Final Eight, le pagelle dei quarti tra blitz di Sassari e vittoria al cardiopalma di Brindisi

16.02.2019 13:13 di  Paolo Corio  Twitter:    vedi letture
www.dinamobasket.com
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10 e lode anticipato a chiunque riuscisse in futuro a clonare 4 o 5 Gianmarco Pozzecco da spargere, come giocatori o allenatori, nell'ingrigito basket italiano per ridare divertimento al pubblico e ravvivare l'interesse dei media. Fantastico il Pozz al suo rientro: concentrato sul presente ben al di là dei 40 minuti in cui la sua Sassari è riuscita a ribaltare all'ultimo la semifinale con Venezia; preoccupato del futuro al punto di prevedere uno scontro con Cremona e non con la vincente tra Avellino e Brindisi; così legato alla sua onestà intellettuale da confessare che sì, in effetti il canestro vincente di Cooley è stato frutto di un'incredibile gioco offensivo da lui disegnato durante il time out proprio come quando a Capo d'Orlando... rimisero la palla in gioco e Basile sparò da 8 metri uno dei suoi tiri ignoranti. Per non parlare delle pacche d'incoraggiamento all'altro triestino Tonut ogni volta che sostava in attacco davanti alla sua panchina per poi mitragliare la retina della Dinamo (20 punti con 7/11 al tiro in 19'). Se il più imprevedibile dei coach riuscirà a gestire l'emotività, quella di Stefano Sardara potrebbe rivelarsi presto un'altra scommessa vinta.

10 pieno alla sconfitta Avellino e alla semifinalista Brindisi per una partita dalle continue rimonte (prima avanti di 19 i pugliesi nel secondo quarto, poi sopra di 16 gli irpini nella terza frazione) e soprattutto per l'appassionante punto a punto dell'ultimo periodo, spezzato solo in fondo dall'errore al tiro di Sykes (top-scorer dei suoi con 23 punti) e dalla liberatoria schiacciata in contropiede di Banks (miglior realizzatore del match con 26) a firmare il definitivo 95 a 92 di una sfida da ricordare. 

9 alla prestazione di Dyshawn Pierre: per l'ala canadese 24 punti (con 8/11 da due e 1/1 da oltre l'arco), 9 rimbalzi, 1 assist e 6 falli subiti. Il tutto per un 30 di valutazione in 33' di massima energia sul parquet, anche quando Venezia sembrava ormai destinata ad avere la meglio.

8 a Jeremy Chappell, come i punti messi a referto con l'aggiunta di 2 rimbalzi. Perché quello che il tabellino non dice sono i 35' di altissima difesa e, proprio come accadeva la scorsa stagione a Cantù, di costante esempio a non mollare per tutti i compagni.

7 a Marco Spissu, che nel puro stile del suo attuale coach spinge come un matto durante la rimonta di Sassari, per poi sedersi in panchina e lasciare che il lavoro si chiuda sotto la regia di Jaime Smith (15 punti in 25').

4 alla Reyer Venezia per essersi lasciata sfuggire di mano una vittoria che ancora al 25° pareva cosa fatta (68-50). Per gli uomini di coach De Raffaele l'ennesima eliminazione ai quarti di Coppa Italia non è stata frutto della cabala, ma dell'aver gettato quasi da soli sabbia negli ingranaggi offensivi proprio quando il motore stava andando al massimo dei giri. Oltre a quello della beffa, per i lagunari rimane il ricordo di una prestazione balistica da oltre l'arco davvero notevole: 17/34 nelle triple. Ma forse il problema è stato anche affidarsi troppo al tiro da fuori anziché cercare di attaccare un po' di più il canestro: solo 19 i tiri da due (con 11 realizzazioni).

Paolo Corio