Cantù: la sfida di un modello autosostenibile con l’incertezza tra A2 e A1

07.06.2021 17:08 di Paolo Corio Twitter:    vedi letture
Cantù: la sfida di un modello autosostenibile con l’incertezza tra A2 e A1

Se Roma non è stata costruita in un giorno, figuriamoci la nuova Pallacanestro Cantù. Per onestà di cronaca, la massima è stata citata da Angelo Passeri, presidente di Tutti Insieme Cantù, durante la conferenza stampa indetta dal club brianzolo per presentare i programmi di un futuro non solo prossimo. La seconda parte della frase è farina del nostro sacco, ma non vuole essere una battuta fine a se stessa. Il progetto biancoblu è davvero articolato, come tale anche complesso, e non a caso è stato presentato nella sede dello sponsor Labor Project con l’ausilio di un organigramma operativo da far invidia all’albero genealogico della casa reale inglese. Nello schema è perfettamente delineata l’interconnessione tra Cantù Next, che presiede alla realizzazione del nuovo Palazzetto, e la stessa Pallacanestro Cantù, con la precisazione da parte dell’ad Andrea Mauri che «la realizzazione dell’immobile corrisponde al 20% del progetto, di cui la Pallacanestro Cantù sarà la prima beneficiaria per sviluppare la sua attività sportiva».

In altre parole, arrivare all’inaugurazione della nuova casa (prevista da Sergio Paparelli, presidente di Cantù Next, per la stagione 2023-2024) non è il fine ma il mezzo per assicurare un futuro alla società. E di farlo in modo che «la Pallacanestro Cantù non abbia padroni, ma sia in grado di autosostenersi con i ricavi di tutte le attività a essa collegate». Parole, queste ultime, del presidente Roberto Allievi, parole che evocano un obiettivo più unico che raro nello sport italiano. Roba per rivoluzionarietà dell’approccio da equiparare al “no!” del Milan (non a caso di proprietà di un fondo americano) nella vicenda Donnarumma: un progetto che non prevede la presenza di un mecenate disposto a mettere soldi a fondo perduto per un suo sfizio personale, ma che punta all’autosostenibilità secondo le più basilari regole del basket (e non solo) d’oltreoceano. Una partita, sempre secondo i dati forniti dall’ad Andrea Mauri, giocata con il coinvolgimento di 80-90 diversi professionisti a fianco di Cantù Next e quindi di Pallacanestro Cantù, con l’obbligo però - questo l’aggiungiamo noi - di non perderla. Il che significa non sbagliare un solo tempo di gioco: quello dell’estinzione dei debiti della gestione Gerasimenko, annunciata da Angelo Passeri come cosa fatta entro un mese, ma anche quella della realizzazione del Palazzetto nel periodo previsto in un Paese in cui il concetto di inizio e fine lavori è astratto per definizione.

Intendiamoci: facciamo il tifo perché Cantù Next e Pallacanestro Cantù vincano la sfida, ma non si possono ignorare le tante incognite non solo burocratiche da affrontare. Alle quali si aggiunge quella sportiva: serie A2 oppure serie A1 nella stagione 2021-2022? La risposta, manco a dirlo, arriverà da quella Roma che non è stata costruita in un giorno, cioè dalle stanze capitoline della Fip e dalla persona del presidente Gianni Petrucci. Aiutare a crescere un modello autosostenibile come quello ipotizzato da Cantù (ovvero autorizzare il ripescaggio) dovrebbe essere un atto istintivo alla luce di quanto predicato dai nostri vertici sportivi in tante pubbliche occasioni, ma si sa che tra il dire e il fare c’è di mezzo sempre anche qualcos’altro. Con l’ulteriore ostacolo del quando: sì, perché la decisione della Fip - secondo quanto ipotizzato da più voci - non potrà arrivare che dalla metà di luglio in poi. La strategia scelta dal club, che vedrà l’imminente ingresso di Bruno Arrigoni nel cda per supervisionare la parte sportiva e quello di Fabrizio Frates come direttore tecnico, è quella di costruire un roster con due stranieri e italiani d’alto livello per l’A2, rimodulabile poi con l’integrazione di altri americani nel caso di riammissione all’A1. Impresa non facile, così come è tutt’altro che facile (a dispetto di chi guarda alla retrocessione come a una possibile occasione per ripartire con calma dal basso) vincere il secondo Campionato in Italia: altra incognita, l’ultima, di cui sono peraltro ben consci gli stessi dirigenti della Pallacanestro Cantù, ai quali non sfugge nemmeno la diversa portata in termini di visibilità e quindi finanziamenti dagli sponsor delle due serie. In Brianza la palla a due è stata comunque appena alzata, l’importante è che non venga meno la determinazione per cercare di portare a casa il risultato, dentro e fuori dal campo. (Paolo Corio)