LBA - Varese, Silvio Barnabà: "Kaodirichi Akobundu-Ehiogu è sbalorditivo"

Kaodirichi Akobundu-Ehiogu 
Kaodirichi Akobundu-Ehiogu 
© foto di Degaspari/Ciamillo

Il fil rouge degli ultimi sei anni alla Pallacanestro Varese è il preparatore atletico Silvio Barnabà, classe 1971, dal momento che svolge questo incarico dal luglio del 2018 e ha visto passare sulla panchina biancorossa fior di allenatori come Attilio Caja, Massimo Bulleri, Adriano Vertemati, Johan Roijakkers, Alberto Seravalli, Matt Brase, Tom Bialaszewski fino all’attuale Herman Mandole. Il sito varesenews.it l'ha intervistato ieri (qui il testo completo) di cui vi diamo un estratto.

Atleti sempre più professionali all'avvio della stagione. "La prima cosa che devo fare ogni anno, quando si inizia il lavoro, è capire il grado di condizione dei giocatori. Devo dire che negli ultimi 7/8 anni è sempre migliore perché questi ragazzi non si fermano quasi mai d’estate e quindi è raro riscontrare tre o quattro livelli di forma differenti in gruppo, come invece accadeva in passato. Partire tutti alla pari è utile perché il lavoro è impostato in base allo stato di forma: con la squadra odierna abbiamo potuto anche anticipare i test di forza, che non possono essere svolti nei primi giorni, e questo ci ha consentito anche di andare a regime in tempi più brevi. Devo dire che questa situazione è stata favorita anche dall’abbassamento dell’età media della rosa."

L'approccio alla preparazione atletica di Herman Mandole. "Herman fa parte della nuova generazione di allenatori, è molto aperto e ascolta con attenzione le nostre indicazioni. In particolare, per quel che mi riguarda, è attento soprattutto alla mia attività di “allenatore fisico”. Noi abbiamo un doppio ruolo: supportare come preparatori atletici tutti gli sforzi dei giocatori e affiancare lo staff come allenatori fisici. In pratica io mantengo il controllo delle fasi attive di gioco (quelle tra due fischi dell’arbitro) valutandone il numero, la durata, la quantità di possessi anche con l’ausilio di strumenti elettronici e informatici. Il nostro modo di giocare prevede un minor numero di fasi attive che però hanno una durata lunga: in allenamento cerchiamo così di ricreare quello che accade durante le partite. Ed Hermann ha grande attenzione verso questo tipo di mansione e apprezza il mio metodo."

Kaodirichi Akobundu-Ehiogu dal suo punto di vista. "Kao è sbalorditivo: arriva al ferro del canestro con il mento ed è “solo” 2,05. Per dire: ad Avellino avevo avuto Hamady N’Diaye che toccava il ferro con i capelli ma era 2,11 di altezza. Come capacità di salto lo possiamo paragonare a Owens ma ha margini di molto superiori a Tariq. Per atletismo, voglia e capacità di ripetizione dello sforzo non ha eguali tra i giocatori che ho affiancato in 17 anni di Serie A e devo dire che nelle ultime stagioni si cerca sempre più giocatori di questo tipo."