Femminile: allarme "crociati" II^, parola a quattro esperti

Gonnelli, Benis, Vidoni, Santarcangelo: un super poker di esperti sulla questione del crociato ha risposto alle nostre domande
08.03.2024 00:06 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Femminile: allarme "crociati" II^, parola a quattro esperti

Sulla scia del post nel quale abbiamo segnalato un’allarmante situazione in merito agli infortuni del crociato nel basket femminile – ecco il post – abbiamo ricevuto una serie di segnalazioni come richiesto, e diversi interventi da parte di alcuni preparatori atletici, che abbiamo voluto sentire per allargare il discorso, con le esperienze degli esperti. In quattro hanno risposto alle nostre due domande: Federica Gonnelli, preparatrice delle Women Apo Udine e docente all’Università di Padova nel Dipartimento di Scienze Biomediche, Tiziano Vidoni, per anni nel Settore Squadre Nazionali e negli ultimi periodi responsabile della preparazione fisica nelle femminili assieme a Roberto Benis, preparatore fisico della nazionale seniores femminile dal 2008 al 2015 oggi psicologo dello sport e Mimmo Santarcangelo, preparatore Fisico con 19 campionati di A1 femminile (dal 2001 al 2013 con Taranto,  poi Battipaglia e Torino fino al 2020) e 10anni come preparatore della Nazionale Under 20 (dal 2008 al 2017). Tutti e tre, Benis, Vidoni e Santarcangelo sono insegnanti di scuola ed hanno una visione globale dei problemi giovanili, che si evidenziano anche in altri sport.

Prima domanda: Quanto è importante costruire una base per l’atleta?

Gonnelli: “Fondamentale. Bisogna conoscere le esperienze motorie delle giocatrici, valutare correttamente i movimenti per aiutarle a preservare il proprio fisico. I ritmi articolari sono importanti: anca, ginocchio e caviglia devono muoversi in modo armonico, se una di queste tre articolazioni si muove in ritardo le altre ne soffrono. Ecco perché serve consapevolezza e fornire alle ragazze la conoscenza del loro corpo

Vidoni E’ un argomento a me molto caro. L’ipomotricità (l’immobilità senso-motoria) causa il malfunzionamento del corpo. Il basket è  caratterizzato da continue accelerazioni e decelerazioni,  cambi di direzione, scatti brevi di pochi metri con controllo del corpo quindi il giocatore o la giocatrice, dovrebbe  avere una sorta di 4 ruote motrici Si deve aumentare la preparazione e la prevenzione. Una buona cosa sarebbe iniziare dal Mini Basket con 2 o 3 allenamenti a settimana

Benis: “ Costruire un abito motorio per ogni giocatrice è importantissimo. Nella pratica si comincia dai 12 anni in su. La letteratura scientifica prevede che si possa iniziare dai 6 ai 12 anni.  L’atleta deve essere in grado di muoversi correttamente in ogni direzione e bisogna lavorare sulla parte inferiore del corpo. E far sapere alle ragazze che le donne sono più inclini a subire certi infortuni

Santarcangelo:”Per ogni crociato che si rompe in un uomo ce ne sono sei di donne; le donne hanno il 30% di forza in meno; il bacino è più largo con angoli maggiori. Per questo ed altro la base dell’atleta è una condizione necessaria che passa anche attraverso il dialogo con i medici che devono raccontarci il più possibile su ogni ragazza. In generale io credo si faccia poco lavori di preparazione”.

Seconda domanda: queste ragazze che giocano tante partite si allenano abbastanza, troppo o troppo poco rispetto agli impegni richiesti? (ricordiamo che molti di questi infortuni hanno toccato giocatrici delle giovanili fino all’anno 2011)

Gonnelli :” Difficile dirlo, finchè non conosceremo il volume delle esperienze delle diverse giocatrici. Bisogna studiare e capire. Non c’è solo la questione sportiva c’è lo studio, lo stress, altri impegni e poi il riposo che è ancora troppo sottovalutato rispetto all’importanza fondamentale che ha. Serve un dialogo costante con lo staff e non bisogna aver paura di sistemare le cose in corso d’opera”. Federica Gonnelli ha preparato un questionario proprio sulla questione degli infortuni, che si trova a questo link e che sarebbe importante che quante più società compilassero ( è tutto anonimo e non servono nomi e cognomi) per andare nella direzione della conoscenza.

Vidoni :” Quanto si allenano? Certo a queste ragazze viene richiesto un numero esorbitante di partite ma salvo alcuni casi, non sappiamo quanti allenamenti svolgono e come sono fatti questi allenamenti, quindi è difficile rispondere”.

Benis:” Si allenano poco dal punto di vista fisico rispetto alle partite che fanno secondo me. E le partite hanno un’intensità maggiore degli allenamenti dunque c’è più rischio. C’è lo stress, la stanchezza, ci sono periodi dell’anno in cui gli infortuni sono più frequenti”. Roberto Benis nel 2016 ha inserito lo studio “Injury revention in female athlete” nella sua tesi di dottorato. Benis e Vidoni avevamo predisposto ed applicato un protocollo di lavoro per la prevenzione  degli infortuni al LCA, fatto per la Fip su richiesta di Diana Bianchedi (Dream Team del fioretto) all'epoca vicepresidente  del Coni. Il protocollo è stato applicato anche in via sperimentale in alcune società e presentato a convegni universitari oltre ad essere stato inserito negli allenamenti delle selezioni.

Santarcangelo:” Non sono dell’idea che si allenino poco in assoluto: si allenano poco rispetto a quante partite gli chiedono di giocare. La scuola oggi chiede molto specie fuori dagli orari canonici, l’educazione fisica – sono insegnante proprio di questo a Taranto – a scuola è un lavoro inutile ai fini dello sport. Viene privilegiato il lavoro tecnico e tattico e sacrificato quello fisico”.

Non è finita qui. A breve la terza parte di questo nostro viaggio