Il basket romagnolo piange per Livio Neri

Dalla sua città, Cesena, a Rimini. Da Rimini a Ravenna. Passando, inevitabilmente, da Forlì. Sul filo del passaparola, dell'sms e del social network, la pallacanestro romagnola-tutta è urtata in queste ore e piange le sue lacrime per la scomparsa prematura, a soli 35 anni, di Livio Neri. Deceduto nel pomeriggio di lunedi 31 ottobre 2011 dopo il calvario di un ultimo mese in lotta con un male allo stomaco. Un male che aveva forse radici lontane - Livio da anni faceva visite specialistiche in tutta Europa per capire le ragioni di quei dolori - e che un mese fa aveva accelerato improvvisamente, mettendolo sull'orlo del precipizio da cui il ragazzo è purtroppo precipitato.
Primogenito della famiglia forse più cestistica di Cesena (lui l'allenatore, Andrea l'arbitro, Fulvio - attualmente in forza al Gaetano Scirea - il giocatore), Livio dopo aver mosso i primi passi da allenatore giovanile nella Carisp Cesena andò a far esperienza ai Crabs Rimini, chiamato da Cedro Galli e Lupo Giordani, facendo anche due anni di assistentato a Ticchi in LegaDue (dal 2006 al 2008). Nell'estate del 2008 il passaggio al Piero Manetti Basket Ravenna, dove per due anni aveva agito da responsabile del settore giovanile.
Famiglia cestistica e anche parecchio sfortunata, quella dei Neri: pochi anni fa i 3 fratelli e il papà avevano dovuto sopportare la prematura scomparsa della mamma.