Parla Renzo Vecchiato, gm di Rimini

RENZO Vecchiato, general manager di Rimini ed ex pivot della Telemarket Forlì. Sabato sera avete tenuto San Severo a 6 punti in 20’. Com’è possibile?
«Ovviamente guardo in casa nostra. E posso dire che per noi era importante non solo vincere ma anche lo scarto: con Veroli abbiamo vinto di 5 e perso di 5, e in quel caso fa fede la differenza canestri generale. Col +30, se il campionato fosse finito oggi, saremmo davanti a loro per un punto... E coach Caja l’ha anche spiegato a Bartocci».
Insomma, lei vuol dire che se San Severo non segnava era merito vostro.
«Abbiamo difeso duro, ecco, com’è nel dna di questa squadra. Anche se mancavano Tommasini e Lollis».
Permette l’appunto? Con Lodi non è stato così.
«Sbagliammo completamente l’atteggiamento. Ma aggiungo che il carattere di questa squadra si è visto la partita dopo a Reggio».
Vero, agli occhi di Forlì vi siete riscattati.
«Guardi che io, dopo il derby, ho detto ai dirigenti forlivesi: da questo momento tifo per voi. Sabato notte mi son visto Forlì-Casale registrata. E mi son divertito...».
Come la vede la lotta salvezza a questo punto?
«Beh, è una Marco Polo molto in fiducia. Mi permetta una metafora ciclistica: non scoppiate all’ultimo metro come Franco Bitossi!».
Che ne dice di Childress?
«Era in panchina a fianco dei compagni. Poi, poveretto, gli hanno chiesto di accomodarsi in tribuna».
E di un Dickens da 1/9 da tre punti?
«Un giocatore sicuramente importante. Diciamo che, quando andammo a San Severo all’andata, mi fece tutta un’altra impressione...».
m. b.