Olimpia Milano: con l’Olympiacos zero paura di sbagliare (e licenza di farlo)

Gli occhi dei tifosi dell’Olimpia Milano brillano ancora al ricordo delle triple di Baron (18 punti, con 2/2 e 4/6 dalla lunga), Mvp per distacco, le cui triple sono missili che affondano al Forum la corazzata Olympiacos per 83-62. Mentre la partita di Melli contro Vezenkov, come già accaduto altre volte contro altri top-player, è da mettere su dvd (o file mp4, che altrimenti sembriamo più dinosauri di quanto siamo) e far vedere ai ragazzi delle giovanili non solo per applicazione difensiva in staffetta con Hines (6 punti quando più contava), ma anche per studiata fantasia offensiva: un colpo da sotto e un colpo dalla media (10 punti per il capitano dell'Armani, con 2/3, 1/4 e 3/5 ai liberi, più 5 rimbalzi e 6 falli subiti), un tiro dall’angolo e un passaggio dal post, proprio come un pugile che non vuole mai dare riferimenti all’avversario e che infatti manda ko il campione bulgaro (10 a sua volta, ma con 3/7 dal campo e senza mai incidere sull’inerzia del match). Roba da professore del basket, proprio come il "professor" Micov al quale il Forum riserva un'ondata di applausi nella serata che lo vede ospite d'onore.
A noi, però, l’azione che ha detto di più è stata quella del 35-29 di fine secondo quarto: Tonut in uno contro uno a sfidare Fall per poi penetrare e scaricare al cecchino Baron, che ribalta completamente il fronte offensivo per la tripla di Ricci (8, con 2/3 da oltre l’arco). Un’azione non solo da manuale del basket, ma che è anche il concentrato della partita dell’Olimpia: cercare il meglio (quello che certe volte è nemico del bene, ma che nel basket fa la differenza) senza aver paura di sbagliare e anche senza aver timore di provarci. E forse anche con la licenza di provarci e magari sbagliare: perché ci piace pensare che quel rimanere in campo di Tonut dopo ottime giocate ma anche qualche conclusione sopra le righe sia il segnale che coach Messina, a fronte di una massima applicazione difensiva alla quale non potrà mai giustamente derogare, sia disposto a concedere più libertà all’attacco di questa Armani. Condizione indispensabile per Tonut (7 punti, con 2/4 e 1/2), che della foga offensiva ha sempre fatto il suo punto di forza (e che meraviglia vederlo prendere il rimbalzo - 6 contro l’Olympiacos - e ripartire a manetta in transizione come in maglia Reyer!), ma anche per ridare fiducia a tutti i talenti “desaparecidos” dell’Olimpia Milano, che da professionisti affermati devono certo metterci del loro, ma ai quali un aiutino per una maggiore tolleranza del loro timoniere può solo fare bene.
Può fare bene a Davies, che Messina vede in prospettiva sempre più a fianco di Hines e che con l’Olympiacos ha ricominciato a fare fruttuosamente a spallate nel colorato come ai tempi del Barcellona (8 punti, con 3/5 da sotto). Può fare bene anche a Voigtmann, partito in quintetto e autore di 5 punti con una sola tripla, anche perché almeno un paio (andiamo a memoria) le ha messe a gioco fermo, un decimo dopo il fischio arbitrale, segno che comunque la mano da tiratore non l’ha lasciata in ricordo al Cska Mosca. E può fare bene anche a Mitrou-Long, il cui impatto con l’Euroleague è stato molto più duro del previsto (e del prevedibile), ma la cui soddisfazione ripetutamente espressa a gesti dopo la tripla del 66-46 conferma che il pallone leggero aiuta, ma anche che il ragazzo non ha proprio alcuna intenzione di perdere la sfida. Mentre Napier (9 punti, 3 assist) e Luwawu-Cabarrot (9 punti, 2 rimbalzi) sono tipi che nel bene come nel male la licenza di provarci se la danno da soli, a patto di dargli i minuti per appunto provarci (30 quelli per il nuovo play americano, 24 quelli per l’ala francese nel successo sull’Olympiacos).
Da quanto affermato dallo stesso coach Messina dopo la decima vittoria su 25 partite di questa tormentata Euroleague, i rientri di Pangos, Baldasso e Shields sono sempre più vicini, con i primi due già in campo domenica prossima in Campionato. Gli equilibri tattici saranno allora tutti da ritrovare, ma mantenere un equilibrio anche nel tollerare certe estemporaneità - senza dare il via a ogni errore a un valzer di cambi - potrebbe rivelarsi a sua volta una mossa vincente. (Paolo Corio)