LBA - Milano, Napier: "Io leader grazie ai miei compagni"

LBA - Milano, Napier: "Io leader grazie ai miei compagni"
© foto di Olimpia TV

Dal suo arrivo la stagione di Milano è totalmente cambiata, con le otto vittorie nelle ultime nove gare di EuroLeague che hanno permesso all'Olimpia - stasera in campo per una gara decisiva contro l'Efes - di tornare a correre per i playoff. Stiamo ovviamente parlando di Shabazz Napier, autore di 15.7 punti di media e 4.1 assist nelle 9 gare disputate in maglia Milano fino adesso. Il prodotto di UConn è stato anche protagonista di un'intervista a Olimpia TV.

È stata una grande esperienza finora, parlo ovviamente del campo, stiamo giocano bene, stiamo giocando insieme, stiamo imparando a conoscerci e lo staff è di altissimo livello, anche i tifosi lo sono", ha detto Napier circa il suo arrivo in Italia. "L’esperienza fuori del campo è stata anch’essa eccellente, non ho avuto modo di avventurarmi molto fuori, perché il più del tempo quando ho finito in palestra ho solo voglia di dormire. Non posso lamentarmi di niente, è bello essere in un paese dove non sono mai stato, dove posso imparare una nuova cultura e nuove cose”.

Tra le tematiche affrontate anche quella della leadership. "Quando ero molto giovane il mio problema era capire come gestire le emozioni, come imparare da solo certe cose e adesso vedete un leader migliore in campo, ma in verità non è sempre stato così, perché certe cose arrivano solo attraverso l’esperienza, capire qual è il modo migliore di raggiungere certi giocatori. Ad esempio non puoi parlare a tutti nello stesso modo, a qualcuno devi parlare in modo più comprensivo, con altri puoi essere più rude, ma alla fine devono sapere che lo fai solo per aiutarli. Dobbiamo volerci bene a vicenda. Ma tutto si costruisce con il tempo, il tempo necessario perché capiscano chi sei, che tutto quello che vuoi è vincere e che hai passione per questo gioco. Sono comunque i compagni a permetterti di essere un leader, il merito è loro. Ma per me vale anche l’opposto, non ho problemi quando qualcuno mi dice quello che posso fare meglio per la squadra”.

Napier ha anche alle spalle 345 gare nella NBA. “Penso che il posto in cui sono stato in grado di esprimere quello che sono capace di fare è stato Portland. Quando ero ai Portland Trail Blazers giocavo assieme a Damian Lillard e CJ McCollum e la possibilità di giocare contro di loro in allenamento ha aumentato il mio livello di autostima. E poi ho potuto vederli da vicino, vedere come si allenano mi è servito tantissimo. E ho usato tutto quello che ho appreso quando magari loro non potevano giocare e toccava a me. Ho giocato qualche bella partita in quelle situazioni e la mia fiducia è diventata ancora più solida. E successivamente anche a Charlotte ho fatto vedere cosa potevo fare a quell’altissimo livello”.

Prima dell'approdo nella NBA, Napier è stato grande protagonista del basket collegiale vincendo il titolo con UConn da MVP. “Vincere il titolo è stato eccitante, è stato incredibile. Come ho detto per me conta solo vincere. Cerco sempre di fare il meglio individualmente, ma alla fine voglio far parte della squadra che vince, voglio alzare il trofeo, voglio superare il turno e avanzare nei playoff. Quello che mi piace del gioco non sono le conquiste individuali, ma le conquiste di squadra. Voglio essere il giocatore che vince di più, questo è ciò che mi interessa. Alzare il trofeo è l’unica cosa che voglio”.

Sulla sua taglia fisica: “Praticamente per tutta la mia carriera sono stato sempre il giocatore più piccolo in campo. Non dico solo da professionista, parlo anche di quand’ero bambino. Non sono mai stato il più alto o il più forte, ma ho sempre avuto talento per trovare il modo di aggirare i difensori, per trovare il modo di sfuggirgli e raggiungere certe zone del campo e trovarmi nella posizione giusta per segnare, per vincere, per rubare un pallone, per fare una stoppata. Con il tempo ho capito il gioco sempre meglio. Non sono mai stato il più alto e nemmeno il più veloce, ma ho usato il mio IQ per cercare di essere invece il più intelligente nel capire le partite. Studio tanto, quando perdo riguardo sempre la partita per capire cos’ho fatto, cosa avrei dovuto fare. E prima delle partite studio gli avversari, come ruotano in difesa, come si comportano quando devono cambiare, come reagiscono nelle situazioni di pick and roll, come difendono su giocatori simili a me, cerco di capire come posso manipolare la loro difesa, il loro attacco e dare alla mia squadra qualche chance in più di vincere la partita”.