Pistoia: Eric Paschall sul suo anno in Italia, la corsa salvezza, la gestione Rowan

Eric Paschall suona la carica in casa Estra Pistoia in vista della partita di domenica contro Cremona, chiave per la salvezza. «Per noi una vittoria che ha significato tanto – così il lungo dell’Estra – Giocavamo contro una squadra davvero forte, abituata a giocare tra campionato ed Eurocup. È un successo che ci aiuta anche nel morale, visto ciò che abbiamo passato lungo la stagione. Penso che la chiave della vittoria sia stato il piano partita di coach Okorn e dello staff: hanno studiato bene l’avversario e ci hanno reso il lavoro più facile. Avevamo bisogno di tornare a vincere ed è stato bello farlo in questo modo, con tutti che ci davano già per spacciati», ha detto alla trasmissione “White & Red” su Tv Prato, come riportato da PistoiaSport.
La vittoria a Venezia e la preparazione alla partita di domenica. «Il post-partita è stato fantastico: è bello tornare negli spogliatoi e vedere i tuoi compagni finalmente sorridenti e intenti a festeggiare. Sappiamo di essere ad un passo dalla retrocessione, dopo la brutta stagione che abbiamo vissuto: vedere però facce diverse e un umore più positivo fa solo bene. Nell’ultimo periodo siamo stati giù di morale: non è facile essere visti come la squadra-materasso di turno, contro cui la vittoria è scontata. Battere la Reyer è stato come lanciare un segnale a tutti. Martedì siamo rientrati in palestra col giusto atteggiamento, anche perché vincere aiuta a lavorare meglio e con più convinzione. A livello di campo, non cambia molto rispetto alle ultime settimane: l’approccio da parte nostra dovrà essere serio e dovremo ascoltare le indicazioni del coach. Stiamo studiando bene i nostri avversari e penso che possiamo assolutamente giocarcela».
La sua annata a Pistoia. «Una stagione folle: mentalmente non è facile affrontare così tanti cambiamenti nell’arco di una sola stagione. Tre allenatori diversi, tanti giocatori arrivati e tanti altri che se ne sono andati e svariate situazioni di cui eravamo completamente all’oscuro. Ora siamo più sereni e possiamo giocare con la testa libera. Penso che il presidente Joe David abbia fatto un lavoro grandioso nel garantirci tutto questo, rassicurandoci subito sul fatto che nulla era più come prima. Penso che anche i nostri tifosi, che secondo me sono i migliori di tutta la Serie A, abbiano accolto positivamente questo cambiamento. Va detto però che, anche prima, non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto».
La gestione Rowan. «Naturalmente la situazione era molto diversa quando c’erano loro. Negli USA non è difficile trovare squadre di livello più basso dove ci sono figli che giocano nella squadra di proprietà del padre. Ma qui era tutto diverso. Credo che il loro addio sia stato positivo per tutti, in particolare per gli italiani che si sono sentiti più liberi e sono tornati ad aiutarci. Abbiamo bisogno di loro: sono ragazzi fantastici che ci aiutano tanto in campo. Non si può pretendere di vincere con gli americani che fanno 37 minuti sul parquet e gli italiani che al massimo arrivano a 5. Questo per dire quanto la nostra situazione fosse anomala. Voglio comunque ringraziare Ron Rowan per avermi chiamato in estate e avermi permesso di tornare a giocare»