Varese, ecco una nuova svolta da maneggiare con cura

Fonte: La Prealpina
Fabrizio Frates
Fabrizio Frates

(Giancarlo Pigionatti) - Dietro ogni calma apparente c'è fermento. Non sfugge a questa realtà la Pallacanestro Varese, più o meno costretta da forza maggiore a nuovi programmi e organici, non solo in campo. Il consorzio affronta, si sa, un nuovo triennio non senza interrogativi sulle proprie disponibilità finanziarie, tutte da scoprire, ancorché ridimensionate nelle premesse per l'uscita definitiva dei Castiglioni il cui contributo, da tre anni sin qui, è stato abbastanza cospicuo e per un impegno più sacrificato di soci, in ogni caso fedeli al progetto d'origine. Per capirci, oggi il budget della scorsa stagione sembra lontano, se non irraggiungibile, anche se il tempo confida nell'intraprendenza di Lo Nero e compagnia, abili nel loro esercizio di intermediazione e comunicazione con professionisti, imprenditori ed enti, occupandosene ogni giorno per mestiere, mentre altrove, volendo copiare Varese, non vanno oltre l'inconcludenza di propositi che muoiono nella culla d'una possibile somiglianza. Far cacciare il grano a chi, poi, non avrà alcun potere decisionale, pur partecipando in solido a un cooperazione sportiva con la propria piazza sportiva non è come dirlo, bisogna saper tradurre in soldi veri ogni pur convincente e suggestiva proposta come hanno fatto sin qui gli artefici del consorzio biancorosso, capaci di mettere insieme più persone attratti da possibile relazioni di lavoro attraverso una prestigiosa visibilità per appartenenza a una società con una grande storia. Il consorzio, si diceva, ha suoi limiti, come un bilancio invariabile, sempre che non si batta fastidiosamente cassa in corso d'opera per esigenze imponibili dalla ricerca di una maggior competitività ma, con la fine di un 'era retta da tre grandi famiglie varesine, era l'unica soluzione possibile di continuità, sino all'esaltazione vissuta nel campionato scorso. Crediamo poco importabile il modello Varese da altre piazze nelle quali esistono proprietà o resti di esse alle quali si dovrebbe affidare i propri denari e qualora si riuscisse non sarebbe un consorzio. Con tante squadre a organici stravolti, questa nuova svolta va allora maneggiata con cura: la prossima assemblea ci farà capire chi succederà come presidente del club a Cecco Vescovi - il quale resterà, in ogni caso, l'anima tecnica della società - e quanto potrà investire la Pallacanestro per la squadra. Che, se avesse avuto uno sceicco per padrone, sarebbe filata in Eurolega, valendo mezzo milione di euro la wild card proposta alla società, ma abbiamo un consorzio che altre realtà, con l'aria che tira, se lo sognano. Tuttavia la Cimberio ci prova, attraverso la porta di servizio di un torneo di qualificazione a otto squadre, intenta anche a sobbarcarsi un pesante sacrificio nell'eventualità di organizzare l'intera manifestazione a Masnago a fronte di ricavi ai botteghini. Qualcuno si chiede se ne varrà la pena allorquando Roma, non certo per insipienza, ha rifiutato ma la vocazione del consorzio, come recita "Varese nel cuore", sta nel -Vattizzare - pur esposta a costi rischiosi - nuove passioni ed emozioni tra i tifosi e potenziali soci. Ci vorrebbe un primo posto, molto arduo, non conoscendo l'entità tecnica della nuova squadra, orfana dei formidabili Green e Dunston (impossibili da trattenere), quindi di Banks cui la società avrebbe comunque rinunciato per alcune delicate problematiche della guardia Usa. Lo stesso De Nicolao che, con cinquemila euro (per dire di un contratto quantomeno curioso), può salutarci per concedersi al miglior offerente. Opportunamente Ere sarà più che mai il capitano agli ordini di Frates che qualcuno, praticando il pregiudizio come sport preferito, già "mormora" perché milanese e architetto dall'erre moscia con trascorsi non divini. Niente di più sbagliato: Frates non è certo un molle signore della panchina, potendo rivendicare, a giudizio di Recalcati che lo conosce come le sue tasche, grandi capacità, soprattutto nel saper valorizzare ogni giocatore secondo un proprio ideale ruolo e nell'ottenere risultati con squadre di livello ancorché sottodimensionate. L'allenatore della Stella fa notare che Mordente e Cavaliero, per esempio, devono a Frates la loro carriera per essersi trasformati in guardie dai play che erano supponendo d'esserne più che capaci. Se un allenatore vale l'altro, dipendendo soprattutto, dal valore della squadra non si può che dargli un caloroso benvenuto.