Virtus Bologna: Tra il mercato e il sogno playin, ma prima c’è lo Zalgiris

La Virtus Bologna si prepara a scendere in campo stasera a Kaunas contro lo Zalgiris, nel primo di due impegni settimanali di Eurolega. Una sfida cruciale, perché il campo lituano è storicamente ostico, e la Virtus non è mai riuscita a violarlo da quando è tornata nella massima competizione europea. Ma a tenere banco in città, più del parquet, è il tema mercato.
La stagione di Will Clyburn, infortunatosi gravemente dieci giorni fa, sembra compromessa, almeno per quanto riguarda la regular season di Eurolega. La Virtus, già terzultima in classifica con un record di 6 vittorie e 14 sconfitte, deve fare i conti con una realtà difficile: servirebbero almeno 11 successi nelle prossime 14 gare per sognare i playin. Un’impresa titanica, che spinge la dirigenza a interrogarsi sull’opportunità di rinforzare il roster.

L’idea di aggiungere un ottavo straniero, un sostituto di Clyburn, divide. Da un lato, servirebbe un giocatore in grado di incidere subito, utile non solo nell’immediato ma anche in prospettiva, magari compatibile con il ritorno dello stesso Clyburn. Dall’altro, le parole del patron Massimo Zanetti – “Meno siamo, più vinciamo” – lasciano intendere che, qualora arrivasse un rinforzo, ci sarebbe una partenza.
Il nome caldo è quello di Damien Jefferson, un giocatore versatile che potrebbe coprire il vuoto lasciato da Clyburn. Tuttavia, la sua eventuale firma dipende dalla situazione di Rayjon Tucker, la cui permanenza è tutt’altro che certa. Il nodo è il numero di stranieri: otto potrebbero essere troppi, soprattutto in una squadra che cerca un equilibrio tra Eurolega e campionato, con la Coppa Italia imminente e l’Olimpia Milano già all’orizzonte nei quarti.

Ma tutte queste domande, per ora, passano in secondo piano. La Virtus sa che prima di tutto deve vincere. Battere lo Zalgiris stasera e replicare venerdì sarebbe il modo migliore per alimentare speranze e dissipare dubbi. Una doppia impresa potrebbe cambiare il volto della stagione, riaccendendo le ambizioni europee e dando maggiore senso a eventuali movimenti di mercato.
Per ora, l’unica certezza è che servono risposte dal campo. Il resto, mercato compreso, verrà dopo.