McCalebb il piccolo che fa grandi tutte le sue squadre

Di Enrico Campana
In Macedonia l’americano più popolare non è Barack Obama, ma Lester Bo McCalebb. O meglio Borche McCalebbovski come lo conoscono ormai più di quel milione di persone – sulle due totali della giovane repubblica slava che compie 20 anni - scese in piazza per la prima volta per festeggiare la vittoria della nazionale di basket contro la Grecia . Grazie ai 27 punti di questo piccolo americano (nel roster è 1,78, in realtè è 1,83) che parte con la velocità di un razzo umano e ad anni di distanza ripropone l’azione griffata del grande campione messicano dell’Ignis, Manuel Raga. Ha offerto infatti una gamma di canestri uno diverso dall’altro, ma quelli decisivi e che sono impressi negli occhi è quando durante la sospensione finge il tiro poi torna leggermente giù per esplodere in controtempo guadagnando anche il fallo per il tiro libero.
Dopo l’impresa che ha proiettato fra le protagoniste assolute degli Europei una squadra senza storia, titoli e considerata un po’ cheap, come succedeva tanti anni fa con gli slavi, imperdonabile errore di valutazione perché Pero Antic in Italia sarebbe stato un grande come Meneghin, ha fatto soffrire la Spagna in semifinale e perso due volte e il bronzo con la grande Russia (per un totale di 3 punti e un canestro di tabellone da 3 allo scadere nella prima delle due gare..). A questo punto “The New York Times”, gli ha doverosamente dedicato una simpatica story . Per sottolineare non solo che fra le star NBA dell’europeo era l’unico nome poco famigliare ai connazionali. e che avergli cambiato le generalità rischia di creare un caso diplomatico fra i due paesi amici.
Dopo averlo ignorato quando nel 2006 uscito dalla UNO, l’acronimo dell’Università di New Orleans, la cittadina dove è nato, ha frequentato il college ed è stato il miglior giocatore dell’ateneo e quella dell’anno 2006 nella Sun Belt Conference, la NBA ha creduto in lui salvo Byron Scott il coach degli Hornets che disse di lui. “Non è male, però il suo problema è la statura, deve cambiare ruolo”. Gli americani rivendicano però adesso il Made in Usa di questo giocatore che ha portato la Fyr a vivere quasi la stessa favola di Hoosier, quel film interpretato da Gene Hackman nel quale una cenerentola del basket si trova proiettata nel paradiso del basket.
“Giocavo a Belgrado – ricorda – quando mi chiesero se volevo giocare con loro. Non mi informai nemmeno di dove andavo a giocare , risposi subito sì , presi il primo aereo per Skopje e il giorno seguente ero là. Quella è diventata subito la mia famiglia”.
Entrato nei panni strani di di Gospodin (il compagno) Borche McCalebbovski, ritirato il passaporto di un paese del quale sapeva vagamente l’esistenza, vive lì un mese all’anno, ma in un albergo di Skopje fra un allenamento e l’altro in attesa di partire per le gare all’estero. “Spero proprio che questa storia possa andare avanti per tanto tempo”, racconta per nulla sorpreso di questa imprevista metamorfosi della sua vita quasi la Macedonia facesse parte dello stato della Louisiana.Per lo sfollato dalla sua New Orleans in seguito alla tragica ferita provocata dall’uragano Katrina che ha costretto l’ateneo a chiudere la sezione basket, gli Stati Uniti sono sempre la sua patria ma adesso la Macedonia è il posto che ama di più e quello che gli permette di sentirsi a casa sua. E che gli ha dato la fama anche in America. Naturalmente lo stesso vale per Siena, lui ha trovato in Europa la sua NBA.
Non è stato profeta in patria, ma in compenso è l’eroe di un basket che ha contrapposto alle star della NBA le stars continentali, Navarro e lui, i più piccoli. Parker è grande, ma lui non è da meno, certamente valgono anche Calderon e Fernandez che giocano nella NBA ma come impatto sono leggermente sotto.
Siena gli ha fatto firmare quattro anni di contratto. Gran fiuto, ne trarrà vantaggi il club ma anche lui. Tutto quello che guadagnerà però da queste imprese europee non vale soldi, si trasforma in fama, nello strano cognome che non riesce nemmeno a pronunciare, oltre a una montagna di gratitudine della patria acquisita quasi per corrispondenza “perché abbiamo un budget di 350 mila euro che non ci permette di pagare il minimo cachet ai giocatori”, confessa Dejan Lekic il segretario della Federazione di Macedonia “Non ci sono state forzature, è arrivato, gli è piaciuto il nostro paese, gli siamo piaciuti e tutti lo amano. Ora è in pieno un macedone”, spiega Lekic.
La Macedonia non gioca per i quattrini, la fortuna è stata quella che McCalebb non ha contratti con la NBA, altrimenti non avrebbe potuto pagarsi la copertura assicurativa, magari gli ha dato una mano Siena che è stata la prima a capire le potenzialità di questa squadra che gioca per la gloria, il piacere. Naturalmente si fanno pubblicità con i successi, e capitalizzano il loro talento con contratti futuri . Ci ha insegnato, questa squadra, e anche in un certo senso le due finaliste che i giocatori della NBA non fanno la differenza, conta prima la squadra, il gruppo, il modo di vivere la nazionale, il suo ambiente. Adesso i giocatori sono oggetto di rivalutazione, che non vorrebbe, ad esempio, un personaggio come Pero Antic, che tira da 8-9 metri con l’uomo addosso o cattura decine di rimbalzi, o Szarmandiski, un pivot molto tecnico e coordinato, o i gemelli Stojanovski che hanno recitato la parte della variabile impazzita o un irriducibile come Vlado Ilievski che sembra il potere della falange.
Il taciturno e filiforme ragazzino della Lousiana si è trasformato in un tipo di campione che non va identificato col cannoniere, ha il dono come tutti i fuoriclasse veri di trasmettere il suo carisma nascosto garantendo il salto di qualità nelle squadre dove gioca. In realtà l’anno scorso a Siena non ha potuto dare questo imprinting per un lungo infortunio, in ogni caso lo scudetto è stato confermato e per il secondo anno consecutivo la sua squadra è arrivata nelle Final Four dell’Euroleague cambiando più di metà squadra.
Ha sognato di giocare per gli Hornets, ma il coach voleva cambiarlo in una point-guard, un playmaker, per quanti sforzi facesse non riusciva a calarsi nei panni di un giocatore con quelle caratteristiche. A Siena è diverso, i piccoli fanno la differenza, c’è meno fisicità. Il suo passaggio non ha la stessa efficacia degli altri fondamentali, uno dei quali è un dono di natura: scegliere il tiro giusto al momento giusto, soprattutto l’entrata perché questa sfida alla sua altezza sembra essere diventata la sua fissa, il resto guadagni, titoli, gloria contano ma è soprattutto una sfida metaforica a quella mancanza di statura che lo fa diventare grande. Come un altro giocatore di Siena che porta lo scudetto nella squadra che lo sceglie, McCalebb non ha mai avuto un anno-no. Si è alzato lui, e si sono alzate le sue squadre.
Mi ricordo che il primo che me lo segnalò fu Andrea Luchi, il gm dell’ultima Virtus d’alta classifica. “Arrivato dall’America in Turchia, Mersin non aveva mai fatto i playoff nella sua storia ma quell’anno McCalebb li ha trascinati a un esaltante 7° posto. Lo seguivo già da allora, chiuse con 17,7 punti, 3,4 rimbalzi, un dato clamoroso con la sua taglia, e fu il 1° con 2,7 nei recuperi. Pur essendo praticamente un rookie ero rimasto impressionato dal modo con il quale stava in campo. Personalità, leadership, playmaking ma anche molta difesa”
“Mi ricordo - conclude - che assieme a Matteo lo segnalammo con la preghiera di firmarlo prima possibile.. per noi sarebbe stato l'erede di Boykins, senza nessun dubbio e in quel momento poteva essere firmato a condizioni economiche eccezionali in rapporto al valore. Poi il Partizan che, come al solito ci vede lungo, fece un affarone e tornò dopo tanti anni alle Final Four, e perse due gare al supplementare”
Nello studio qui sotto le cifre confermano il suo capolavoro, è cresciuto ancora una volta con la sua squadra, quello che si dice l’uomo del salto di qualità: ha segnato, tirato bene, difeso, è stato il più pericoloso. Alla pari con Parker e Navarro, ma con una squadra inferiore.
encampana@alice.it
Ecco tutti i numeri dell’europeo Lester Bo McCalebb
Marcatori: 2° p.21,4.
Tiro percentuale: 9° totale (47%), 3° T2 52,4%, 32° T3 31%.
Tiri liberi percentuale: 5°85% (64/75).Tl segnati: 1° 5,58 (64 tot). Tl tentati: 2° 1° 6,8
Tiri 2 fatti; 4° 6,0. Tiri 3 fatti: 25° 1,2.
Tiri tentati: 2° 15,3. Da 2 tentati: 5° 11,3, da 3 tentati: 15° 3,8.
Rimbalzi of: 36° 1,1. Rimbalzi dif: 59° 2,0
Assist: 9° 3,7. Recuperi: 2° 2,1. Minuti: 4° 34,2. Falli: 6° 3,1 @RIPRODUZIONE RISERVATA