LBA - Derek Willis, il nativo USA che ama la Puglia

LBA - Derek Willis, il nativo USA che ama la Puglia

Giorgio Gandolfi fa il ritratto dell'uomo del momento, quel Derek Willis che nel passaggio clou della stagione è stato il fattore numero uno dell'exploit che ha portato la Happy Casa Brindisi, dopo un campionato ai primissimi livelli che non era profetizzabile a settembre, a diventare travolgente e agguantare un primo posto in classifica che sarà record nella storia del club pugliese, sulle pagine de La Provincia di Cremona.

Le immagini che gli atleti si fanno tatuare sul corpo hanno quasi sempre un significato importante per episodi o aspetti relativi alla loro vita. Derek Willis, ala grande dell'Happy Casa Brindisi, squadra grande rivelazione del campionato, ricorda le sue origini con un tatuaggio sulla spalla sinistra di un copricapo di piume tipico delle tribù native americane.

Nato a Louisville, nel Kentucky, ha vissuto con la famiglia anche in una riserva indiana in Wyoming, con la madre che appartiene a tre tribù, gli Arapaho, i Pawnee e i Muscogee. Willis è uno dei pochi nativi americani ad aver giocato in un'università di Prima Divisione ed è il primo, che io mi ricordi, che ha firmato per una squadra italiana.

Considerato uno tra i migliori prospetti usciti dalle scuole medie, si mette anche in luce viaggiando in tutti gli Stati Uniti per giocare i tornei giovanili dell'Amateur Athletic Union, come anche, questo era il suo hobby, per disputare tornei di Yu­gi­Oh! Un gioco di figurine giapponesi. Sono molte le squadre universitarie prestigiose che gli offrono borse di studio, da Indiana, a Louisville, a Purdue, ma lui sceglie l'Università di Kentucky ­ dove ha anche giocato con Marcus Lee della Vanoli­.

Questa università sforna ogni campionato giocatori che poi saranno scelti dall'NBA e nei suoi quattro anni al college ben 12 suoi compagni entreranno nella lega professionistica.

«Giocare per coach John Calipari è molto impegnativo e difficile -­ ha detto Willis -­, in ogni allenamento e ogni partita pretende il massimo, sempre e comunque, ma non esiste forse altra squadra universitaria con un allenatore come lui che ti prepara ad affrontare al meglio il mondo del basket professionistico».

Al termine dei quattro anni, dopo aver anche aver partecipato alla Final Four dei college nel 2015, non viene scelto dall'NBA, firma un contratto da free agent con i Detroit Pistons, ma viene mandato a giocare nella squadra satellite dei Grand Rapids Drive della G­League.

Nel 2018 viene selezionato per fare parte della squadra degli Stati Uniti alle qualificazioni del Mondiale 2018, ma non entra tra i 12. Inizia quindi il suo percorso europeo in Germania, prima a Gottingen, poi a Ulm, per approdare quest'anno a Brindisi.

Così lo descrive Frank Vitucci, il suo allenatore: «È un giocatore versatile, di grande energia e buona tecnica, in grado di difendere e segnare anche da tre punti. È un ragazzo che parla poco, sensibile, una bella persona».

Un altro suo punti di forza sono i rimbalzi, è quinto in campionato con 7.7 rimbalzi a partita, e in più di un'occasione ne presi 10, come nell'ultima partita contro Milano, dove ha segnato anche 17 punti.

Vive a Brindisi con la moglie Keely Potts e il video di come le ha fatto la proposta di nozze ha fatto il giro del web. In occasione della Senior Night, cioè dell'ultima partita in casa dei giocatori all'ultimo anno d'università, l'ha chiamata in mezzo al campo, e, di fronte a 24,000 spettatori, in ginocchio le ha chiesto di sposarla.

Sia lui che la moglie sono letteralmente innamorati della Puglia, del cibo, del mare, dei luoghi e stanno pensando di acquistare forse una casa in questa regione. Willis è una delle rivelazioni di questo campionato e speriamo, per Brindisi e per il campionato, che rimanga anche l'anno prossimo.