LBA - Brindisi, D'Angelo Harrison e le motivazioni durante l'infortunio

D’Angelo Harrison è reduce da otto mesi lontano dal campo in seguito alla rottura del tendine d’Achille. Al suo rientro si è ritrovato parte integrante della crescita di forma e di sostanza dell’Happy Casa Brindisi. A Pesaro è arrivata la quinta vittoria consecutiva e queste le sue considerazioni sull'ultimo anno nelle colonne del Corriere dello Sport Stadio.
Vivere il primo grave infortunio della carriera. “È stato il periodo più difficile della mia vita. Ho dovuto allenarmi da solo e stare lontano dalla famiglia per tanto tempo, proprio quando solitamente in estate riuscivamo a riunirci. Basti pensare che nel 2022 sono stato in sei Paesi differenti e sono riuscito a stare accanto a loro per 35 giorni in tutto. Una vera agonia…”.
Programma di recupero. “E’ stato tutto complicato, ma un nuovo inizio dal punto di vista professionale. Tornare in squadra, ribaltare 20 punti a Bologna nell’ultimo quarto, conquistare cinque vittorie consecutive e creare un’atmosfera incredibile attorno a noi: potevo sognarlo o immaginarlo, ma la realtà è ancora più bella. Ero nervoso nell’ultimo periodo, sentivo che la data del rientro si avvicinava, però occorreva pazientare. Amo il mio lavoro, sono tornato per questo, per vivere le vibrazioni positive e uniche della pallacanestro e di una piazza straordinaria come Brindisi”.
Il supporto. “Mia nonna e mio fratello Drizzy sono stati essenziali per mantenere la mente lucida. Davanti a me avevo una montagna da scalare e necessitavo del loro supporto. Devo inoltre ringraziare il mio agente Dan Curtin e il mio preparatore fisico americano Jay Sutaria, fondamentali a livello psicologico nel tenermi sempre motivato”.