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A2 - Cividale, Pillastrini: «Probabilmente metteremo uno straniero nel ruolo dei lunghi»

MERCATO A2 - Cividale, Pillastrini: «Probabilmente metteremo uno straniero nel ruolo dei lunghi»
© foto di Ciamillo

Stefano Pillastrini è stato ospite dell'ultima puntata di Alley Oop. Il coach ha parlato tra i vari argomenti anche del prossimo futuro di Cividale. "Noi come sempre cerchiamo giocatori che scelgono la società, l'ambiente e il progetto di Cividale perché pensano che in questa situazione possano dare il meglio e magari migliorare. Quindi abbiamo già annunciato Cesana, che è un giocatore di cui ho grande stima e che viene da stagioni con qualche infortunio e non con un rendimento, a mio parere, pari a quello che vale. Di fatto nel nostro sistema sostituirà Lamb. Abbiamo confermato giocatori sotto contratto Rota, Redivo, Marangon, Berti e Mastellari, quindi partiamo comunque da una base di giocatori che sanno cosa vuol dire giocare per Cividale, per il presidente Michalic, per l'allenatore Pilastrini e che dovranno aiutare i nuovi a inserirsi. Poi proveremo in tutti i modi a trattenere Ferrari e probabilmente metteremo uno straniero nel ruolo dei lunghi, al posto di Miani e Dell'Agnello, quindi cambieremo da questo punto di vista l'assetto. Poi vedremo qualche giocatore che riteniamo promettente e che possa fare meglio in quel ruolo. È chiaro che colpi come quelli di Marangon e Ferrari oggi sono meno possibili, sia perché pochi ragazzi sono disponibili a firmare contratti pluriennali, sia perché molti di questi ragazzi scelgono gli Stati Uniti".

Il riferimento a questo ultimo aspetto è legato alla scelta sempre di più giovani di andare al college"La storia dice che i giocatori italiani che sono andati in NCAA spesso sono tornati peggio di come erano partiti o senza grandi progressi. I casi più clamorosi tipo Mussini, tipo Oliva, un ragazzo che era considerato il più bravo in Italia della sua età e ora non sappiamo neanche più dov'è. Io ho avuto Davide Moretti che era praticamente il miglior giocatore del campionato a diciotto anni, è rientrato in Italia e ci ha rimesso due o tre stagioni prima di ritornare a giocare davvero. Purtroppo l'esperienza dei giovani italiani da un punto di vista tecnico non è mai stata soddisfacente. La nostra nazionale è fatta di giocatori che non sono andati lì, a parte Mannion che è cresciuto lì e Akele che è stato lì fino a ventidue anni ed è diventato praticamente un giocatore quattro o cinque anni dopo. Però siccome giocatori di altre nazioni invece sono tornati super migliorati magari potrà valere anche per i nostri. Ad oggi un ragazzo se va là secondo me lo deve fare solo per motivi economici oppure se uno mette al centro altre cose della vita. È chiaro che impari la lingua, fai un'esperienza di vita e torni con una laurea che spesso è meno complicata da prendere rispetto a quello che sarebbe in un'università italiana. Quindi ci sono tanti motivi che uno può scegliere per andare là, però oggi mi sembra che il motivo vero sia quello economico".

Un giovane andato in NCAA è Dame Sarr. "Non avrei avuto dubbi da un punto di vista tecnico, poi se gli danno le cifre che scrivono i giornali è chiaro che poi a un certo punto diventa anche un lavoro, quindi uno non è che può fare finta che la parte economica non esista. Quindi se per Sarr il fatto di andare in America significa guadagnare dieci volte tanto quello che guadagnava in Europa sinceramente ha fatto bene. Però Doncic è diventato Doncic giocando in Europa, tanto per dirne uno".