Coronavirus. L'incredibile tour de force contagiante del Valencia calcio

Il primo decesso per Coronavirus in Spagna è datato 13 febbraio a Valencia. Per saperlo è stato riesumato il cadavere e testato. Nel frattempo l'ostinazione con cui il calcio ha preteso di continuare a giocare, mentre in Europa cominciava a vedersi l'effetto dell'epidemia, ha portato la squadra a Milano il 19 febbraio, poi a San Sebastian, in casa col Betis Siviglia, trasferta a Vitoria (dove c'è un focolaio importante), poi di nuovo l'Atalanta, stavolta tra le mura amiche.
Risultato, il 35% dell'intero gruppo del Valencia (oltre la squadra staff e accompagnatori) è risultato positivo al Covid-19. In un comunicato, la società specifica che "Tutti i casi sono asintomatici e le persone colpite sono al momento a casa propria seguite dai medici, in regime di autoisolamento e realizzano con tranquillità il piano di lavoro preparato per loro."
Nello stesso comunicato si mette in risalto la trasferta a San Siro: "Nonostante le severe misure adottate dal club dopo il viaggio del 19 febbraio a Milano, area confermata come ad alto rischio qualche giorno più tardi dalle autorità italiane, con la separazione della rosa dal suo abituale ambiente di lavoro e dal pubblico, hanno dimostrato che l'esposizione legata alle partite ha portato alla positività del 35% degli esaminati."