Verso Reggio-Avellino, il commento di Guida: "Emiliani favoriti, ma la Sidigas è il cliente peggiore"

Sabato sera la Sidigas ritornerà su gazzetta.it. E’ la terza volta dopo le dirette casalinghe con Caserta e Brindisi. Come sempre ci sarà il commento tecnico di Dan Peterson, che nell’occasione affiancherà Davide Chinellato. A Guido Guida, prima voce e responsabile della sezione basket del sito della Rosa, abbiamo chiesto un parziale bilancio delle dirette on line, oltre che un suo giudizio sul campionato e sulla Sidigas.
Soddisfatti di queste prime telecronache su gazzetta? Avete in mente delle novità per il prosieguo?
Ne abbiamo fatte poche e non sempre abbiamo potuto scegliere le partite che volevamo. Dopo qualche settimana abbiamo aggiustato il tiro e le cose stanno viaggiando nel modo giusto. Ad esprimere un giudizio, però, dovranno essere gli appassionati. In tema di novità, la trasmissione in diretta di tutte le gare della Final Eight di Milano sarà un momento che ci coinvolgerà molto.
Avellino è una squadra a trazione anteriore con tanti punti nelle mani. Cosa manca?
E’ una squadra che si basa molto sull’estro di giocatori di talento, ma che non fanno della continuità il loro punto di forza. Nelle giornate di grazia possono battere chiunque o quasi. Le squadre di Vitucci escono alla distanza proprio perché tendenzialmente offensive e necessitano di feeling. In una squadra più rodata se ne potranno giovare i lunghi che peraltro già stanno facendo benissimo.
Dragovic è con le valige in mano. Tra i giocatori offerti in quel ruolo, l’ultimo è Kenni Kadji ala grande-centro camerunense di 210 cm, classe ’88, uscito l’anno scorso dal college Florida State ed ora in forza al New York Phantoms in Germania. Quali sono i tuoi consigli di mercato?
Io non farei movimenti per due motivi: ci sono dei margini di crescita e non penso che Avellino abbia la possibilità di prendere un giocatore d’impatto che possa cambiare il volto della squadra. Togliere Dragovic per un giocatore di livello poco superiore non sposterà molto.
Richardson, messo in discussione, ha reagito con alcune prestazione convincenti, allontanando le voci di taglio. Al suo posto si è fatto più di un pensiero sull’ex Montegranaro, Mardy Collins, prima del suo passaggio all’Olympiakos. Una delle delusioni è però Hayes. Responsabilità del giocatore o del sistema che tuttora non ha ben chiaro il ruolo dove utilizzarlo?
Valgono entrambi gli aspetti. E’ un giocatore esperto. Il fatto che abbia un background più importante di alcuni compagni non significa che debba esser lui il leader offensivo. La squadra imparerà a conoscerlo ed un po’ sarà lui a capire in che modo essere leader, magari occulto, di esperienza nei momenti di difficoltà.
Reggio Emilia, con un Kaukenas in più, è imbattuta in casa con una difesa da 66,3 punti subiti tra le mura amiche (solo Milano fa meglio): il peggior cliente per Avellino in questo momento, come finirà?
Se devo dare un pronostico, dico che Reggio Emilia è favorita, ma Avellino è il peggior cliente possibile in quella fascia di classifica. Se è in serata al tiro, la Sidigas ha dimostrato di poter battere chiunque.
Hackett a Milano: questa volta Armani potrà finalmente sorridere oppure ci sarà equilibrio fino alla fine?
Se Milano dovesse fallire sarebbe qualcosa di epocale: è la squadra nettamente più forte. Ma non è detto che i favoriti vincano: questo è il bello dello sport. La dimostrazione sono le attuali sei squadre praticamente appaiate al vertice.
Tra di esse qual è la più seria alternativa a Milano?
Ognuna ha una qualità per esserlo. Sassari offre il gioco offensivo migliore. Cantù è tra le più equilibrate. Siena ha mostrato la pallacanestro più ordinata e precisa, ma bisogna valutare l’impatto dei recenti cambiamenti. Roma e Brindisi forse hanno qualcosa in meno. In Puglia ci sono però due tra i giocatori più interessanti come Dyson e Snaer. Roma, con l’inserimento di Sczewczyk, ha allungato le rotazioni con un lungo di qualità.
La serie A si conferma torneo dei rookie e delle opportunità: quali sono i migliori esordienti in serie A?
Tra i rookie sicuramente Mbawke a Roma ed Anosike a Pesaro. E’ sorprendente vedere due lunghi con un impatto simile al primo dopo il college. Tra i giocatori non rookie ma nuovi arrivati, Dyson a Brindisi, Will Thomas ad Avellino e Walsch a Bologna sono quelli che stanno mostrando qualcosa in più. Nel campionato delle altre dieci se Venezia dovesse cambiare qualcosa in corsa potrebbe impensierire le altre sei. In coda è una partita a tre. Pesaro ha margine di miglioramenti maggiori. Montegranaro ha qualcosa in più però è la squadra maggiormente basata sul talento dei singoli.
Il campionato italiano di basket non è più al vertice in Europa, una crisi di strutturale o una povertà di idee?
La situazione economica delle società è il primo aspetto ma c’è dell’altro. Se le società italiane negli anni sono molto migliorate in termini di scouting, non hanno fatto altrettanto a livello di organizzazione. La lega in questo non definisce uno standard minimo: tutto è lasciato alla bravura del dirigente di turno. L’organizzazione riguarda una miriade di aspetti che si riverberano sull’appetibilità dello spettacolo. Il basket italiano paga anche altre situazioni. L’Nba ha raddoppiato il numero dei giocatori negli ultimi trent’anni. Adesso altrove si sceglie dal 500 esimo miglior giocatore e bisogna confrontarsi con la concorrenza di un mondo globalizzato. Ogni paese ha squadre che possono competere con i top team italiani. Dal Kazakistan alle Filippine, per non parlare della Cina. Nelle Filippine è normale pagare 20 mila dollari mensili: chi sogna l’Nba magari preferisce andare lì per tre mesi e non in Europa. Il campionato ha anche perso giocatori come Gallinari, Bargnani, Belinelli Datome, Poeta, Crosariol. Esporta allenatori: Messina, Scariolo, Trinchieri. Se sommiamo tutti questi aspetti viene fuori il risultato attuale.