Virtus Bologna, Cazzola: «Lo Scudetto dell'orgoglio. Zanetti? Merita un grazie»

Alfredo Cazzola, il presidente più titolato della storia della Virtus Bologna con tra gli altri trofei quattro Scudetti e una EuroLega, ha parlato a La Repubblica ed. Bologna dopo la vittoria del 17esimo Scudetto del club. "Lo definirei lo scudetto dell'orgoglio. Di bravi professionisti che a un certo punto sono andati oltre, decisi a non buttar via la stagione, a dimostrare di sentirsi migliori di com'erano apparsi. Bravi loro e grande merito all'allenatore. E anche al presidente Zanetti, perchè quello che è successo in società è servito a mettere tutti davanti alle proprie responsabilità. Ha guidato da solo, ma ognuno dell'organizzazione ha fatto il suo e queste risposte sono sempre belle lezioni di sport. Il resto l'ha fatto in campo un'impensabile condizione fisica, resuscitando gente che aveva appena subito un trauma cranico o era acciaccata per mille malanni. Tutto sparito, andavano il doppio. Me lo aspettavo? Francamente no. Come tutti, credo, dopo troppi alti e bassi. È girato il mondo in quei tre minuti di Shengelia contro Venezia. Da fuori che eravamo, di lì in poi irresistibili. Battendo tutti i migliori".
Cosa farei fossi Zanetti? "Intanto m'aspetterei tanti grazie dalla città di Bologna. Io lo ringrazio qui, e già l'ho detto di persona a lui che ha fatto un lavoro straordinario, sempre al vertice, cinque finali a dila, mettendoci tanti soldi, sdidando fatturati nettamente superiori, in Italia e soprattutto in Europa, dove girano ormai cifre sproporzionate. Ora, ha davanti due strade. Sistemare questa squadra che perderà i suoi assi, ma ha una buona base italiana e facendo un buon mercato resterà in ogni caso una sfidante credibile in Italia. Giocatori ce ne sono, non andranno tutti a Milano, che resta fuori mercato, come mi capitò di pensare anche ai miei inizi, quando mi ritrovai contro colossi come Benetton, Stefanel, il Messaggero di Cardini, e mi dicevo: qualcuno lo prenderemo anche noi. In Europa non correrei dietro a chi arriva a dare 5 milioni a un solo giocatore. L'altra strada? Sì, un piano B che punti ai massimi, con un progetto non solo sulla squadra e investimento che arrivi ai 40-45 milioni dei budget europei più alti. Lo penso da sempre che nello sport chi più spende più guadagna, mentre ridurre le spese comporta contrazioni ancor più forti dei ricavi. Credo però che questo percorso sia oggi molto lontano. Meglio i piedi per terra e la speranza che Ronci si riveli il Sartori della Virtus".