Nutribullet Treviso, Rossi: "Essere qui mi riempie d'orgoglio"

Il General Manager della Nutribullet Treviso Federico Pasquini e coach Alessandro Rossi hanno fatto il punto in vista della nuova stagione, partendo dalle sensazione positive del raduno, secondo Il Gazzettino di Treviso: “Per me è in primis – dice Rossi - l'emozione dei contatti umani: parlare di persona con i giocatori e gli altri componenti della società, scambiare le prime impressioni è una cosa che mi emoziona sempre in modo particolare. Essere l'allenatore di Treviso Basket mi riempie di orgoglio, ma anche di un fortissimo senso di responsabilità. Dopo averla brevemente assaggiata a Scafati, mi misurerò di nuovo con la Serie A. Sono consapevole di essere sostanzialmente un esordiente. Questo mi dà delle motivazioni esplosive: sono in un punto della mia carriera in cui dimostrare di poter allenare in questa categoria e questo rappresenterà la chiave per restarci. Arrivare dalla A2 non è una diminuzione, anzi è la dimostrazione della gavetta compiuta, del lavoro, dei momenti difficili superati. Sono partito dal basso, nessuno mi ha regalato niente, essere qui oggi è un orgoglio e uno stimolo per continuare a migliorarmi".
Tre aggettivi per la nuova Tvb? Rossi: "Dura, divertente, perché uno degli obiettivi deve essere trasferire qualcosa di positivo a chi ci guarda. E identitaria: deve trasparire un'identità sia quando le cose vanno bene, sia quando vanno male" Pasquini: "Divertente, consistente e ignorante. Se la differenza in campionato la fanno due o tre vittorie in più o in meno, un po' di ignoranza è necessaria".
Si parte con un obiettivo per la stagione? Pasquini: "Fissarne uno minimo, significa considerarsi "sfigati" e, di conseguenza, avere una scusante per non dare il 100%. Le valutazioni sulla possibile collocazione in classifica, lasciamole ad altri. Noi dobbiamo creare la squadra, dare il massimo e dobbiamo essere estremamente contenti di quello che abbiamo, pensando che i 12 giocatori in spogliatoio sono i migliori al mondo. Questa è la base per partire tutti insieme convinti di poter far bene". La piazza trevigiana, però, è calda, ma anche esigente, ricordando le tante vittorie del passato. Pasquini: "Qui non siamo in una piazza qualunque. Sarò entrato ormai duecento volte al Palaverde, vedere gli stendardi appesi al soffitto mette sempre un po' di soggezione, ma è soprattutto un grande orgoglio. Però, i tifosi ci devono accompagnare in questo progetto, capendo che Kukoc, Del Negro, Rebraca, Marconato, Bulleri e compagnia fanno parte del passato. Noi adesso dobbiamo essere legati e affezionati a Ragland, Weber, Rahkman, Pellegrino, Torresani e vedere cosa possiamo fare con questi ragazzi. Ho anche incontrato una delegazione di tifosi e li ho trovati positivi. A loro chiedo di contribuire senza pregiudizi, tutti insieme per l'obiettivo comune. Personalmente, mi impegno ad avere un confronto leale con tutti, dicendo le cose come stanno e con un'unica promessa: essere una persona corretta e cercare di fare il proprio meglio".