Pittis torna in campo con la Nazionale

18.03.2010 20:37 di  Roberto Bernardini   vedi letture
Fonte: Corriere dello Sport - Stadio
Pittis torna in campo con la Nazionale

 Un po' si era emozionato, lunedì scorso a Milano, il vecchio Dan. Chiamato sul palco dell'Edison durante la presentazione dei programmi azzurri per il 2010, guardando i personaggi intorno a lui, ricordava «Riccardo aveva nove anni, Marco sedici, Dino..., beh, lui era già vecchio quando sono arrivato a Milano. Ed ora qui vedo Meneghin presidente federale, Bonamico presidente di Lega, Pittis team manager della Nazionale: ne hanno fatta di strada i miei ragazzi». Mancava una lacrimuccia che quel sentimentalone di Peterson non avrebbe però mai confessato, nemmeno davanti all'evidenza. E' vero, nel gruppo dei "potenti" è entrato anche Riccardo Pittis, 41 anni, argento europeo con la Nazionale nel '91 e nel '97, oro ai Mediterranei del 1993, ma anche 24 trofei tra Milano e Treviso: sette scudetti, sette Coppe Italia, tre Supercoppe italiane, due Coppe dei Campioni, due Korac, due Coppe delle Coppe, una Coppa Intercontinentale, tra Milano e Treviso. Per somma di successi, Riccardo è secondo al solo Meneghin (undici ne ha raggiunti proprio con Dino) che, infatti, lo ha voluto al suo vecchio posto, team manager della Nazionale, sottraendolo per l'estate all'attività di giornalista per Sky. Mestiere nuovo, «E tutto da scoprire». Con un buon maestro. «Dino già mi ha dato qualche consiglio, continuerà a darmi una mano». Basterà? «Qualcosa ho imparato, il resto verrà con l'esperienza». Ma con quale spirito? «Con un entusiasmo che non provavo più , da parecchio tempo». Il momento azzurro non è dei più felici. «E' proprio brutto, ma si può venirne fuori. Ci sono tutti gli ingredienti per una buona nuscita». Difficile anche trovare giocatori. «Il panorama non è particolarmente roseo, e per questo è necessario che la Nazionale faccia buoni risultati». Ci crede? «Con i tre della Nba e tanti buoni giocatori, vien fuori un'ottima squadra». Sono così tanti i buoni giocatori italiani? «Sei-sette, ma bastano, se ci sono anche Bargnani, Belinelli e Gallinari, per fare una squadra vincente». Per esempio? «Aradori, si sta confermando un buon prospetto ». Appunto, un prospetto. «Ma ha solo ventun anni e poi gioca, ha il suo spazio: è cresciuto tantissimo quest'anno ». Il solito discorso. «Sì, ma anche i giocatori debbono fare qualcosa. Non rassegnarsi a quel che possono ritagliarsi nella squadra di club, ma adattarsi a più ruoli per trovare sempre più spazi ». Come Pittis, nato play e finito quasi pivot. «Già. Altri tempi, ma soprattutto la fortuna di aver trovato grandi squadre e grandissimi compagni al cui fianco crescere». Team manager o giornalista? «Tutti e due, senza mai rinunciare ai commenti dettati dall'evidenza della partita. Cioè: nessun riguardo particolare per nessuno, solo e sempre la verità».

Mario Arceri