Pietro Aradori tra Brescia e la Nazionale

16.08.2013 10:27 di  Umberto De Santis   vedi letture
Pietro Aradori tra Brescia e la Nazionale

Stamattina si sprecano i tweet dei giocatori azzurri in viaggio verso il Belgio per giocare il torneo di Anversa. Uno dei giocatori più attesi è certamente Pietro Aradori che a 24 anni è già un "vecchio" del nostro basket avendo giocato nelle migliori squadre italiane e potendo vantare un palmarés invidiabile (2 scudetti, 2 coppe Italia, 3 supercoppe italiane). Lo ha intervistato Alberto banzola per Brescia Oggi, e ne riportiamo alcuni passi.

"Attorno al nostro movimento si respira una bell'aria - assicura Aradori -: la nostra è una nazionale che piace, fatta di giocatori semplici". E con tanta voglia di giocare: Aradori è un po' sacrificato, ma quando viene lanciato in campo, risponde sempre presente: 10 punti con la Georgia, 7 con Israele, di cui 5 nei minuti finali (conditi anche con un assist d'oro a Cinciarini) e 12 nella serata conclusiva con la Polonia. Però, anchetanta panchina. Forse troppa e se le parole a fine gara sono distensive, all'osservatore non sfuggono le facce in panchina del numero 33 della Nazionale: «Siamo in tanti: si sta cercando di provare delle alternative».

Alle assenze pesanti di Gallinari e Hackett, si sono aggiunti il focolaio di polmonite di Bargnani e gli infortuni di Diener e Gigli: «È chiaro - aggiunge Aradori - che tutti cerchiamo di rispondere al meglio, anche perché prima di partire per la Slovenia dovremo ridurre ancora il numero di giocatori che faranno parte del roster. Dobbiamo essere sempre pronti e pensare al gruppo e al bene della squadra. L'obiettivo? Arrivare il più lontano possibile". Certo che senza pedine di valore diventa tutto più difficile: «Sì, ma non piangiamoci addosso. Siamo una squadra: come tale dobbiamo giocare e reagire». 

Il 28 settembre (al Pala Desio, ore 20,30) sfiderà per la prima volta in vita sua la Centrale del Latte nel trofeo Lombardia: «Sono incuriosito da questa partita e soprattutto mi fa un piacere immenso sapere che c'è del basket di spessore nella mia città». Sarà anche la gara dell'ex per Michael Jenkins, che da Brescia è approdato a Cantù per far coppia sugli esterni con Pietro: «Me ne hanno parlato bene come persona e come giocatore. Ma ora penso solo all'Europeo».

Brescia è arrivata a un soffio dalla serie A: dopo tanti anni di nulla che impressione fa a Pietro Aradori sentire che il nome della sua città fa parte quasi della normalità del basket che conta? «Un piacere immenso: fa bene a tutto il basket a livello provinciale può solo crescere. Per quanto mi riguarda spero che la Centrale arrivi il prima possibile in serie A: ho seguito tutta la serie di finale con Pistoia e mi sono emozionato. È stato un dispiacere non veder Brescia salire, ma vedere tutto quell'amore per la pallacanestro in città è stato bellissimo. Ora che è acceso, spero che questo fuoco non si spenga più».