Fallimento Olimpia, cosa resta? Scelte e mentalità sbagliate

Fallimento Olimpia, cosa resta? Scelte e mentalità sbagliate
© foto di Ciamillo

La stagione dell'Olimpia Milano si chiude con una sola Supercoppa, e se è vero che bisogna guardare un pochino più al di là della sconfitta, oggi la sensazione è che ci sia ben poco da cui ripartire. Non sarà "tutto m*rda o da buttare a mare", come ha detto Messina, ma questa stagione lascia davvero enormi punti interrogativi anche sul futuro. Un altro anno con un roster messo su senza regia, quella che dal dopo Rodriguez ha visto il poco o nulla di valido. Ma la cocente delusione è tanto legata a un atteggiamento di una squadra in grande difficoltà e che nei momenti decisivi della stagione non è riuscita mai a fare qualcosa di concreto. Ma anzi si è spenta alla luce del sole: prima lo ha fatto in EuroLeague con un filotto clamoroso di sconfitte finali. E va bene aver fatto 17 vittorie che in altre annate valevano la post-season, ma le altre hanno fatto di tutto per farci andare comunque Milano che invece ha perso tutte le gare decisive, compresa l'ultima contro Bologna. Così come ci ha perso la serie playoff di LBA nel peggiore dei modi, ovvero con due partite al Forum, davanti oltre 12mila persone, nel giro di 48 ore. In Gara 4 tolto Mirotic non c'è quasi niente.

E quindi è lecito sollevare dubbi anche sulla consistenza del gruppo e la capacità di trasmettere all'ambiente la giusta mentalità. Nelle ultime settimane LeDay ha parlato di una Olimpia che si apprestava ad affrontare i playoff da "underdog". Concetto ribadito anche da Messina, che già a metà maggio aveva messo le mani avanti dicendo: "Che questo è il modo di valutare i playoff dal fuori. Qua da noi, sbagliando o meno, cerchiamo di essere un po' diversi, pensando più nel medio-lungo periodo. Se non dovessimo vincere, sarà una parte importante per la crescita". Si torna al solito discorso, nello sport si può perdere, su questo non c'è dubbio: ma può un club come l'Olimpia, anche e soprattutto per mezzi e budget, avere questo spirito? Dall'altra parte il contrario: Dusko Ivanovic dopo aver perso il quarto di finale di Coppa Italia ha detto chiaramente: "Vinceremo lo Scudetto". Ora c'è una Brescia da battere, ma intanto la finale è raggiunta.

Tornando a Mirotic, il biennio del montenegrino, eroico in Gara 4, si chiude alla fine senza due playoff di EuroLega, con uno Scudetto e una Supercoppa. Un colpo voluto da Armani che avrebbe dovuto permettere di fare il salto di qualità, invece così non è stato anche per tante altre scelte sbagliate sia in campo che fuori. Dal club sia del Messina allenatore che del Messina presidente delle basketball operations, chiunque sia dei due che ha l'ultima parola (se la colpa fosse del GM, forse sarebbe da cambiare?). La scelta di Neno Dimitrijevic è stata fallimentare, ma anche chi è rimasto fino alla fine ha dato pochissimo alla causa. I problemi di Josh Nebo sono stati una grande sfortuna e un ostacolo gigante da superare, in realtà mai scavallato se non per quei mesi nei quali LeDay e Mirotic sono riusciti a sopperire in qualche modo. Ma non è mai stato preso un vero sostituto, il mercato ha portato Freddie Gillespie che ha chiuso la stagione in tribuna. Milano ripartirà da Marko Guduric, da Quinn Ellis, forse da Nikola Milutinov, ma senza la regia non si va da nessuna parte. Mannion ha iniziato la sua avventura a Milano sulla scia della sua strepitosa versione di Varese, poi si è arenato anche lui, e anche su questo sarebbe da capire il perché. Bolmaro ha vissuto alti e bassi non sempre nel suo ruolo. L'unica nota positiva da cui ripartire è probabilmente il solo Armoni Brooks, che ha dato la sensazione di poter diventare un two-way player importante in EuroLega. Per il resto c'è davvero poco, ripetiamo. Vedremo quali saranno le mosse estive di Milano, se non tutto è da buttare al mare, tanto è già sul fondale.