Lega A - Rok Stipcevic: “Questa Dinamo non si vuole fermare. Sogno futuro da allenatore”

Fonte: news.superscommesse.it
Lega A - Rok Stipcevic: “Questa Dinamo non si vuole fermare. Sogno futuro da allenatore”
© foto di foto Pasquale Cotugno

Rok Stipcevic, cuore pulsante e animo guerriero della Dinamo Sassari, è entrato ormai nel cuore dei tifosi sardi. Il playmaker croato ha trascinato la squadra, con le sue triple, in questo viaggio tra Campionato e Champions League. news.superscommesse.it ha avuto il piacere di intervistarlo e di scoprire alcune curiosità. Ecco cosa ha raccontato Rok Stipcevic ai nostri microfoni.
Com’è nata la tua passione per il basket?
Vengo da una città che ha sfornato tanti giocatori di alto livello, che hanno fatto carriera in Europa, un paese dove si respira il basket fin da piccoli, quindi era impossibile che scegliessi qualcosa di diverso. Proprio di fronte a casa mia c’era un campetto di basket, il posto dove forse ho speso più tempo in assoluto da piccolo…più di casa!
Hai qualche rito scaramantico prima di ogni match?
Ho i miei rituali, che non chiamerei riti scaramantici, ma mi permettono di arrivare pronto e concentrato alla palla a due. Ad esempio la doccia fredda un’ora e mezza prima del match per svegliarmi.
Questa è la tua seconda stagione alla Dinamo Sassari, cosa ti lega alla città e ai suoi tifosi?
I tifosi della Dinamo appassionatissimi e orgogliosi, seguono la squadra sempre. Sono pochi i tifosi così, che amano la squadra e le stanno vicini sia quando le cose vanno bene, sia quando non vanno bene. Sono eccezionali! E poi il cibo qui è straordinario!
La giornata tipo di Rok Stipcevic?
Le mie giornate sono scandite dagli allenamenti. Il tempo libero che ho, lo dedico interamente alla mia famiglia, che è la cosa più importante per me insieme alla pallacanestro. Cerco sempre di ritagliarmi qualche momento per me, per leggere un libro o giocare a scacchi. Mi piace guardare un film prima di andare a dormire o qualche partita.
Il ricordo più bello della tua carriera cestistica?
Quando abbiamo vinto il campionato col Zadar: ad attenderci c’erano 50mila persone in piazza. A pensarci mi vengono ancora i brividi.
In Champions League avete raggiunto un traguardo storico per la Dinamo e del tutto inaspettato: la qualificazione ai quarti di finale. Che emozione avete provato?
Abbiamo fatto un bel viaggio, una bella corsa fin qui, ma ci piace così tanto che non ci vogliamo fermare.
Come ti immagini tra dieci anni?
Tra 10 anni mi vedo ancora sul parquet, tra 12 in panchina come allenatore.
Perchè consiglieresti ad un bambino di iniziare a giocare a basket?
Perchè è un gioco incredibile, dove tutto può succedere e ogni azione può durare un lampo. Fino all’ultimo secondo il risultato non è certo. Se decidi di giocare a basket e lo vuoi fare ad alti livelli devi lavorare molto, ma non solo con il corpo anche con la testa. Richiede intelligenza e duttilità, capacità di lettura. Insomma è lo sport più bello del mondo.
La prima parte del campionato per la Dinamo Sassari è stata altalenante. Qual è stato, secondo te, l’episodio chiave che vi ha fatto capire che era giunto il momento di voltare pagina e dare più continuità alle vostre prestazioni?
Anche nei momenti più difficili, eravamo fiduciosi che il momento giusto sarebbe arrivato, perchè abbiamo sempre lavorato duramente e con tanta energia. Forse il ritiro a Olbia ci ha aiutato ancora di più a trovare la chiave di volta.