Corrado: «Cantù un miracolo sportivo: tanto di cappello al management»

Alessandro Corrado, ex presidente in altri tempi della Pallacanestro Cantù che con suo padre salvò dalla cessione del titolo a Pesaro all'inizio di questo secolo, è stato intervistato sulla promozione del club in serie A da La Provincia. Ecco alcune delle sue considerazioni, a cominciare dalle emozioni al PalaDesio in gara 3 contro Rimini: "Non nascondo di esser mi commosso al termine. Ero a Desio quella sera e qualche brivido lungo il corpo l'ho sentito. Ha rischiato di non chiuderlo quel match e per un attimo ho temuto, intravedendo spettri del passato. Ma poi è andata come doveva andare, perché l'esilio in A2 era dura to sin troppo a lungo affinché dovesse prolungarsi ulteriormente. Cantù è la serie A, punto e basta. E ora rieccola lì ad accomodarsi al posto che le compete e spetta per storia, gloria e tradizione. Ma questi quattro anni sono stati davvero tanto lunghi."
Un consiglio all'attuale management. "Direi di non lanciarsi in promesse e proclami, di partire volando basso. Intanto dico che quello sta facendo la Cantù attuale è una sorta di miracolo sportivo perché essere riuscita a far confluire così tanti partner non è affatto semplice. Se ci sono spazi per una gestione familiare di un club come ai tempi nostri? rispondo no. O sei Armani e Zanetti (Segafredo, ndr), ovvero una potenza a livello economico, oppure non hai futuro. Devo riconoscere che sono stati bravi all'interno della società. Sinceramente, all'inizio non ritenevo che questo progetto così allargato potesse arrivare sino in fondo. Mi sono invece dovuto fortunatamente ricredere. E allora, tanto di cappello."