Zorzi: «Avenia era un predestinato alla panchina»

Fonte: RIETI BASKET CLUB SRL
Zorzi: «Avenia era un predestinato alla panchina»

A casa sua, a Gorizia, per smaltire un po' di amarezza per essere stato scaricato da Avellino, dove era assistente di Vitucci senza preavviso: il "Paron" Tonino Zorzi un po' si commuove nell'apprendere che Donato Avenia lo ha ricordato come il miglior maestro in carriera. 76 anni ben portati e meglio spesi, fuoriclasse da giocatore e da allenatore. Ma soprattutto maestro. «Se faccio il conto di quelli che ho allenato e che poi hanno scelto la mia stessa professione perdo il conto. A partire da Ettore Messina, che dopo due tiri liberi decisivi sbagliati fu preso da parte da Zorzi e convinto a cambiare mestiere. Consiglio azzeccato: un ex mediocre giocatore in meno, uno dei più grandi allenatori europei in più.
Ma torniamo a Donato Avenia, nuovo capoallenatore amarantoceleste:
«Un uomo fantastico, generoso, molto intelligente. Un giocatore che in allenamento stava in palestra sempre un'ora dopo gli altri e che poi si fermava a parlare di tecnica. Io sono un rompiscatole, ma lui mi batteva quando chiedeva in cosa e come poteva migliorare nei particolari, insistendo sulle piccole cose e sui dettagli. Che sono poi quelli che fanno grande un giocatore, al di là dei suoi limiti. Si vedeva che amava il basket come lo amo io, soprattutto nei momenti difficili. Nelle sconfitte, quando non cercava alibi ma spiegazioni per non ripetere gli errori. Da allenatore va in una piazza che conosco bene e che deve avere la massima fiducia in lui, come persona che conosce la pallacanestro in ogni aspetto e che lo fa da perfezionista, che non vuol dire pignolo ma continuamente attento».
«Mi fa piacere che si sia ricordato di me, citandomi come maestro», conclude Zorzi. «Alla mia veneranda età, sapere che un tuo giocatore ti ringrazia per quello che hai fatto per lui ti dà nuovi stimoli. Perché tutto mi sento meno che pensionato. Adesso gioco a golf, è vero. Ma quello è un hobby, il mio lavoro è vivere di basket e quando uno come Avenia mi ringrazia, oltre al piacere personale per la riconoscenza, pensi che è sulla strada che tu gli hai tracciato. Fatta di lavoro, studio, sacrifici che poi però portano a riconoscimenti che ti riempiono il cuore. Un po' come quando, se sei giornalista ti fermano pe strada e ti dicono: \"Complimenti, bell'articolo\". Grazie a Donato e magari un giorno vengo a vederlo allenare».