La strana storia di Andrea Renzi, da promessa a "Uomo Invisibile"

08.09.2011 17:19 di  Enrico Campana   vedi letture
La strana storia di Andrea Renzi, da promessa a "Uomo Invisibile"

Nota di Enrico Campana - Oggi parlerò di Andrea Renzi, perché all’Europeo è stato chiamato solòo nelle sedute spiritiche…
E parto da lui per parlare del nostro ritorno nell’  Europeo che  negli ultimi due anni  ha cristallizzato equivoci più preoccupanti dei risultati. Spiacente se non seguo l’onda, i giocatori ci sono. Che colpa ne ha la bandiera italica se chi li ha è il primo a non portarli…Ripeto: ci sono, e come.. Basterà  non impiccarsi con le nostre mani, ma semmai distendere bene la coperta corta e farla bastare come fa la Lituania che non ha 3 giocatori nella NBA.
Comunque, qualche “record” anche stavolta l’abbiamo portato a casa. Mi spiace non si sia avverata la profezia del presidente del CONI che evidentemente come molti altri e il sottoscritto pecca di troppo amore, speriamo che azzecchi il pronostico per la spedizione di Londra.
Riscontro  primati a volte spiccioli, a volte da Guinness.  Quelli positivi, ad esempio, poter contare su ben 3 giocatori della NBA, per gli  altri invece …. ho visto cose che…  Cose  fra il sorprendente e il clamoroso “andante sconcertante”. Cose che  si spiegano e non si spiegano, per cui è stato deciso che la dialettica nel basket non vale più del calcio della  mosca al cavallo, e che il nano-gigante si può controllare con la controinformazione, perchè non interessa ai grandi  media se non come pacchetto pubblicitario. Forse unica eccezione “MammaRai” , magari per rodare la sua squadra per il ritorno in campionato. Per il calcio avrebbe strepitato e pagato un service di supporto, in  questo Europeo  se l’è cavata con  immagini della regia internazionale assolutamente inferiori al livello dello spettacolo visto.
Il fatto  più divertente, in un certo senso emblematico, del diario baltico  riguarda  la nostra  gestione delle “risorse umane”  ritenute insufficienti da chi purtroppo è stato insufficiente (traduzione: inferiore all’attesa, alla fiducia)  e non può essere completamente attendibile, ha prodotto il “giallo” grottesco dell’Uomo Invisibile.
                                            E’ passato dalla A2 alla Nazionale
Proprio così. L’Uomo Invisibile  è l’ennesima storia di questa Azzurra che ha vestito i panni di Godot. Io difendo i giocatori come professionisti e come persone, specie con l’avanzata cinica dei passaportati, per cui uno che ti porta come dote il passaporto lo puoi collocare in qualunque posto nella squadra,  tanto puoi cambiare  l’allenatore che costa meno (per la verità non è così per tutti). Un aureo concetto che porta a un pensiero cinico e mercantile  è stato  espresso 2-3 anni fa un nostro dirigente di punta il quale, cito testualmente, ritiene  “gli italiani come il tendaggio del campionato”. Io direi che non è così, ma peggio: carne da macello, ovviamente metaforicamente.
Tornando a bomba (no, non parlo di Navarro), non mi sento infatti di definire  l’Uomo in Meno per il caso “piccino” nel quale si è trovato coinvolto suo malgrado il cover-boy della nostra squadra.
Andrea Renzi,  22 anni, 2,08,   sosia del nuotatore Rosolino, un fusto biondo “mesciato”, è  nato a Genova, livornese d’adozione, ingaggiato giovanissimo da Treviso e mandato l’anno scorso alla Tezenis Verona per fare esperienza. Un bel salto di qualità:  dalla A2 alla nazionale. Il suo europeo è finito  purtroppo in Valtellina, anzi non è mai cominciato perché nelle ultime 13 partite con Azzurra su 13 gare per 8 volte non è entrato in campo. E dopo i 2 punti di Rimini si è rivisto per l’ultima volta in campo per 4 minuti con i collegiali mormoni al torneo dell’Acropoli. 
Ma  cosa gli è capitato di tanto importante, nel suo primo Europeo, per essere  il protagonista di una storia curiosa degna di  “Primo Piano”?.  E’ stato dimenticato dal suo allenatore e ha avuto un’offerta da Miami?. No, semplicemente è diventato invisibile.
Ci racconteranno che è stato utile  per alzare l’agonismo negli allenamenti, che si tratta di un ragazzo divertente che fa gruppo. Siccome sono d’accordo, dopo aver passato in rassegna tutti i comunicati e non aver letto di problemi fisici o disciplinari,  quando mi sono dedicato  allo  studio di questo  campionato  europeo allo scopo di  stabilire se il voltafaccia all’apertura ai roster con 14 giocatori invece che 12  aveva comportato problemi alle formazioni per la durezza del gioco, mi sono accorto dell’impresa di Renzi. E’ entrato infatti nel  Guinnes dell’europeo in quanto l’unico fra le 12 squadre subito rispedite a casa a non aver messo mai piede in campo.
                                        Una storia degna in un racconto di Bar Baltic
E dopo il danno anche la beffa, perché bastava giocasse anche un solo minuto, e capisco che questa sia un’offesa alla persona. Nelle statistiche, il documento ufficiale della competizione, hanno  infatti cancellato il suo nome, quando magari  con un piccolo asterisco si poteva  spiegare l’arcano. Per cui figura nel roster ma l’hanno tolto dal bilancio statistico della squadra. Vuoi mai che un giorno i nipotini gli chiederanno, ma perché il tuo nome è stato cancellato?
In attesa che la Fip sim muova, ho inviato io una preghiera agli organizzatori alla Fiba  perché questo mi sembra una leggerezza imperdonabile. Giorno dopo giorno avremmo voluto sapere qualcosa dalla sua assenza dai campi. Per cercando sul sito ho letto incuriosito  Bar Baltic,  rubrichetta scritta in prima persona senza tuttavia  la firma di colui che  ci racconta  tante amenità sulla spedizione  lituana che mi è servita, in compenso, a  imparare  tante cose, ad esempio che Firenze è gemellata con Riga. Quella delle antenne web, invece, già le sapevo. Aspettavo che proprio in quella rubrica  venisse raccontata la  storia insolita  di questa promessa del basket italiano dimenticato invece  dai suoi 3 allenatori senza una spiegazione ufficiale. Soprattutto  la trovo doverosa, perché mancando i lunghi, lui lo è, ben piantato.
Le prospettive di partenza sono rosee. Due mesi di preparazione,  3 buone partite nella prima uscita della nazionale dopo anni di gavetta, giorni e giorni di impegno. Non chiamiamoli  sacrifici. Quelli  sono un’altra cosa, quelli le fanno  le società minori per  ripartire nei campionati con i costi che vanno alle stelle, lo stato che ti chiede continui e durissimi sacrifici, senza che, ad esempio, la Lega Nazionale abbia provveduto  a scegliere un pontiere di ferro in questa situazione di disagio. E proprio quando dovrebbero, pensano tutti, mettere adesso i paletti per fare quello che sarà il vero futuro campionato italiano del post-illusionismo.
                                          Torneranno i tre Tenori agli europei?
Ho trovato davvero strano, tornando a Renzi, di non averlo mai visto scendere in campo  quando la sua scheda ufficiale, offerta dal sito ufficiale,  ricorda che ha giocato 24 gare segnando 78 punti e con un career-hig di ben  24 punti nel 2009 a Casale contro la Croazia. E’ vero, oggi squadra un po’ declassata come la nostra ma  per colpa del suo allenatore e sgambetto”santo” di Nemesi perché affidare la maglia di Drazen Petrovic a un play americano con quel patrimonio di giovani non poteva che portare a una collera di Zeus. Che, si sa, albergava nell’Olimpo e ogni tanto scendeva nell’Acropoli dove già si giocava a basket.
Spero tanto che la nazionale lo recuperi e nopn lo usi più come cavallo da parata, che Renzi fra due anni si prenda la sua rivincita per questa omissione imperdonabile. Cosa  che rende bene di certe piccole cose che forse per il  “pensatoio” sono ininfluenti, e invece “performanti”, per parlare in slang.  Spero, per la rabbia, decida di  essere il trascinatore della squadra o l’Aiace della situazione.. Sento dire che gli azzurri mica sono sicuri, fra due anni, di tornare per le qualificazioni europee se non cambiano le cose, e c’è bisogno di gente come Renzi.  Hanno fatto bene, tornando ai Tre Tenori,  a non fare polemiche, per loro adesso è più importante pensare al futuro nella NBA a disintossicarsi. Magari, fra due anni ci sarà una  Federazione post-Olimpica, e  credo che lpattuale abbia in se una persona in grado di riportare l’ordine. Fa bene Superdino a stare in disparte fino a essere enigmatico, ma se uno grande e grosso come lui  si muove, possono essere dolori. I problemi sono altri, Dino potrà essere  sempre l’uomo giusto per la nazionale e operazioni di marketing, ma la squadra dovrebbe  cambiare totalmente. E chiudere col passato.
Spero che non vengano sottovalutate certe fortune dei nostri tempi. Ad esempio  la cosiddetta “massa critica” in un sistema arroccato sui propri privilegi potrebbe dilagare. Naturalmente una rivoluzione culturale, nella quale bisogna avranno una parte anche i giocatori italiani. Se ancora se ne trovano.
                                     Con Hackett, meglio Gentile di Maestranzi
A questo punto vi lascio allo studio, con la conferma che non c’è bisogno per ore delle 14 squadre se tanto è lo spreco. Peensate che è stato lasciato in panchina anche un certo Vranes, un gigante di 2 metri e 30, l’antenna degli europei, che  in passato ha ottenutoe un ingaggio nella NBA. Naturalmente  nel club degli “Zero Canestri”, Tony Maestranzi è il presidente essendo   quello che ha giocato di più compensando di meno. E pensare che l’anno scorso era stato presentato come colui che doveva, col suo tiro da 3, far crollare le difese avversarie. E’ invece dopo una stagione che non giustificava la convocazione, è crollato prima lui. Mi spiace per lui, è un professionista, viene dal college Usa dove il concetto di Loyalty è sacra, mentre da noi non so se è ancora così. Gli si poteva risparmiare questa figura,  con Hackett in crescita era naturale chiamare  Gentile, il vero specialista, avremmo guadagnato punti e un giocatoe già pronto. Come hanno fatto la Lituania con Valanciunas, la Turchia con Kanter, la Georgia con Shengelia.
encampana@alice.it

“Zero Canestri”, un club esclusivo con soli 11 soci e 2 azzurri
 

1) Belgio: Randy Oveneke ( 25, 1,99 pf) 2 gare, 16 minuti, 0/5 al tiro
2) BosniaErzegovina:  Ermin Jazvin (31 anni, 2,07) 2 gare, 8 minuti, 0/2 al tiro, 2 ri., 1 as. 1 pe., 3 f;  Alecsei Nesovic (26, 1,89) 1 gara, 8 minuti, 0/2 al tiro, 1 ri., 2 pe., 1 f
1) Croazia:  Damian Rudez (25, 2,03 f), 3 gare,  14 minuti, 0/5 al tiro, 4 rimbalzi, 4 falli
2) ITALIA: Tony Maestranzi (27, 1,78 p ), 3 gare, 31 minuti, 0/5 al tiro, 2 re., 1 as, 2 pe., 4 falli; Andrea Renzi (22, 2,08 pf) non è mai stato messo in campo.
1) Israele: Uri Kokia (30, 2,02) 1 gara, 2 minuti,  0 tiri
1) Lettonia: Marek Mejeris (21, 2,07,  pf) 4 gare,  36 minuti, 9 rimbalzi (media 2,3), 0 punti; Edgars Jeromanovs (26, 1,90, p) 3 gare, 26 minuti, 0 punti
1) Polonia: Adams Waczynski (21, 1,99 g),  4 gare, 14 minuti, 0/2 al tiro, 3 perse, 2 falli
1) Portogallo: Ferdinando Sousa (30, 1,92 sf), 2 gare, 11 minuti, tiro 0/3, 1 rimbalzo, 1 assist, 3 falli

I meno utilizzati delle altre squadre tornate a casa

Bulgaria: Tancho Banev (31, 2,07 f), 4 gare, 32 minuti, 2 punti, 1/1, TL 0/4 , 7 rimbalzi, 2 pe., 8 f
Gran Bretagna: Andrew Lawrence (21, 1,88 p), 3 gare, 17 minuti, 3 p. tiro 1/3, 2 ri., 4 pe, 6 rec, 3 f 
Montenegro: Slavko Vranes (28, 2,30c, ex Portland Trail Blazers), 3 gare, 24 min, 2 p., 1/3, 9 ri. (3,0), 1 st.
Ukraina: Oleg Saltovets (34, 2,02 f), 3 gare, 7 min, 2 p., Tiro 0/1, TL 2/4, 2 ri. @RIPRODUZIONE RISERVATA