Air-Vigorito, manca il vento per spingere l'accordo

Air e Ivpc: un matrimonio nelle parole più che nei fatti. L’aria come comun denominatore ed ora, forse, anche la Scandone. Il nome di Oreste Vigorito, patron dell’azienda di produzione di energia eolica, è da tempo accostato, in modo più o meno velato, al futuro della Scandone. L’annuncio di un suo possibile disimpegno dalla proprietà del Benevento calcio ha rinfocolato tale ipotesi. Un legame con la palla a spicchi che dovrebbe coinvolgere sia il marchio Ivpc che l’ingresso in società. Un veicolo pubblicitario, quello offerto dalla Scandone, di carattere nazionale e probabilmente superiore all’attuale vetrina calcistica nonché meno dispendiosa dal punto di vista degli investimenti necessari. Le premesse ci sono, ma la trattativa per ora resta, almeno ufficialmente, piuttosto eterea. Lo stesso Vigorito non lascia trapelare spiragli: “Ho ricevuto qualche mese fa una richiesta da parte delle istituzioni e di qualche imprenditore e professionista locale. Ho spiegato che la nostra attività nel campo dello sport è finalizzata alla sponsorizzazione di una serie di eventi, Benevento calcio in primis, per cui, seppur a malincuore, non eravamo in grado di fornire né un contributo di lavoro, né economico. Un’azienda come la nostra ha l’interesse di dare visibilità alla propria attività, intervenendo nel sociale e sponsorizzando una serie di iniziative. Purtroppo non è il momento storico ed economico per intraprendere nuove collaborazioni”. L’impegno con il Benevento calcio è l’elemento ostativo ad un suo ingresso nel mondo del basket? “No, non è questo il punto. E’ come dire che se si ha un bambino, non si fa il secondo perché costa molto: non lo si concepisce probabilmente per motivazioni diverse, perché il corso della vita lo ha programmato su percorsi differenti”. E tra i figli di Vigorito potrebbe esserci anche la Scandone? “In futuro potrebbe esserci tutto, ma questo bisognerebbe chiederlo ai chiromanti. Non vedo come si possa chiedere ad un mondo imprenditoriale ulteriori sforzi rispetto a problematiche diverse da quelle che riguardino l’occupazione dei propri dipendenti e la salvaguardia dell’azienda. Io credo che l’imprenditoria privata in generale, non solo Vigorito, sia così tesa a mantenere lo status quo che assumere altre iniziative diventa difficile, immaginiamoci ad assumerne altre”. Se il re dell’eolico non apre al basket, anche la pista Saverio Moschillo sembra essersi arenata o forse non è mai decollata. L’uomo nuovo della moda italiana, nativo di Ariano Irpino, produttore e distributore di diversi marchi prestigiosi tra cui Richmond con un fatturato annuo da 350 milioni di euro, avrebbe potuto essere il nuovo co-sponsor nell’idea di ristrutturazione complessiva del dopo-Ercolino. Un brand nazionale da affiancare alle sorti della Scandone nell’idea di un esponente politico di primo piano che ha caldeggiato l’intervento dell’imprenditore arianese. Questa la sintesi di un contatto che c’è stato un mese fa. Il colpo di fulmine però non è scoccato con Moschillo che al momento non sembra intenzionato a ripercorrere le gesta cestistiche del “collega” Giorgio Armani.