Alla scoperta di Riccardo Cervi: 'Non vedo l'ora di vestire l'azzurro'

Alla scoperta di Riccardo Cervi: 'Non vedo l'ora di vestire l'azzurro'

L'intervista del Corriere dello Sport/ Stadio a Riccardo Cervi riportata integralmente sul sito di Legabasket.it.

Tentativo numero uno: Cervi, conosce il celeberrimo pezzo "Giant steps", passi da gigante, portato al successo dal sassofonista John Coltrane? Il titolo sembra fatto per lei. «No». Tentativo numero due: e la canzone "Il Riccardo" di Gaber, quello che "da solo gioca al biliardo, non è di grande compagnia ma è il più' simpatico che ci sia"? «No» Proprio quando la pazienza musicale sta per crollare miseramente, ecco che Riccardo Cervi tira fuori il jolly che fa dimenticare le sue lacune in fatto di jazz e cantautori italiani, peraltro già perdonate per la sua giovane età: «Ma io suono la chitarra elettrica! Una Stratocaster che mi ha regalato mio padre quando avevo 18 anni. E' stato lui che mi ha trasmesso la passione per il rock degli anni 70 e 80: i Pink Floyd, i Led Zeppelin, i Dire Straits. Amo talmente la musica che devo per forza suonarla. E a quelli che mi dicono roba veccchia, rispondo che sono loro ad essere fuori moda». Il signor Giovanni Cervi va ringraziato due volte: per aver impedito a Riccado di spappolarsi cervello e orecchie con certe porcherie sonore di oggi, rivelandogli un mondo meraviglioso fatto di "Wish you were here", "Heartbreaker" e Sultans of swing"; e per aver regalato al basket italiano un giocatore alto 2,14, coordinato, in continuo progresso e, da quest'anno, anche decisivo in serie A. «Mio padre gioca ancora a 47 anni... In promozione a Bibbiano. E' un due metri, un mostro di tecnica. Mi ha insegnato tante cose nonostante non abbia mai disputato un campionato di alto livello». ONDEGGIARE - Quello che ha imparato, Riccardo lo ha fatto vedere domenica, quando ha regalato il derby alla sua Reggio Emilia con 9 rimbalzi, 2 stoppate e 13 punti in soli 19'. Soprattutto, ha realizzato al" dalla fine il libero che ha beffato Bologna nonostante l'ondeggiare del canestro, e non per moto proprio...«Me ne sono accorto dopo, quando un amico mi ha chiesto: "ma non hai visto che il canestro si muoveva?" In quel momento potevano anche spegnere le luci del Palazzo, io non ci avrei fatto caso. Ero troppo concentrato. Credevo alla rimonta, anche sul -10: ho visto tante partite finire come la nostra. La Virtus hanno fatto errori madornali, noi siamo stati bravi ad approfittarne. Valli (il coach di Bologna,ndr) dice che abbiamo vinto anche perchè abbiamo avuto culo? Non sono d'accordo. E allora cosa avremmo dovuto dire noi per i due canestri di tabella fatti da Walsh! Io evito sempre di parlare di certe cose: il basket è un gioco di errori» . Nato 23 anni fa a Reggio Emilia, Riccardo è cresciuto nella sua città e nella Reggiana, provando a utilizzare sul parquet il fisico ricevuto dal papà e il talento creativo donatogli dalla madre: «Mamma è un'artista che in questo momento si è presa una pausa. Disegna quadri, ha fatto anche delle mostre. Ha avuto successo soprattutto con una foto di se stessa messa su una tela alla quale ha applicato una resina che dava al tutto un effetto resina».

NAZIONALE - Sotto la guida di coach Menetti, e con la fiducia dell'a.d. Dalla Salda che nelle ultime stagioni ha portato la società ad un livello di eccellenza, Cervi oggi sembra pronto per la Nazionale, dopo aver smentito chi lo accusava di essere un mollaccione con poca costanza di rendimento. «Anche io avevo sentito certi commenti. Però conosco bene il lavoro che stiamo facendo alla Reggiana. E' un club organizzatissimo: sin dal settore giovanile trovi un'ottima assistenza medica, professionalità e persone che ti aiutano a sentirti importanti. Ti senti parte di qualcosa e sei spinto a dare il massimo. Così certe voci le ho prese come uno stimolo, e ho lavorato ancora,più duramente per smentirle. Poter vestire la maglia della Nazionale sarebbe per me un motivo di grande orgoglio. Anzi, non vedo l'ora». Per coronare il suo sogno, e per il pochissimo tempo libero a disposizione, Riccardo ha momentaneamente messo in pausa gli studi per ottenere la laurea in scienze e tecnologie informatiche. La chitarra no, quella non la molla. E continua a suonare "Confortably Numb" del suo idolo David Gilmour: «The child is grown, The dream is gone. But I have become comfortably numb».