Playoff, Siena e la tv del basket

Fonte: www.marioarceri.it
Playoff, Siena e la tv del basket

Conclusa la stagione regolare, si aprono sette giorni di riposo per le otto squadre qualificate per i play off e una lunga estate di meditazione per chi ne è rimasta esclusa. Sul filo di lana, Pistoia, neopromossa partita malissimo e poi cresciuta settimana dopo settimana, ha conquistato un posto nei play off battendo Caserta di soli cinque punti (non recuperando quindi lo svantaggio nel confronto diretto) ma, finendo a pari punti anche con Reggio Emilia battuta ad Avellino, ha escluso per classifica avulsa la Pasta Reggia: bello scherzetto degli avellinesi ai cugini casertani. Sempre sul filo di lana, Pesaro ha agguantato Montegranaro spedendo in Golden i corregionali. Tutto lascia supporre però che la Sutor possa essere ripescata, se lo vorrà, e cioè se presenterà la relativa istanza, visto che la Mens Sana in liquidazione non verrà iscritta al prossimo campionato, riservando al basket senese, come già avvenuto con Treviso e con la Fortitudo lo scorso anno, un posto nel campionato dilettantistico più alto che proporrà spazi liberi (DNB?).

Tuttavia sui play off pende una spada di damocle: Caserta farà ricorso per la condizione per lo meno incerta della Montepaschi? La radiazione, d'obbligo nel caso di stato di liquidazione della società, decorre dalla stagione successiva o già in corso d'opera (come avvenne per Napoli, che tuttavia...

era morosa anche nel pagamento degli oneri previdenziali e fiscali) al momento della decisione della magistratura? Il regolamento non è chiaro, l'eventuale ricorso contribuirà a fare chiarezza e, soprattutto, giurisprudenza. L'indirizzo è quello di salvaguardare la correntezza della stagione, ma se Caserta, o chi per essa (anche un privato cittadino per evitare che scatti la clausola compromissoria), adisse le vie legali, poniamo davanti al Tar, l'esito potrebbe essere clamoroso. 

Chissà. Forse è per questo, e cioè per dare tempo ai vari gradi di giustizia di intervenire qualora necessario, che il basket si ferma per sette giorni, riprendendo soltanto lunedì 19 con il primo turno dei quarti di finale. Ma tra venerdì e domenica a Milano si disputerà la Final Four di Eurolega che non vede squadre italiane in gara: un atto di omaggio della Lega italiana alla potente Lega europea? 

Di sicuro c'è che, per la prima volta da molti anni, tra stagione regolare e inizio dei play off passa un tempo così lungo, procrastinando una vola di più la fine dei play off a fine giugno o quasi nonostante (o proprio per questo motivo) i quarti questa volta si sono ridotti al meglio di cinque gare, rimanendo su sette confronti sia semifinale sia finale. 

Sta di fatto che la Lega di Serie A sta attraversando un periodo non facile e per lo meno confuso. Le vicende giudiziarie di Ferdinando Minucci, nuovo presidente dell'organismo (eletto a febbraio con 14 voti su 16, in carica dal prossimo 1° luglio: sic!) e di un nutrito numero di componenti dello staff senese e delle aziende collegate e cadute sotto il mirino della Guardia di Finanza e della magistratura, hanno provocato quanto meno imbarazzo e una grande incertezza sui passi da compiere, al punto che è stata ignorata la richiesta di Claudio Toti di convocare al più presto e con assoluta urgenza un'assemblea per discutere la nuova e grave situazione che si è determinata.

Toti con piena ragione tornerà oggi alla carica, supportato dalla Virtus Bologna, mentre sembra che l'indirizzo della Lega sia di convocare una riunione informale dei presidenti nel prossimo weekend a Milano, che dovrebbe portare all'affermazione ai vertici del ticket Proli-Cremascoli. Significherebbe rinviare ulteriormente il confronto e la chiarificazione di una situazione di crisi che è precipitata già da diversi giorni, cosa che il presidente della Virtus Roma giustamente non accetta.

Sulla questione è bene tornare. Si può parlare di "doping amministrativo" mentre sembra crescere l'entità degli addebiti della Guardia di Finanza a carico della società senese, ma anche di un congruo numero di giocatori del passato recente di Siena (e non soltanto dell'ultimo anno) che non avrebbero assolto agli obblighi fiscali ai quali sono tenuti quanti, cittadini o stranieri, sul suolo italiano producano reddito? E come e quanto questa situazione può influire sulla regolarità dei successi della Mens Sana Basket negli ultimi anni? E se venissero accertate irregolarità, come e in che misura si può intervenire per ristabilire l'equità competitiva evidentemente e gravemente alterata se le accuse formulate trovassero accoglienza da parte della magistratura che, peraltro, ha già messo in liquidazione la società per il suo accertato stato di indebitamento e di conseguente attuale insolvenza?

Belle domande, alle quali la Federazione dovrà rispondere qualora venissero proposti specifici ricorsi da parte di società che dovessero ritenersi danneggiate, ma che intanto chiunque si interessi di basket si sta ponendo. Il caso della Juventus rappresenta, pur con tipologie diverse, un precedente estremamente pesante. E' assordante, tuttavia, il silenzio finora di una Lega che avrebbe dovuto invece intervenire immediatamente e con grande fermezza per troncare sul nascere un… vocìo che si sta trasformando in autentico rombo.

Un silenzio che ha spinto il presidente Petrucci a licenziare un durissimo comunicato stampa, in cui si invita appunto la Lega a "riaffermare i principi di lealtà" che sono alla base della pratica sportiva, come se negli ultimi tempi fossero stati dimenticati. Provenendo dall'organismo di tutela che, tra l'altro, "possiede" il campionato di Serie A, affidato per convenzione alla Lega, il monito è clamoroso. Sembra che non sia possibile commissionare l'organismo rappresentativo delle società di vertice, ma è sicuro che l'intera vicenda, dopo i tanti incidenti di percorso che hanno costellato il cammino della Serie A negli ultimi anni (basta ricordare il caso Teramo/Venezia, il prevedibile immediato fallimento del provvedimento della wild card, i troppi campionati zoppi), macchia ancora di più il nostro basket di vertice, gli fa perdere credibilità, si prospetta intollerabile per la Federazione, per l'intero movimento, e in particolare per chi ha sempre rispettato le regole e per chi, come le società di base, tirano la cinghia per andare avanti, ma soprattutto per il grande popolo degli appassionati che chiede solo trasparenza, chiarezza, fiducia e risultati veri e sinceri e non "dopati" da artefizi amministrativi e contabili o da soluzioni facili, allegre e soprattutto, a quanto sta emergendo e se provati, illegali.

Di fronte a tutto questo, passa addirittura in secondo piano l'epilogo della stagione. Tra otto giorni si affronteranno Milano e Pistoia, Sassari e Brindisi, il giorno dopo Siena e Reggio Emilia, Cantù e Roma, iniziando il cammino verso lo scudetto dopo averci "consentito" di assistere con molta amarezza all'epilogo delle sfide continentali che ci vedono una volta di più assenti e solo spettatori coatti.

A margine di tutto questo, c'è l'obbligo di ammettere il dispiacere umano per le vicende che hanno travolto uomini che hanno comunque fatto parte del nostro mondo (un mondo che con eccessiva fiducia credevamo abbastanza esente dagli inquinamenti che caratterizzano la vita politica ed economica italiana, quindi e purtroppo la nostra società: evidentemente un'illusione pensare che la nostra fosse un'oasi di trasparenza e di correttezza). Ma c'è anche da mostrare tutta la nostra ammirazione per una squadra che sta dando un grande esempio di sportività continuando a portare avanti con successo la stagione da seconda forza del campionato, mentre qualsiasi altro gruppo meno coeso, o semplicemente meno forte moralmente, si sarebbe rapidamente frantumato, tenendo conto anche dell'indebolimento tecnico progressivamente subìto (per ultimo la cessione di Hackett che ha capovolto le sorti dell'Armani). Complimenti dunque a Marco Crespi e ai suoi atleti, con una domanda: e se Siena vincesse il suo ottavo scudetto consecutivo? Non è impossibile ipotizzarlo: lo scorso anno conquistò il titolo italiano partendo dalla quinta posizione…

 Mentre il basket perde in immagine e in credibilità, la Fip si gioca l'ultima carta per invertire il trend negativo. In analogia con quanto sta facendo da anni la Federtennis e affidandosi alle strutture tecniche della medesima (o delle aziende che ne realizzano il prodotto), è pronta ad investire molte risorse sulla creazione di un network televisivo (e digitale, in streaming) interamente dedicato alla pallacanestro. 

Non è una novità: nei manuali che trattano di comunicazione da tempo è ormai sottolineato che se le reti tradizionali (Rai, Mediaset, la stessa Sky) si affidano al solo calcio per offrire sport, l'unica alternativa possibile è ricorrere a propri mezzi di promozione. L'ha fatto per prima la scherma, dieci anni fa, rifugiandosi nel web, il tennis ha imboccato una via più onerosa e più difficile ma di maggiore impatto: un canale televisivo (Supertennis) di proprietà che trasmette il suo sport ventiquattro ore su ventiquattro. Binaghi ha fatto presente che la sua iniziativa è passata in cinque anni da mille spettatori al minuto per 24 ore a 16.000, arrivando oggi a 700.000 contatti giornalieri che raddoppiano durante gli Internazionali di Roma e che crescono ulteriormente sul web. La conclusione è che "è lecito attendersi dal basket quel che è accaduto al tennis", attendendosi anche nuovi e migliori risultati dalla promozione reciproca sui rispettivi network.

Petrucci ne è entusiasta, l'investimento iniziale sarà di due milioni e mezzo di euro, il canale monotematico del basket dovrebbe vedere la luce il 1° ottobre di quest'anno, l'incognita sta nel livello dello spettacolo che verrà proposto. C'è infatti da sostenere il costo della "collaborazione tecnica" della struttura che si occupa attualmente del tennis, ma anche di reperire e di creare "materiale" tale da poter davvero garantire una programmazione soddisfacente sotto il profilo dell'interesse e della qualità, con caratteristiche di spettacolarità adeguate per realizzare una vera promozione della pallacanestro, rendendo così fruttuoso l'investimento non lieve che la Fip è pronta a mettere sul tavolo. Cosa ne pensano le Leghe?

Mario Arceri