Final Eight Serie A: Brindisi, una sconfitta che può tramutarsi in vittoria!

19.02.2019 15:41 di  Dario Recchia   vedi letture
Final Eight Serie A: Brindisi, una sconfitta che può tramutarsi in vittoria!

E’ ancora alta in città l’euforia per l’insperata ma meritata conquista della finale di Coppa Italia da parte dell’Happy Casa Brindisi. Un risultato davvero importante per una squadra costruita con l’intento di traguardare una salvezza con meno affanni rispetto alla stagione precedente. L’ottimo lavoro del D.S. Simone Giofrè e del riconfermato allenatore Frank Vitucci ha prodotto un risultato davvero insperato se si considera anche l’ottimo campionato sin qui disputato da Banks e soci. Una squadra che, seppur costruita con tanti dubbi iniziali (alzi la mano chi non ha storto il naso in estate per la mancanza di un centro di ruolo!) ha saputo, partita dopo partita, entrare nel cuore di tutti i tifosi per la straordinaria voglia ed energia che dispensa sul terreno di gioco.
Sono partito alla volta di Firenze solo domenica mattina per assistere alla finale di Coppa Italia con la consapevolezza che la partita contro la Vanoli Cremona sarebbe stata molto più difficile di ciò che si poteva immaginare e non solo per l’ottimo livello della squadra lombarda. Una regola davvero discutibile aveva concesso (buon per loro) alla squadra di coach Sacchetti di avere 24 ore di riposo in più nell’arco della manifestazione avendo giocato giovedì e disputato la semifinale (contro una Segafredo Bologna appagata mentalmente per la vittoria contro Milano) nella giornata di sabato. Per i brindisini, viceversa, due match difficili contro Avellino prima (vittoria di 3 punti dopo una gara all’ultimo sangue) e la vittoria contro il Banco Sassari del giorno dopo di un sol punto che aveva praticamente prosciugato le energie fisiche e nervose dei giocatori pugliesi. Cremona, per la cronaca, ha vinto meritatamente così come il suo allenatore che, volente o nolente, ha messo nella sua bacheca la sua terza Coppa Italia da allenatore.
Ho preferito, arrivando nel bellissimo PalaMandela di Firenze, rinunciare ad un accredito in sala stampa e godermi il match nella curva dei tifosi brindisini. Un tripudio di emozioni al seguito degli oltre 2000 tifosi arrivati in Toscana da tutto lo stivale. Il colpo d’occhio è stato eccezionale così come è stato incessante il supporto dato ai giocatori in campo. E anche l’abbraccio con giocatori e staff a fine gara è stata la dimostrazione del livello di crescita di una tifoseria che ha riconosciuto lo sforzo dei propri beniamini e subito dopo ha applaudito i vincitori sul campo.
Da osservatore privilegiato non mi è sfuggito, tra i tantissimi presenti al Pala Mandela Forum, i commenti di chi ha manifestato la propria invidia perché nella propria città (Firenze una di queste) non ci sia una squadra di basket nella massima serie. Nella mia mente, non lo nego, mi sono subito venute alla mente le frasi di chi a volte disprezza gli sforzi di una dirigenza che, da anni, investe denari per continuare a fare basket a questi livelli.
Brindisi ha però da oggi la possibilità di trasformare questa sconfitta in una vittoria.
Perché se è vero che le final eight di Coppa Italia sono state un bellissimo evento che ha stretto una comunità nel sentirsi orgogliosi per la propria squadra di basket (belle le immagini del teatro Verdi di Brindisi preso d’assalto da chi non ha potuto raggiungere Firenze) è altresì importante che oggi, più di ieri, si pongano le basi per mettere questa società nelle condizioni migliori per fare pallacanestro a certi livelli. Il tutto, ovviamente, parte dalla necessità di una nuova struttura nuova e funzionale dove si possa giocare e dare la possibilità ai tifosi della regione di assistere alle gare interne della New Basket. La nuova amministrazione comunale pare abbia dato la disponibilità a fare la sua parte ma è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Il territorio deve dare segnali di coinvolgimento perché è inaccettabile che in  un tessuto industriale come quello di Brindisi con tante multinazionali presenti non ci sia nessuna azienda che voglia legare il proprio nome a questa bellissima realtà. Se, da una parte, è apprezzabile il lavoro del direttore commerciale della New Basket Brindisi di essere riuscito nell’intento di avvicinare tanti imprenditori pugliesi a legare il proprio nome a questa realtà è altrettanto vero che sulla maglia della prima squadra non ci sono tanti nomi di aziende del posto. E , dal prossimo anno, non ci sarà neppure l’importante contributo di Enel. La società sta facendo il possibile per gestire al meglio questa situazione grazie anche all’ingresso in società di due nuovi soci (guarda caso non di Brindisi) e dando la possibilità ai tifosi, di poter diventare soci con una sorta di azionariato diffuso. Ma non basta! Serve che anche le istituzionali regionali diano evidenza alla più importante eccellenza sportiva pugliese e magari, nei tg rai pugliesi, ci sia più spazio per le gesta di questi ragazzi. 
Serve insomma uno sforzo collettivo dove ognuno faccia la propria parte affinchè il risultato sportivo possa essere da volano per una nuova svolta. Oggi, più che mai, vi è la necessità di avere una visione diversa ma soprattutto d’insieme del problema.
Se ci dovesse essere sinergia tra le componenti sin qui menzionate allora si che si potrà guardare il futuro di questa società con ancora più positività e fiducia. 
Una fiducia ampiamente meritata in queste stagioni  e motivo per il quale, in meno di 48 ore, lo scrivente ha deciso di percorrere lo stivale per riconoscere il giusto tributo a chi, lottando come un leone sino alla fine, ha onorato come non mai la maglia indossata. Ed è stato bellissimo, a fine partita, l’abbraccio tra la squadra e i tifosi i quali, in lacrime hanno riconosciuto l’impegno. Emozioni difficili da commentare ma che solo lo sport sa dare. Un patrimonio che va valorizzato e non depauperato per il rispetto che si deve ad una piazza che merita stima infinita e una ancor più attenta considerazione.

Dario Recchia 

Foto Maurizio De Virgiliis