I Miami Heat schiacciano i Clippers: ritmo, triple e un parziale da KO
La differenza di ritmo, evidente sin dall’inizio di stagione, esplode subito: Miami accelera costantemente, mentre i Clippers provano a rallentare la cadenza. Bam Adebayo colpisce per primo, in attacco e in difesa, e con un 10-0 gli Heat prendono il comando, sostenuti da fisicità e transizione. Solo Ivica Zubac regge l’urto, ma tra difesa attiva e precisione da tre, i Floridiani impongono il loro piano gara e chiudono il primo quarto sul 35-24, con inerzia e spaziature già dalla loro parte.
Il secondo quarto sembra rimescolare le carte: Kawhi Leonard suona la carica, alza intensità su entrambe le metà campo e guida un 18-2 che riporta i Clippers in scia. È l’attimo in cui il duello pare finalmente decollare, ma la risposta delle truppe di Erik Spoelstra è cingolata: un devastante 32-4 che spezza la partita. Norman Powell si accende dall’arco, Simone Fontecchio agsce ottimamente sui due lati del campo (7 punti, 4 rimbalzi, 2 assist in 20'32"), Miami infila un impressionante 14/24 da tre nel primo tempo, e all’intervallo il 76-56 racconta una gara già indirizzata.
La ripresa non cambia la trama: dopo due minuti, Tyronn Lue si irrita e lancia il banco, ma le seconde linee di Los Angeles si scontrano con i titolari di Miami in piena fiducia. Il divario tecnico e di energia si allarga, con gli Heat che toccano anche il +38 e gestiscono ritmo, spazi e rimbalzi come un metronomo. Leonard e i titolari accorciano nel garbage time, rendendo lo scarto più lieve, ma la sostanza resta: Miami chiude 140-123, legittimando superiorità e letture.
Dentro le prestazioni: Kawhi è l’unica vera luce nella notte, timido nel primo quarto, poi protagonista e infine produttivo quando la gara è ormai senza posta, chiudendo con 36 punti, 7 rimbalzi e 3 recuperi. Dall’altro lato, la coralità di Miami travolge: 24/46 da tre complessivo, esecuzione pulita e un Adebayo dominante nei due lati del campo. I Clippers mostrano una reazione breve e monocorde, con James Harden in grande difficoltà (11 punti con 2/6 al tiro e 5 palle perse) e un quinto ko di fila che interroga carattere e identità.