Gigi Datome: "Si c'è stata la possibilità di tornare in NBA"

Gigi Datome: "Si c'è stata la possibilità di tornare in NBA"

In vacanza nella sua Gallura Gigi Datome si lascia intervistare da Andrea Sini de La Nuova Sardegna e parla con lui dei temi del momento.

Non una bugia il ritorno in NBA. "No, tutt'altro. Ho avuto contatti concreti anche in questi mesi. Dopo Detroit e Boston sarei potuto tornare in Nba, solo che non mi è capitata una chance per essere davvero protagonista. Non ho la smania di tornare in America e il Fener era comunque la prima scelta. Mi spiego: quando un coach come Obradovic a fine stagione viene a dirti che non riesce a vedere un progetto per i prossimi tre anni senza di te...insomma, sono cose importanti, ti fanno sentire coinvolto sino in fondo in qualcosa di veramente grande."

Istanbul. "Istanbul è una città unica, che scopro quotidianamente, con un mix di culture e di storia davvero affascinante. E in questo momento è anche il posto nel quale ci sono le migliori condizioni per fare il mio lavoro. Che resta pur sempre giocare a basket".

Di scommesse perdute. "Mi piace giocare con i social ma questa volta con twitter mi sono scottato. Ero incazzato nero per l'idea di dover perdere una giornata per giocare a Bergamo con degli scappati di casa. E siccome la cosa stava avendo un risalto enorme anche alla radio e sulla stampa non sportiva, allora ho rilanciato: ho coinvolto sportivi di altre discipline, ho allargato il campo e ho costruito un evento benefico. Non mi vergogno a dire che è stata una delle giornate più gratificanti della mia vita. Ho giocato a basket, ho trascorso 6 ore sotto un gazebo a vendere magliette con un caldo tremendo, con Castrogiovanni che minacciava di prendere a sberle chi non si mostrava abbastanza generoso. Abbiamo coinvolto qualche migliaio di persone e raccolto tanti soldi da destinare alla ricerca. Alla fine ero morto di fatica ma felicissimo. Lo rifaremo, altroché se lo rifaremo".

Bambagia e senso della realtà. "Ho tanti amici che fanno lavori normalissimi, o sono disoccupati, e mi portano quotidianamente alla realtà. Devo ammettere che in Nba vivi dentro una bolla e il rischio di smarrire la percezione del valore dei soldi c'è. Ma nella vita che faccio no. La mia ragazza, per esempio, ora è in Sardegna e sta facendo la stagione. Ma vedo i camerieri nell'hotel dei miei genitori, gente che si fa il mazzo e che mi fa ricordare che la bambagia non è eterna".