- Valtur Brindisi: intervista al GM Tullio Marino: «Decisi a aggredire il mercato»

Due diapositive della stagione appena conclusa. L’ultima di campionato, persa malamente in casa contro l’Urania Milano e che sancisce il tredicesimo posto, l’ultimo utile per accedere a Play-in; poi, dopo neanche 20 giorni, i Playoff contro Rimini, l’esodo di una città in gara 1, il sold out delle due gare casalinghe e l’uscita tra gli applausi. È stata questa la spinta principale per aggredire in questo modo il mercato? Il feeling ritrovato con il pubblico è stata la cosa più importante, soprattutto dopo una retrocessione, ma devo dire che, anche in una stagione di alti e bassi, il supporto del pubblico non ci è mai mancato. Poi chiaramente, quando abbiamo tirato fuori gli artigli prima nei Play-in e poi nei Playoff squadra e tifosi sono diventati una sola cosa. Questo ci ha dato grande spinta, tanto che alla fine siamo andati a una manciata di punti dal passare il turno contro una Rimini che si era giocata la promozione con Udine, era più lunga e con il fattore campo a favore. Quindi posso fare solo i complimenti. Affrontare il mercato con una tale aggressività dipende solo in parte da questo, ma è una scelta oculata che deriva dall’esperienza della scorsa stagione. Il progetto iniziale, che ruota attorno a Piero Bucchi, è basato sulla volontà di ritornare in LBA nel giro di due anni. L’anno scorso ci è servito per mettere le basi, mentre quest’anno dovevamo rifinire le sfaccettature attorno a un telaio già definito e collaudato, così come hanno dimostrato le 5 conferme (Radonjic, De Vico, Vildera, Ndzie e Fantoma ndr). La storia recente dell’A2 ha dimostrato che le promozioni si costruiscono nel corso degli anni. Con l’allenatore abbiamo iniziato molto presto a pensare alla squadra di quest’anno, abbiamo solo dovuto aspettare di sciogliere il dubbio Calzavara si, Calzavara no che era un po’ uno spartiacque. La decisione è stata di aggredire il mercato e andare diretti verso i nostri obiettivi.
Partendo da questo punto, quali sono i ragionamenti che sono stati fatti sul mercato, anche tenendo conto dell’esperienza dello scorso anno. L’anno scorso è stato un mercato ragionato, ma fino a un certo punto perché è stato davvero complicatissimo ricostruire interamente il roster. Quest’anno abbiamo avuto modo di ragionare di più, cosa a cui si è aggiunta la conoscenza del campionato. Con coach Bucchi abbiamo scelto di mettere la qualità degli esterni americani nelle mani degli allenatori, così come è stato scelto di costruire un roster con giocatori bidimensionali che possano coprire più ruoli. Ovviamente fosse rimasto Calzavara, l’avremmo fatta in maniera diversa, con la stessa formula dell’anno scorso.
Parliamo allora di questo roster, a cui manca solo il play americano, e dei nuovi innesti. Come hai detto giocatori come Mouaha, De Vico, Radonjic, Miani e Esposito sono in grado di coprire più ruoli. Inoltre avete scelto di fare un roster a 11 giocatori confermando anche Fantoma, quindi ti chiederei anche come sta De Vico. De Vico sta bene, sta recuperando dall’operazione e sta iniziando il lavoro in campo con il preparatore, lo aspettiamo pronto per il ritiro. Fantoma lo abbiamo confermato perché quella di A2 è una stagione sfiancante, in cui gli acciacchi ci sono sempre ed è importante essere sempre pronti, anche in allenamento dove passa gran parte dei successi del campo. Con le regole attuali e un mercato italiani inesistente durante la stagione non possiamo lasciare nulla di intentato. Radonjic partirà da 3, ma può fare anche il 4, così come De Vico, Miani può giocare anche da 5, quindi diciamo che al momento abbiamo 6 giocatori che possono occupare gli slot dei lunghi. Abbiamo tre giocatori che possono giocare da 5 (Miani, Vildera e Ndzie), starà poi all’allenatore decidere come utilizzarli a seconda dell’avversario che incontreremo. Il backup di Vildera sarà in partenza Ndzie, giocatore su cui Bucchi crede tantissimo e su cui vuole fare lo stesso lavoro fatto con Calzavara. Proprio per questo caso lo avevamo bloccato con un quadriennale; purtroppo l’anno scorso ha avuto tante noie fisiche in preparazione e quando è rientrato ha trovato la concorrenza di Del Cadia che in quel momento aveva dimostrato di essere più pronto. Grazie all’interesse dell’Urania Milano abbiamo potuto dare a Kevin la possibilità di giocare in prestito, ma ora siamo pronti a riprendere il lavoro. Nel ruolo di cambio del playmaker abbiamo sondato anche soluzioni su giovani promettenti dalla serie B, ma poi alla fine la scelta è ricaduta su Maspero che ci garantisce esperienza e solidità nel ruolo. Lorenzo è pronto, conosce la categoria e sa come dare minuti di qualità e, in questo modo, Bucchi potrà concentrarsi sullo sviluppo del solo Ndzie. Per il play straniero invece ci prenderemo il tempo necessario, senza fretta, anche perché il mercato degli americani cambia dal giorno alla notte. A parte i due centri, tutti i giocatori tirano con oltre il 35% da tre quindi deve essere un giocatore in grado di creare vantaggio e mettere in ritmo i compagni di squadra. Ovviamente dovrà avere punti nelle mani, perché in questo campionato gli americani devono fare gli americani.
Capitolo infortuni. Negli ultimi due anni i problemi sono stati innumerevoli. Avete pensato a qualche cambiamento nella struttura medica o nelle terapie e nei processi di recupero per evitare di trovarsi nella stessa situazione? L’anno della retrocessione gli infortuni sono stati dovuto a quel preliminare di BCL fatto in Turchia. Quella preparazione accelerata ha portato a una serie di problemi muscolari che ci hanno penalizzato per tutto l’inizio di stagione e che probabilmente ci hanno anche condannato. Sono figli di una gestione di cui non siamo stati contenti. Quest’anno gli infortuni muscolari più lunghi li ha avuti solo Vildera, che ha avuto diverse ricadute sullo stesso muscolo, dove possono sicuramente intervenire migliaia di fattori, non ultima la sfera emotiva. Gli altri sono stati traumatici, quindi in quei casi si tratta più di sfortuna che altro.
Hai parlato di mercato italiani inesistente. Passando da A a A2, Cosa cambia nella struttura e nel pensare la costruzione della squadra quando il core principale viene rappresentato dagli italiani? E’ un campionato complicato, difficile, con regole di mercato limitanti e una penuria di italiani. In serie A un americano lo cambi dalla sera alla mattina, in A2 un italiano è difficilissimo cambiarlo. O sei Trapani che mette una forza economica devastante, o per una società come noi con un budget che ha determinati limiti, pur aumentato del 15% rispetto allo scorso anno, è più complicato. A parte Cremona che aveva mantenuto un core di italiano dopo la retrocessione, le altre hanno dovuto costruire nel tempo. La differenza tra italiani buoni e italiani meno buoni è molto sottile e quindi è importante prendere giocatori giusti che possano integrarsi nel sistema giusto.
Capitolo società. Parliamo un po’ dell’assetto societario e di quello sportivo, che cambiamenti ci saranno? Il DS Leo DeRycke è in scadenza e saluterà Brindisi, lo sostituirete? Per l’assetto societario mi rimetto al comunicato di un paio di mesi fa. Stiamo lavorando a inserire nuovi soci e a procedere a un aumento di capitale anche per andare avanti con il progetto New Arena. Per l’area sportiva invece mi preme ringraziare Leo DeRycke per il lavoro svolto e per la dedizione che ci ha messo. È stato un professionista esemplare che ha lasciato Brindisi in questi giorni e che saluteremo a breve con un comunicato ufficiale. Tra me e Bucchi c’è stata piena sintonia nella costruzione del roster, abbiamo condiviso tutte le scelte e al 23 giugno abbiamo costruito tutto il roster a parte il play americano. Non prenderemo un DS, ma procederemo a una riorganizzazione interna dando maggiori responsabilità a figure già presenti in società. In questi anni hanno lavorato tanto, in modo duro e soprattutto bene, quindi è un giusto riconoscimento e meritano questa gratificazione.
Da GM hai dato sempre grande importanza al settore giovanile, gestito da Mino Guadalupi e che, dall’anno scorso si è arricchito di una collaborazione con l’ASSI, società storica brindisina che milita in C. Facciamo un po’ il punto della situazione. Con ASSI è una collaborazione che ha funzionato e che funziona. Abbiamo potuto dare spazio ai nostri ragazzi dell’U19 che erano presenti nella nostra foresteria e che hanno potuto confrontarsi in un campionato senior di livello. Abbiamo lavorato con persone serie e competenti con cui andremo avanti per perseguire il nostro obiettivo, ovvero quello di costruire profili e corpi che possano aiutare la prima squadra non solo in A2, ma anche in A. Non parlo ovviamente solo del campo, ma anche dell’allenamento in cui è importante avere a disposizione corpi e giocatori preparati che alzino il livello e che garantiscano sempre una qualità elevata del lavoro in palestra.