Danilo Gallinari su Peppe Poeta: «Si è sempre capito che sarebbe stato un buon coach, ma si è davvero superato»

«Sono molto contento per Peppe Poeta. Si è sempre capito che sarebbe stato un buon coach, ma si è davvero superato». Le parole sono di Danilo Gallinari a Flavio Vanetti del Corriere della Sera in vista dell'esordio di Poeta alle finali Scudetto con la sua Germani Brescia, in campo stasera alla Segafredo Arena. I due hanno condiviso svariate stanze di alberghi con la Nazionale. «L'assegnazione delle camere è sempre un momento cruciale della vita in Nazionale. La nostra coppia era già stabilita e confermata a prescindere. Ci siamo così "sciroppati" nove/dieci anni di estati assieme», prosegue Gallinari: «Peppe era spesso l'ultimo "tagliato", alla vigilia di una manifestazione. Anziché mandare tutti al diavolo, non ha mai rifiutato una convocazione. Per me è un grande esempio di dedizione e di professionalità».
Gallinari non aveva dubbi che Poeta avrebbe fatto bene da capo allenatore. «Lui è pure un tipo fortunato, a inizio stagione avrei scommesso sul bel campionato di Brescia. Poi è andata perfino molto meglio del previsto: Peppe lo sa. Ma questo conferma solo le sue qualità, anche se da qui in poi arriva il difficile, visto che confermarsi ad un certo livello è sempre più complicato che raggiungere un traguardo. Ce la può comunque fare perché ha l'esperienza da giocatore e l'abbina alla capacità di leggere le partite e alla perfetta gestione del gruppo. Infine, e la cosa non guasta, è anche molto furbo. Possibile futuro da CT della Nazionale? Perché no? Ma sarebbe un guaio per me: mi chiederebbe di andare ancora avanti con la Nazionale, mentre io conto di essere convocato per l'Europeo di fine agosto e di chiudere la mia carriera in azzurro».