"Charlie" il ventenne

L'ultimo degli allenatori: Charlie, figlio di una pallacanestro che è cambiata ma lui - di cambiare - non ci pensa nemmeno
20.03.2017 16:43 di  Alessandro Palermo   vedi letture
Fonte: Il Quotidiano di Puglia
foto IASENZA
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Tutta un'altra espressione, tutto un altro clima. La conferenza stampa post partita di Cantù-Brindisi, in casa MIA, è molto ben diversa da quella toccata a coach Meo Sacchetti. Come è normale che sia del resto, ancora di più però se ti chiami Carlo Recalcati. Il santone del basket italiano ha portato in Brianza una piacevolissima ventata fresca, proprio quello che ci voleva. «Questa è stata tosta, bella ma tosta - inizia così a sfogarsi il grande Charlie, eroe di quella medaglia d'argento ad Atene nel 2004 - abbiamo concesso troppo nei primi minuti, forse ho esagerato con tanti cambi di tattica. Troppi cambi difensivi, dettati dalla voglia di giocare con energia». Recalcati, che quest'anno spegnerà 72 candeline, vince eppure fa mea culpa. E' proprio un signore, vecchia scuola. Figlio di un basket antico, che - purtroppo - in Italia sta scomparendo con il passare degli anni. "L'ultimo dei Mohicani", film cult del 1992, l'ultimo degli allenatori: Charlie, figlio di una pallacanestro che è cambiata ma lui - di cambiare - non ci pensa nemmeno. Un sorriso pieno di rughe, quello di Recalcati, ma che contagia per l'entusiasmo. Sembra un ventenne, se non fosse proprio per quelle rughe, che lui però porta con orgoglio. Rughe di fatica, anni di battaglie. Cantù-Brindisi è stata una vera lotta, l'ha vinta Carlo il Grande, un vincente che ha fatto benissimo a tornare ad allenare.

Alessandro Palermo​