta procedendo benissimo. Stiamo costruendo delle buone abitudini che ci porteranno verso i giusti risultati»
Hai una cultura del lavoro molto seria, è una delle tue caratteristiche principali? «Mi considero una persona che lavora duro e prova a prepararsi al meglio per ogni sfida. Non sono mai stato il ragazzino con più talento, tra tutti quelli che ho incontrato. Una solida work ethic penso sia il presupposto di partenza per provare a migliorarsi come atleti. Sicuramente la cultura del lavoro mi caratterizza, ma la riscontro in tanti miei compagni di squadra qui a Cremona. Da quanto ho visto finora, posso dire che ognuno di noi ha voglia di dimostrare qualcosa in più. Siamo un gruppo di ragazzi affamati che insieme vuole raggiungere gli obiettivi di squadra, sforzandoci gli uni per gli altri. Per questo motivo ho scelto la Vanoli Cremona»
Hai conosciuto la Vanoli Basket da avversario, che pensiero avevi su questa società? Ora che ne fai parte, è cambiato o è rimasto lo stesso? «Ogni volta che ho affrontato la Vanoli da avversario sono state delle belle sfide. L'anno scorso al Pala Radi, quando giocavo per Reggio Emilia, riuscimmo a rimontare nell'ultimo quarto e a vincere la partita poi ai tempi supplementari. C'è sempre stato rispetto per questa società e per i giocatori che l'hanno rappresentata. Contro la Vanoli sono sempre state sfide molto combattute, ho bei ricordi al Pala Radi da avversario».
Raccontaci del tuo rapporto con Davide Casarin. Vi conoscete molto bene... «Tra me e Davide si è instaurata un'ottima intesa cestistica in campo e siamo buoni amici anche fuori dal parquet. Ci conosciamo da tanti anni, siamo cresciuti insieme in qualche modo, avendo condiviso più estati con le Nazionali Giovanili... Ci siamo ritrovati compagni di squadra pure alla Scaligera Verona e quando ho saputo che avrebbe giocato con me a Cremona quest'anno, sono stato molto contento».
Ti poni obiettivi anche in ottica Nazionale? Hai già esperienza a livello giovanile in Azzurro... «Mi concentro ogni giorno sul lavoro con l'obiettivo di migliorare non solo per me stesso, ma anche per i miei compagni. Se ognuno aggiunge qualcosa in più, sarà meno complicato arrivare a conquistare gli obiettivi comuni. Da parte mia c'è una grande volontà personale di crescere, lavorando sodo nel quotidiano. A Cremona ho trovato un allenatore che ci dà modo di esprimerci; in questo modo, ritengo sia più facile che venga fuori il potenziale di un giocatore. Alla Vanoli ho trovato un'opportunità, una società dai bei valori. Scegliere di trasferirmi a Cremona è stato molto semplice, farò di tutto per dare il mio contributo».
Fuori dal campo confermi di essere più di un semplice appassionato di musica? «Mi piace tutto ciò che riguarda la musica: ascoltarla, suonarla e anche produrla. Tempo fa andavo in studio, mentre in estate - quando ho più tempo libero - suono la batteria. Il mondo della musica senz'altro racchiude tanti miei hobbie, però il mio focus principale rimane sul basket. Da che ho terminato gli studi, le mie energie quotidiane si concentrano sul voler migliorare come giocatore».
Le tue origini sarde in che modo hanno contribuito a formare il tuo carattere? «Sono nato in Sardegna, sebbene tecnicamente sia nato da madre sarda e da padre anglo-jamaicano. Durante la mia infanzia ho vissuto per i primi cinque anni in Sardegna, poiper due anni in Svizzera e successivamente in Inghilterra per altri cinque anni. Mio padre si è spostato tanto per lavoro e io l'ho sempre seguito. Però mi sento sardo e sono fiero di esserlo. Allo stesso tempo mi sento legato alla Jamaica, perché pur non essendoci mai stato ho parenti jamaicani a Londra. Provo a controllare un po' il mio accento sardo, ma quando torno a casa noto che lo pronuncio ancor più marcatamente. Sono molto fiero delle mie origini, tanto da essermi tatuato "i quattro mori", tatuaggio che ho disegnato personalmente»
Che rapporto hai con i tatuaggi? «Mi piacciono, per ogni tatuaggio penso ci sia un racconto di vita. Tatuarsi rientra nelle nelle maniere che una persona ha per esprimersi. Già ho diversi tatuaggi sparsi per il corpo, ma credo proprio che ne farò altri»