NCAA - Alessandro Lever & GCU, poteva essere un soggetto da film

NCAA - Alessandro Lever & GCU, poteva essere un soggetto da film

A un passo da un sogno che poteva essere il soggetto dell'ennesima storia americana da filmone sullo sport. Alessandro Lever da Bolzano e Grand Canyon University, al primo anno di eleggibilità al torneo NCAA della storia del programma di pallacanestro, si fermano nella finale della WAC che vale un posto nelle 64 squadre che si contendono il titolo a partire da oggi. Ci andrà New Mexico State, che aveva già sconfitto le Antilopi nelle due precedenti sfide stagionali.

"Il torneo di conference a Las Vegas è stato fantastico. La nostra sezione più calda di studenti, gli "Havocs", s'è fatta sentire. In campo e sugli spalti c'era un'energia incredibile. Sapevamo di dover vincere il torneo per qualificarci automaticamente, di non avere chance di selezione allargata a quello Ncaa, che mette in palio il titolo nazionale. Abbiamo vinto due partite, le prime di post season per l'ateneo, non è bastato. Ma resta un ricordo unico" spiega Alessandro Lever a Riccardo Pratesi della Gazzetta dello Sport nell'intervista pubblicata oggi.

US Piani, Bolzano. "Ho iniziato a giocare a basket a Bolzano per l'Us Piani, cofondata da mio nonno. Il premio come matricola dell'anno lo dedico a lui, che è scomparso nel 2007: non era convinto che la pallacanestro potesse diventare il mio sport. Ora sarebbe orgoglioso di me: è stato un riconoscimento sorprendente, ma ho lavorato duro per guadagnarmelo. I miei genitori sono stati i miei primi allenatori. Ho esordito in Serie A con la Reggiana facendo in parallelo la trafila delle giovanili della Nazionale. Poi ho deciso di venire negli Usa: la scelta alla fine era tra Georgia Tech e Grand Canyon University. Ho scelto Phoenix."

Dan Majerle. "Coach Majerle mi ha trasmesso fiducia. Prima di arrivare qui non mi prendevo troppe responsabilità in attacco, giocavo soprattutto sugli scarichi e in post basso. Lui ha voluto che il mio gioco si sviluppasse anche sul perimetro e mi ha aiutato a migliorare i movimenti spalle a canestro".

GCU, Phoenix, Arizona. "L'università è in grande sviluppo, con un campus di circa 20.000 studenti. La vita nel deserto è bella, fa caldo, ma a GCU sono attrezzati: ogni struttura ha l'aria condizionata e abbiamo piscine aperte tutto l'anno! E poi vado spesso a vedere l'Nba: i miei giocatori preferiti sono Gasol (soprannome non casuale ndr.), Jokic e Love. Le cose che mi mancano dell'Italia, oltre alla mia famiglia - che la mattina (all'alba, ndr.) segue sempre le mie partite in diretta -, sono il cibo e la vista delle montagne da casa mia, a Bolzano. In compenso esporterei la cultura di pallacanestro che c'è in America. Alle partite abbiamo 7000 spettatori..."