Beko Final Eight 2014, Siena-Sassari tradizione vs novità

09.02.2014 00:20 di  Matteo Marrello  Twitter:    vedi letture
Spencer Nelson in azione
Spencer Nelson in azione
© foto di Foto Giorgio Scarfì

La 46ª edizione della Coppa Italia, (la 14ª con la formula delle Final Eight) sta per andare in archivio con una finale tutta da gustare. In campo s contenderanno il trofeo Montepachi Siena e Banco di Sardegna Sassari. Tradizione contro novità, sistema contro istinto, forza fisica contro agilità. Ingredienti che fanno pregustare agli appassionati e non una finale da poter ricordare comunque vada a finire. A meno che a vincere non sia la paura di vincere, elemento che però fino ad ora non ha mai scalfito il dna delle due finaliste. Siena è arrivata all'ennesima finale (la 6ª consecutiva) sbarazzandosi senza troppi patemi di Roma chiudendo bene l'area, aggrappandosi a meccanismi di squadra consolidati ed una precisione da oltre l'arco che poche squadre possono vantare quando la palla assomiglia di più ad una palla medica. Stesso copione anche nella semifinale con Brindisi che dopo un inizio rallentato ed una rincorsa sempre affannosa ha trovato in Jerome Dyson la fune a cui aggrapparsi. Il folletto di Rockville ha chiuso la sua gara con 30 punti all'attivo e 10 falli subiti. Siena non è certo però squadra che si lascia impressionare dai numeri e dalle giocate, così a quattro minuti dal termine con un vantaggio risicato da gestire ecco arrivare come un tornado il 12-3 di parziale che spalanca le porte della finalissima ai ragazzi di Crespi. Per L'Enel resta la consolazione di averci provato e la consapevolezza di avere ancora tante carte da giocare sul tavolo del campionato. L'altra finalista come detto è Sassari. La squadra isolana è capace oramai da anni di giocare una pallacanestro senza troppi fronzoli ed assai efficace. Lo sa bene la EA7 Milano che ha fatto quasi praticamente da spettatrice davanti al Drake Diener show durante la seconda parte del quarto di finale di venerdì sera. Lo sa bene anche Reggio Emilia che pur priva delle colonne Cinciarini e Brunner ha retto i colpi dei cugini terribili Travis e Drake opponendo la vitalità di un tonico White, la sapienza cestistica dell'enciclopedico Kaukenas, unite alla voglia di mettersi in mostra di Pini e Cervi. Risultato? Partita da seguire fino agli ultimi trepidanti istanti, fino a quando la sirena non suona e consegna alla squadra di coach Sacchetti una finale voluta, cercata, trovata e meritata. Dall'inferno di quel -16 al 12' con Milano, alla possibilità di toccare il cielo con un dito....Sassari ne ha certamente fatta di strada nel giro di 24 ore. Sullla sua strada però ora troverà un ostacolo enorme per esperienza e mentalità vincente. Siena per regalare ai suoi tifosi e al suo g.m. L'ennesimo trofeo nella stagione che are la più tribolata. Sassari per diventare grande entrando nella storia e regalare emozioni ad un'isola intera interrompendo la dittatura dei toscani. Solo una cosa vi chiediamo fateci vivere delle belle e palpitanti emozioni perché queste sono il sale del nostro sport. Senza sale anche il nostro sport, per quanto amanti ed appassionati possiamo essere, rischia sempre più di diventare insipido.