Geas, giocare per la maglia senza stipendio...

Geas, giocare per la maglia senza stipendio...

Sul Corriere della Sera di ieri, è uscita l'intervista fatta alla capitana del Geas, militante nel campionato di Serie A2 Femminile, Giulia Arturi a firma di Fabrizio Giannattasio. L'articolo inizia dicendo che non c’è solo Francesco Totti a simboleggiare l’attaccamento alla maglia. A Sesto San Giovanni c’è un’intera squadra di basket femminile che ha deciso di «congelarsi» lo stipendio per aiutare la società che versa in gravi difficoltà economiche e poter partecipare al campionato di A2. Un team che ha fatto la storia della pallacanestro italiana, il Geas, unica squadra italiana ad aver vinto nel 1978 la Coppa Campioni europea, otto volte campione d’Italia, due volte vincitrice della coppa Italia. Nello scorso campionato hanno sfiorato la promozione nella massima serie. Giulia Arturi, (figlia d'arte, sua mamma Rosi Bozzolo, con la stessa maglia, è stata una delle giocatrici simbolo di tante vittorie, scudetti e della Coppa dei Campioni) racconta che dopo aver perso la partita decisiva per la promozione, c’erano già state le prime avvisaglie sulle difficoltà economiche da affrontare. Ma nonostante questo la società ha deciso di riprovarci. Abbiamo iniziato la preparazione, ognuna con i suoi sogni, le sue ambizioni. Un investimento forte sia dal punto di vista sportivo sia da quello umano e poi è arrivata la riunione con il neopresidente Filippo Penati che ci ha comunicato le difficoltà economiche della società. Sopravvenute nelle ultime settimane. Ci ha spiegato che era in gioco l’inizio del campionato. Che per noi c’era ancora la possibilità di lasciare la squadra e trovare un nuovo ingaggio. Eravamo tutte abbattute, lo leggevo nelle facce delle mie compagne di squadra e lo leggevo nella faccia delle giovani che non fanno ancora parte della prima squadra. Se fossimo andate via, anche loro si sarebbero trovate senza squadra. A quel punto è scattata la scintilla e con la nostra allenatrice Cinzia (Zanotti pcl) e le altre compagne, ci siamo guardate in faccia e bbiamo deciso di scommettere su noi stesse, di non mollare e di farci carico delle difficoltà e di andare incontro a quello che ci aveva detto Filippo. Mettiamo in pausa i nostri stipendi, partecipiamo al campionato e nel frattempo la società si mette in moto per trovare le risorse. Sono sicura che con un po’ di tempo a disposizione e per quello che ha rappresentato il Geas nella sua storia, sia la scommessa vincente. Le offerte di trovare un ingaggio in un’altra squadra non sono certo mancate.  È emerso un grande sentimento di attaccamento alla maglia, un mix di incoscienza, cuore e volontà, la voglia di andare avanti e di rimanere ha vinto sopra ogni cosa. Giulia conclude la sua intervista dicendo di essere, comunque, ottimista, sicura che qualcuno le aiuterà e riconoscerà il grande valore di quello che è stato ed è tuttora il Geas.