Valli, Virtus Bologna: "Occasione importante, serve durezza mentale"

Valli, Virtus Bologna: "Occasione importante, serve durezza mentale"

Domani alle 13 la Granarolo parte per Avellino, pronta ad affrontare la Sidigas che dalle mani di Frank Vitucci è passata a quelle di Fabrizio Frates per cercare di riprendere la strada verso i playoff, che si è fatta più stretta nell’ultima parte di stagione. Una scossa per la Scandone, ma Giorgio Valli fa di tutto per tenere la sua truppa al riparo da eventuali assestamenti.

“E’ stata una settimana positiva, in quanto pur non giocando amichevoli abbiamo lavorato tutti insieme, e recuperato velocemente Gaddy. Credo che questa parte di stagione sia molto importante, vogliamo darle un senso: giochiamo con tranquillità mentale ma non vogliamo dare l’impressione di non avere convinzioni, abbiamo tutte le intenzioni di dare un significato a questo finale di stagione e giocheremo ogni partita per portare a casa il risultato. L’Avellino che andiamo a incontrare è una squadra che ha cambiato play e allenatore, cioè cervello dentro e fuori dal campo. Sarà ancora più difficile, di solito le variazioni si notano in difesa e per noi sarà complicato attaccare. Anche loro guardano alla possibilità di giocarsi i playoff. E sono attrezzati: ora mi viene in mente il nome di Marcus Green su tutti, ma in quel gruppo ci sono tanti giocatori importanti. Noi, al solito, guardiamo in casa nostra e dobbiamo pensare a fare la nostra parte, non a ciò che faranno gli altri”.

Sa come si fa, il coach della V nera. Ora viene la parte più difficile: mettere in campo quello che è stato studiato sulla carta.

“Serve un attacco bilanciato, ma serve anche riprendere a correre accettando anche qualche palla persa in più, cercare i lunghi ma anche prendere qualche soluzione in più con gli esterni. La chiave è non far correre Avellino, che il 40% delle sue realizzazioni lo ottiene da azioni in contropiede. Mi attendo qualcosa di importante soprattutto dagli italiani, questo campionato è pieno di stranieri ma io do loro tanta fiducia e questa è un’occasione per farsi vedere”.

La Sidigas e i suoi cambiamenti. Prima Green, ora anche Frates. Già così è un’altra squadra.

“Ci aspettiamo che Green possa essere padrone della squadra, in questo momento forse anche più di Fabrizio che è appena arrivato. Sappiamo che è un giocatore che passa bene la palla e lo fa con anticipo. Ma dobbiamo essere pronti su lui e sugli altri. Certamente loro avranno più determinazione, credo che in attacco produrranno situazioni più concentrate ma giocate con maggiore ritmo. E in difesa mi aspetto molta fisicità”.

Un crocevia importante, perché se la Sidigas vuole riprendere il cammino verso i playoff, anche la Granarolo oggi è tra le squadre che a quell’obiettivo può e deve guardare.

“Credo che non ci si debba nascondere, siamo adulti, e la partita di domenica può togliere non più di tanto, se persa, ma può aggiungere molto se la vinciamo. Sono occasioni da non perdere. Queste sette partite, a parte Milano, le giochiamo con squadre del nostro livello. Mostrare più durezza mentale è la caratteristica di cui abbiamo bisogno in questo momento”.

Ecco il punto: a Reggio una prestazione certamente al di sotto degli standard abituali ha fatto affiorare il dubbio su una possibile stanchezza mentale, più ancora che fisica, del gruppo.

“Non ho avvertito questo rischio. Ripercorrendo ciò che successo in questi giorni, credo che a Reggio fossimo più stanchi del solito, ma fisicamente. Quindi abbiamo fatto allenamenti un po’ più brevi, ma anche più concentrati. Sono sicuro che non ci sia relax mentale. La partita? Questo è un campionato in cui chi comincia bene una gara spesso la porta a casa. A Reggio 37 minuti sempre sotto nel punteggio ci hanno massacrato il cervello. Dobbiamo stare attenti al loro inizio, se riusciamo a stare in scia abbiamo più possibilità di farcela. Le partite le vinci se hai ritmo, noi dobbiamo giocarla sul ritmo soprattutto in attacco. Non possiamo sempre e soltanto accettare il cinque contro cinque”.

Sarà anche un ritorno da ex, per il coach, ma non c’è quasi tempo per soffermarcisi.

“Sono passati più di due anni, oggi penso soltanto alla Virtus. La faccenda è semplice, come sempre: noi dobbiamo andare a fare il nostro lavoro, gli altri sono lì per cercare di distruggerlo. Ma quello che succederà, e il risultato finale, dipenderanno in grande misura da noi”.