Futuro Benetton, tifosi inquieti: domani Buzzavo esce allo scoperto

Chiarezza. La chiedono in tanti, dai tifosi agli addetti ai lavori. Il futuro della Pallacanestro Treviso richiede certezze o quantomeno trasparenza. La città e la gente meritano rispetto, che il silenzio e le frasi sibilline non garantiscono. I "Fioi dea Sud" hanno espresso il loro pensiero con un comunicato difficilmente equivocabile, distribuito alla vigilia del match interno di mercoledì contro Pesaro. E qui risalta il primo interrogativo. Quali sono le condizioni di vendita del club? Stupisce che per la cessione si sia scelta una formula singolare, separando la prima squadra dal settore giovanile, per comporre una proprietà composita, con tanti soci in possesso di quote a diversa incidenza. Nel ricco Nord-Est nessun industriale sarebbe interessato all'acquisto completo? Il neo vicepresidente Claudio Coldebella lavorerà nel solco tracciato dal predecessore, con l'impegno e la serietà che è sempre stata riconosciuta a entrambi. Ma è lecito domandarsi il perché di tale filosofia e della scelta insolita. Un secondo quesito riguarda la città dello sport a S. Lazzaro e il Palaverde, costruiti negli anni '80 ed amministrati da VerdeSport, la holding sportiva del Gruppo industriale di Ponzano. Ci si chiede quali condizioni siano poste per il loro utilizzo da parte di eventuali nuovi proprietari. Condizioni di carattere economico e di tempistica, poiché trattandosi di sport professionistico si presume che chi investe possa puntare a ricavare un utile. Ed eventuali clausole gravose o penalizzanti nell'ambito della logistica costituirebbero ulteriori ostacoli. Ultima, ma non per importanza, resta la questione del titolo sportivo. Lo hanno chiarito sia gli ultras che la grande Nidia Pausich: l'addio della famiglia Benetton non deve tramutarsi nella morte del basket a Treviso. Trent'anni di "Colori Uniti" non cancellano la storia precedente, fatta di molte meno gioie ma anche di grandi personaggi. Ai Benetton vanno riconosciuti enormi meriti, ma con tutto il dovuto rispetto la pallacanestro trevigiana non è stata una loro invenzione. La Duomo Folgore, i tempi pionieristici dell'avvocato Ugo Grelli e di Aldo Bordignon racchiudono un passato che reclama giustamente attenzione. La Pallacanestro Treviso è, dunque, patrimonio culturale, storico e affettivo della città. Il suo titolo va onorato rimettendolo, se necessario, nelle mani delle istituzioni. A luglio, il compianto Enzo Lefebre, come extrema ratio, indicò la soluzione adottata dai Crabs Rimini: in caso di mancato passaggio di consegne, autoretrocessione in un torneo dilettantistico. Se serie B dev'essere, che sia. Purché non si tratti di un palliativo a una morte comunque immeritata. L'occasione di ripartire costruendo un domani solido. Intanto, domani in Ghirada, è prevista una conferenza stampa di Giorgio Buzzavo.
Federico Bettuzzi