Non ce la faccio a dire «va tutto bene, madama la marchesa» di Sandro Gamba

Fonte: Sandro Gamba - La Repubblica ed. Milano
Non ce la faccio a dire «va tutto bene, madama la marchesa» di Sandro Gamba

Non riesco a condividere l’ottimismo di tanti, con questo ottavo posto in coppa che puoi leggere anche a rovescio (cioè, decimo), con il brutto calendario che vedo all’orizzonte, con questa fila di sconfitte che di incoraggiante non hanno niente. Perché non è più tempo di dirsi «siamo rimasti lì, abbiamo lottato, abbiamo perso di poco». Almeno per una squadra che dichiari ambizioni. La situazione dell’Olimpia è difficile, lo sarebbe pure se innestasse un Chamberlain o un Russell, figuriamoci con un Omic. Purtroppo non vedo miglioramenti, che per me – lo sapete, sono stato un difensivista per tutta la carriera - cominciano dietro. Ne vorrei vedere almeno quando l’Armani va sotto nel punteggio, cosa che ultimamente succede un po’ troppo spesso, e comincio ad aspettarmi un pressing a tre quarti, una pressione a metà campo, una zona.

E invece la squadra continua col suo ritmo compassato, ad aspettare, senza aggredire. Quando devi recuperare, mi insegnavano, devi fare in fretta. Il resto dei problemi attuali, a mio avviso, arriva dopo, se non ne sono proprio una conseguenza. Prendiamo Mike James: sarebbe agile, sarebbe atletico, saprebbe muovere i piedi e stare col suo uomo ma non gli dà mai fastidio. E quando non segna almeno 20 punti (per fortuna gli capita spesso, nonostante le tante forzature) il bilancio è negativo. Poi ci sono la crisi di tiro di Micov, per stanchezza. La convivenza tra Jerrells e lo stesso James, che possono essere una bella arma in coppia se imparano a giocare con un solo pallone, e invece o gioca l’uno o gioca l’altro, come a Trieste.

La solitudine a rimbalzo di Gudaitis, soprattutto sui palloni “pesanti”. Le troppe penetrazioni – per i miei gusti -che finiscono con uno scarico fuori: in area si entra per prendere tiri liberi. E il generale calo fisico-atletico, visto che l’Armani sta andando sistematicamente sotto non solo contro squadre stazzate come il Barcellona ma anche discrete come il Bayern. Il campionato? Buono per recuperare feriti e malati. L’andata ci conferma quello che sapevamo già: nessuno può tenere testa a Milano.