LBA - Varese, Alberto Castelli sull'ultimatum a Pelligra e Bialaszewski
Alberto Castelli, presidente del consorzio Varese Nel Cuore, è stato ieri sera l’ospite dell’ottava puntata de L’Ultima Contesa, il talk show di VareseNoi (in fondo all'articolo il video dell'intervento), e non poteva che partire dall'ultimatum lanciato al gruppo Pelligra, che sembra si sia tirato indietro dall'operazione d'ingresso nel capitale sociale della Pallacanestro Varese e delle altre iniziative che erano state presentate negli ultimi mesi.
Gruppo Pelligra: "Abbiamo consegnato una diffida, che è un atto formale che serve per rendere efficace un contratto. Qual ora non arrivasse il pagamento nei prossimi giorni Pallacanestro Varese si riterrà libera; questo vuol dire che se i soldi arriveranno tra una settimana noi non necessariamente non li dovremo accogliere, ma potrebbero cambiare le modalità che furono sottoscritte. È ovvio che siamo in una situazione un po’ di limbo, che come tale è un’attesa, e non è una situazione che può procrastinarsi all’infinito. Se l’attesa arrivasse fino alla fine, a quel punto percorreremo altre strade, faremo ragionamenti con altre persone che vogliono bene alla Pallacanestro Varese. Cosa non ha non funzionato finora? Non lo so. Quello che so io è quello che sanno tutti, ed è quello che il gruppo Pelligra ha sempre comunicato."
La partita persa domenica dalla Openjobmetis. "Non credo che oggi come oggi ci siano partite già scritte in campionato, e anche quella di ieri sera non poteva esserlo. Tutti noi speravamo in una vittoria che ci avrebbe fatto venire molto più il sorriso e ci avrebbe permesso di essere più sereni. Sconfitta è stata, bisogna capire qualcosa della realtà e dove e come intervenire. Altrettanto chiaro che, viste queste partite, qualche problema oggettivo e strutturale questa squadra ce l’ha."
La posizione di coach Bialaszewski. "Secondo me la vita del coach è molto più difficile di quella di qualsiasi giocatore. Io di coach ne ho conosciuti tanti, e non ho conosciuto nessuno che non si facesse un “mazzo tanto”, e il nostro coach attuale non si esime. Il coach deve anche diventare un grande motivatore, e noi quest’anno abbiamo giocatori scarichi. Poi credo che le proprie idee debbano essere riviste quando si picchia la testa contro il muro. Devo però dire che non c’è stato un momento di non coesione della società: a Varese c’è sempre stato una grandissima unità, una stima reciproca e un camminare insieme verso la meta."