A2 - Rimini è Grande e si prende Gara 1, a Brindisi manca la panchina

L’ode al Carpe Diem di Quinto Orazio Flacco può essere applicato a numerosi frangenti della vita di tutti i giorni, ma in nessun caso come nello sport assume importanza. Quel famoso attimo, Brindisi lo ha avuto a 45 secondi dalla fine, con il punteggio in parità, palla in mano e dopo aver recuperato 20 punti di svantaggio. Brown però non l’ha saputo cogliere, così vi ci si è avventato Marini, in ombra per tutta la partita, che lo ha trasformato in due liberi e una palla recuperata. Rimini vince per 88-84 contro Brindisi in una Gara 1 dei playoff dalle mille emozioni. Una partita che a fine secondo quarto sembrava morta e sepolta e che i ragazzi di coach Bucchi hanno saputo rimettere in sesto fino a giocarsela quasi fino all’ultimo possesso. I biancoblu hanno tanto da recriminare. Gara 1 è solitamente quella delle sorprese, delle mosse tattiche che non trovano risposte e quella in cui è più facile che si verifichi l’upset e Brindisi ha sprecato una grandissima occasione per portarsi in vantaggio nella serie e avere il potenziale match point in casa. Rimini non ha comunque rubato nulla. È stata una partita stupenda, con un livello di fisicità davvero alto e un agonismo quasi esagerato sin dalla palla a due. Rimini è stata semplicemente più brava a far valere i suoi punti di forza e la maggiore profondità della sua panchina rispetto a quella pugliese.
LA ZONA DI DELL’AGNELLO - La prima svolta, che chiunque pensava sarebbe stata decisiva, si è vista già nel secondo quarto. Dopo i primi 10 minuti molto intensi ed equilibrati, coach Dell’Agnello ha ordinato una zona che ha mandato in crisi l’attacco brindisino, incapace di attaccarla nonostante i due time out chiamati da Bucchi in pochi minuti. L’attacco di Rimini ha preso linfa dalla difesa, la transizione è stata letale e i tiratori, tutti in ritmo, hanno crivellato la retina brindisina. A quel punto sono venuti fuori tutti i limiti di lettura di Brindisi, del resto già palesati nel play-in contro Avellino. Invece di rallentare il ritmo e gestire l’attacco, Brindisi ha accettato di giocare esattamente come voleva Rimini, scegliendo soluzioni rapide, poco costruite e accontentandosi sempre della prima opzione. Così facendo Rimini ha scavato il solco e si è portata quasi senza rendersene conto sul +20 (50-30) sulle ali di Grande e Robinson.
GLI AGGIUSTAMENTI DI BUCCHI -Il primo tempo di Brindisi ha tanti punti in comune con quello di Verona di domenica scorsa. Anche in quel caso la difesa aveva subìto troppo dal portatore di palla (Copeland a Verona, Robinson ieri) e soprattutto era stata sovrastata a rimbalzo, concedendo anche terze e quarte opportunità agli avversari. Gli aggiustamenti sono stati molto simili. A Robinson è stato riservato il trattamento Copeland, ovvero con una difesa molto forte sulla palla e il lungo a uscire sul pick ’n roll per chiudere la linea di penetrazione. Pur essendo molto più play dell’esterno veronese, le difficoltà di lettura di Camara nei tagli hanno fatto in modo che Rimini s incartasse nelle soluzioni offensive andando spesso a finire nella cosiddetta “bocca del lupo” della difesa brindisina. Lo stesso è stato fatto con il controllo dei rimbalzi, con gli esterni a tagliare fuori e ad aiutare il centro per non lasciare mai un 1vs1 sotto le plance. In attacco invece ci si è affidato molto a una doppia soluzione. Da una parte il movimenti in post up, molto spesso usato da Calzavara e Radonjic in modo da attirare un raddoppio, e in secondo luogo con passaggi consegnati sull’arco per cercare un cambio di marcatura e sparigliare la difesa. Non da sottovalutare le buone letture sullo show di Camara che hanno permesso canestri facili a Del Cadia, soprattutto nell’ultimo quarto. A Brindisi è mancato il killer instinct, anche a causa di bizzarre decisioni arbitrali, e ha mancato il classico morso alla giugulare quando sembrava assolutamente in grado di poterlo dare.
LA PANCHINA CHE FA LA DIFFERENZA - Bucchi ha preparato una partita perfetta contro Marini, mettendogli Radonjic alle calcagna e praticamente annullandolo per tutta la partita. Il rimorso di non aver sfruttato questo vantaggio non farà dormire il coach bolognese, anche perché è difficile che Marini sbagli la seconda partita di file e coach Dell’Agnello proverà di certo degli aggiustamenti per gara 2. Ma come ha fatto Brindisi ad aver perso dopo aver annullato la guardia italiana più forte dell’A2? Semplicemente perché Rimini ha una squadra completa, con specialisti che si alzano dalla panchina e sanno come far girare la partita. Se da una parte Bucchi ha Arletti e Fantoma nel secondo quintetto, Dell’Agnello ha Grande, Conti, Tomassini e Camara. Il punteggio della panchina recita infatti 40-16 in favore dei padroni di casa. Grande, uno di quei giocatori che Brindisi dovrebbe avere se vuole la promozione in LBA, ha letteralmente spaccato la partita mettendo triple sia in transizione che in uscita dai blocchi. La differenza non l’hanno fatta però solo i punti, ma la capacità di leggere la partita. Appena entrato, Arletti ha lasciato a Grande due metri sull’arco ed è stato immediatamente punito, non solo per i tre punti, ma perché l’ha fatto subito entrare in ritmo. Quando si entra in campo è doveroso sapere che si ha di fronte un avversario che tira in stagione con il 41% da tre e che non bisogna lasciargli neanche un cm. Dato che è impensabile che Bucchi non abbia fatto notare la cosa, la questione va doverosamente annoverata sotto l’annoso problema del non avere la preparazione mentale giusta per partite di una tale importanza. La questione si ripropone ovviamente per gara 2, che si giocherà dopo già domani sera (martedì 13 maggio alle 20:30). In gare talmente ravvicinate è fondamentale che anche la panchina dia il suo contributo. Rimini ha giocatori in grado di garantire minuti importanti, Brindisi no.
DISASTRO ARBITRALE - È un peccato che accanto a tanto talento, in campo si vedano anche arbitri che non possono essere definiti all’altezza di una partita così importante. È oggettivamente inaccettabile che tre arbitri non vedano, a 4’ dalla fine sul 79-77, un’interferenza a canestro di Camara su Brown palese anche dalle immagini sgranate offerte da LNP Pass. È inaccettabile che una sgomitata di Camara sotto canestro non venga punita, mentre poi si fischia il quinto fallo a un Vildera fermo e che a malapena contrasta il tiro. È inaccettabile che un fallo enorme proprio su Vildera, prima venga fischiato e poi trasformato in un’infrazione di passi inesistente dato che il perno non si è mai mosso. Il livello arbitrale dell’A2 è di basso livello, lo si è visto anche durante la stagione regolare e la mancanza di qualsiasi forma di tecnologia non fa che aumentare il problema. Brindisi non ha perso per colpa degli arbitri, ma di certo con decisioni più congrue sarebbe andata a letto senza ulteriore rabbia per la sconfitta.