Botta e risposta sul basket: di tutto, di più

Umberto De Santis ed Eduardo Lubrano fanno il punto su alcuni aspetti del baset italiano in questo momento...confuso???
06.07.2020 11:40 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Botta e risposta sul basket: di tutto, di più

Eduardo Lubrano : Umberto sembra proprio che si parta, il 29 agosto prima partita di Supercoppa, prima palla a due della nuova stagione e via….dove però?

Umberto De Santis : Mah…dove io credo che si giocherà a Bologna per accontentare gli amici che hanno più pubblico anche se non potranno schierarlo. Ma sulla data ho dei dubbi, il 29 agosto secondo me no….

Eduardo Lubrano : Ma come il Presidente Petrucci mi ha risposto deciso che quella data ha senso e che sarà quella l’altro giorno ed anche quella del 27 settembre per il via del campionato????

Umberto De Santis: Sì ma se non hai una posizione non puoi difenderla, costruire nulla. Perché c’è sempre quella cosa che si chiama destino che arriva e scompagina tutto…

Eduardo Lubrano : Parli così perché noi dei siti…anzi lo sai che il Presidente Petrucci ha detto che lui i siti internet non li legge perché ci sono solo insulti a lui rivolti e che legge solo la stampa nazionale?

Umberto De Santis: Io credo di non aver mai insultato nessuno per iscritto…

Eduardo Lubrano: Scusa l’interruzione ma nemmeno io…

Umberto De Santis: Ecco…anche perché se lo avessi fatto di insultare qualcuno questi mi avrebbe querelato e poi sarebbe toccato a me dimostrare che avevo a che fare con qualcuno che si meritava d’esser definito in una certa maniera. Questo per onestà culturale poi se qualcuno si offende perché gli viene fatto notare che l’ha fatta fuori dal vaso come si dice dalle mì parti…io non posso controllare il grado di permalosità delle persone che ricevono i nostri messaggi però le critiche vanno accettate

Eduardo Lubrano: E sulla questione che i siti internet non sarebbero nazionali che mi dici?

Umberto De Santis: Sai che? Un finlandese se prende un articolo di Pianetabasket e lo mette su Google traduttore in qualche modo lo traduce e capisce che c’è scritto. Anche perché è un articolo tecnico che parla solo di basket e non delle macchie lunari che Galileo Galilei ha osservato per la prima volta verso la fine del 1609…

Eduardo Lubrano : Accidenti che citazione……

Umberto De Santis: Lascia stare pensa piuttosto che se il nostro amico finlandese prende un articolo di un quotidiano e lo mette su Google traduttore non lo capisce perché Google non lo traduce ovviamente a meno che non venga trascritto parola per parola. Io mi chiedo come facciano i quotidiani a pensare di avere un pubblico che li legge

Eduardo Lubrano : Beh il pubblico dei quotidiani è un pubblico di affezionati al “pezzo di carta”. I dati di vendita dei quotidiani  ad aprile che ho preso da un articolo di Prima Comunicazione online….raccontano che Corriere della Sera e Repubblica superano le centomila copie al giorno (180mila il primo, 133 mila il secondo). Tutti gli altri sono sotto quota 100mila con La Stampa a 70 mila, il Messaggero a 54 mila ed il Sole 24 ore sopra i 40 mila. Gli altri molto meno. Ed è considerato un buon risultato quello di aprile che l’ultimo dato disponibile. Forse andrebbero ripensati: meno cronache e più approfondimenti, interviste, inchieste. Io che amo il giornale cartaceo e che collaboro con uno di loro mi aspetto questo. Anche perché la stessa notizia messa sul sito internet dello stesso quotidiano viene letta da un numero triplo se non di più di persone.

Umberto De Santis: E poi c’è da dire un’altra cosa…sarà anche vero che non ci leggono questi signori della pallacanestro italiana, sarà anche vero…però capita che non ci rispondono salvo poi qualche volta tirar fuori delle idee che abbiamo partorito noi. E poi ancora su internet cercare un articolo è facilissimo mentre ritrovare un articolo di un giornale è un’operazione complicata

Eduardo Lubrano: Basta parliamo di pallacanestro…le tue considerazioni sul momento

Umberto De Santis: Allora eccone una. Quando le cose andavano bene nessuno a pensato a mettere fieno in cascina. Un esempio? Che nessuno si arrabbi? Vanoli a Cremona. Quando ha fatto i playoff – compresa la semifinale scudetto e la vittoria della Coppa Italia la società si è preparata per quando le cose sarebbero andate meno bene? A quello che vediamo oggi non sembra proprio.

Eduardo Lubrano: Però scusa nessuno di noi comprese le società poteva prevedere il Covid…

Umberto De Santis: No certo, il Covid no. Ma che esistano momenti nei quali quello che va bene per oggi domani ti fa saltare per aria l’abbiamo visto talmente tante di quelle volte nel mondo del basket che essere previdenti non sarebbe costato nulla. Faccio l’esempio dei consorzi a maggior ragione adesso che a Cremona stanno provando proprio a far questo: sono anni ce alcune società lo hanno capito con modalità differenti secondo le possibilità del territorio. Pesaro ha un consorzio dove solo alcuni hanno un peso economico più rilevante di altri, Varese invece ne a messo su uno dove tutti hanno più o meno lo stesso peso. A Trento c’è un altro sistema. Se Vanoli avesse pensato alla stessa cosa dopo la vittoria della Coppa Italia e cioè creare qualcosa che rendesse solida la struttura oggi Covid o non Covid le cose forse sarebbero diverse. Il fatto che qualche mese dopo la Coppa Italia abbiano fatto la semifinale scudetto non c’entra: i risultati del campo vanno scissi da quelli economici.

Eduardo Lubrano: Mi hai detto qualcosa su questo principio, lo dici anche ai lettori?

Umberto De Santis: Certo con una premessa e cioè che il sistema americano non è replicabile da noi ma possiamo prendere esempio. Ho partecipato a Bologna ad un meeting organizzato da Giorgio Gandolfi, con il Responsabile Marketing degli Orlando Magic. Il quale ad un certo punto disse che loro erano una squadra tra le ultime in campo ma siamo tra le prime in campo economico, nel marketing. Il risultato sportivo deve essere il volano per sistemare la condizione economica. Ora parliamo di Vanoli ma di società che potrebbero essere nelle stesse condizioni ce ne sono tante. La situazione dell’Armani Milano non è replicabile perché nessuno a quella potenza anche organizzativa. Troppi dirigenti non sanno nemmeno perché son lì e sanno però che se le cose cambiassero in un certo modo, loro sarebbero i primi ad essere spazzati via.

Eduardo Lubrano: Hai un modello di società ideale?

Umberto De Santis: Non esiste un modello di società ideale. Per ognuna bisognerebbe fare un esame completo del territorio, della situazione economica dello stesso, capire il vero bacino di utenza, comprendere le caratteristiche di diversi aspetti di quel territorio. Non ci può essere una ricetta unica da questo punto di vista. Mentre deve esserci una ricetta unica nel rapporto col campionato. Se riconosciamo che il campionato spagnolo è il migliore, e che i tedeschi sono riusciti ad organizzare le finali in una sede unica senza problemi di Coronavirus dobbiamo riconoscere che questo è stato possibile per le regole che si sono dati per i loro campionati. Ed è successo che le squadre che hanno vinto la seconda lega in questi paesi non solo salite necessariamente, perché il titolo sportivo ti fa salire ma il titolo sportivo da solo non ti fa rimanere nella “serie A”….

Eduardo Lubrano: Qui ti volevo…allora sei d’accordo col Presidente Gandini e la sua idea delle licenze?

Umberto De Santis: Sì in parte. Io non le chiamerei licenze però. Evitiamo i paragoni con il calcio perché non è giusto e non è corretto. Quindi non possiamo mutuare semplicemente un sistema di licenze ma dobbiamo trovare un qualcosa che metta insieme il titolo sportivo col diritto allo spettacolo perché la gente per potersi divertire ed appassionarsi ha il diritto di andare nei palazzetti ed assistere ad uno spettacolo per il quale valga la pena di pagare un biglietto. Il tifoso vuole vedere la sua squadra vincere sempre e comunque ma una squadra che vinca sempre non fa bene al movimento. Ma noi osservatori, commentatori non possiamo ragionare nello stesso modo.

Eduardo Lubrano: Un po' il percorso che ha fatto l’Eurolega in questi anni anche se con qualche eccezione e con qualche squadra che si è rovinata. Quello è uno spettacolo che vale la pena d’esser visto. Va bene la chiudiamo qui per adesso ma torneremo.