Davide Pessina ricorda gli anni della grande Auxilium Torino

10.02.2011 11:54 di  Matteo Marrello   vedi letture
Fonte: La Gazzetta dello Sport
Davide Pessina ai tempi della Cucine Berloni Torino. Oggi è opinionista di Sky Sport
Davide Pessina ai tempi della Cucine Berloni Torino. Oggi è opinionista di Sky Sport

Nel 1984, per un ragazzino valdostano che sognava la serie A, Torino era la prima scelta. La società, guidata da De Stefano prima e da Petazzi poi, era solida e il settore giovanile, affidato a un maestro come Federico Danna, era tra i migliori in Italia. Negli anni erano arrivati Brumatti, Caglieris, Vecchiato, Sacchetti che, uniti a prodotti del vivaio come Della Valle, Morandotti, Vidili e più tardi Abbio, avevano fatto fare il salto di qualità alla squadra. Con americani come Scott May, Mike Bantom o Dan Roundfield e uno straordinario allenatore come Dido Guer- rieri, Torino arrivò tra le prime tre o quattro del nostro campionato. E la città, solitamente freddina, si accorse della sua squadra di basket. il Ruffini Ai playoff, soprattutto per le sfide contro la grande rivale, la Milano di Peterson, D'Antoni e Meneghin, il Palazzo dello Sport di parco Ruffini si riempiva di tifosi ore prima della partita. Antoine Carr di Milano, accolto con i suoi compagni da bordate di fischi, ancora in borghese, prese un pallone, schiacciò rompendo il tabellone e se ne andò in spogliatoio attraversando il campo. Venne giù il palazzo! L'apice si raggiunse nel 1986 quando, nonostante gli infortuni di Vecchiato e Morandotti, vincemmo la semifinale d'andata al Palalido. Sui mezzi pubblici era meraviglioso, per una volta, sentir parlare non solo di Ju-ve o Toro ma anche della Bertoni. Purtroppo, complice un infortunio che limitò anche May, perdemmo sia gara-2 a Torino che la bella a Milano. In seguito, anche per problemi economici, iniziò il declino, pur con qualche sussulto di entusiasmo con il ritorno di Guerrieri e l'arrivo di Darryl Dawkins. Le Final Eight, per uno che ha vissuto quegli anni, non possono che suscitare emozione e curiosità, nella speranza che sia un primo passo verso il ritorno del grande basket a Torino
 

Davide Pessina