Treviso, primo impatto positivo per il GM Pasquini: «Ci sono idee chiare»

Treviso, primo impatto positivo per il GM Pasquini: «Ci sono idee chiare»
© foto di Degaspari/Ciamillo

Federico Pasquini, il nuovo General Manager della NutriBullet Treviso Basket dove è arrivato dopo aver trascorso ben quattordici anni a Sassari ricoprendo lo stesso ruolo ma anche quello di allenatore nel biennio 2016-18, ha descritto il suo primo impatto con il nuovo club in una intervista che appare oggi su “Il Gazzettino – Treviso”: “Estremamente positivo: ho trovato un'organizzazione di livello e questo permette di lavorare in una certa maniera. Innanzitutto, mi sto relazionando con tutti per entrare a fondo nel nuovo contesto il più velocemente possibile”.

Cosa lo ha convinto a scegliere Treviso. “Il fatto che ci siano idee chiare. In questo momento, ero interessato a trovare in primis un progetto serio. L'esperienza di Sassari è stata eccezionale, per la durata, ma anche per la qualità del lavoro che siamo riusciti a mettere in atto, e quando compi un cambiamento così significativo dal punto di vista professionale cerchi, per quanto possibile, un progetto che ti convinca. E quello di Treviso ritengo possa darmi la possibilità di esprimermi al meglio”.

Come sarà la nuova Treviso. “Prima di tutto bisogna fare una valutazione su ognuno dei giocatori già con noi nella scorsa stagione. Dopodiché, potremo pensare ai movimenti. Sicuramente partiremo dagli italiani, per poi inserire gli stranieri, cercando gli incastri migliori per creare la squadra più competitiva possibile. Confermeremo la formula del 6 più 6: penso consenta più margine di manovra a livello di mercato. Ogni scelta, naturalmente, verrà condivisa con l'allenatore, che sarà centrale nel progetto”.

Pasquini ha sottolineato gli obiettivi per il prossimo anno. “Sarà una Serie A molto tosta, secondo me una delle più belle degli ultimi anni, in cui nessuno partirà per essere davanti e nessuno per stare in fondo. Chi sprecherà poco tempo all'inizio per definire le gerarchie e capire ciò che serve in campo, cioè chi saprà diventare squadra prima, avrà dei grandissimi vantaggi. Ogni anno mi piace essere ambizioso, però un'ambizione ragionata. Soprattutto vorrei che il pubblico uscisse dal palazzetto soddisfatto per essersi divertito. Chiaro: nove volte su dieci la gente è contenta quando vinci, anche se hai giocato male. Però mi piacerebbe presentare un prodotto piacevole, vedere una squadra che lotta in campo”.